“Il mio primo pensiero è rivolto a mia madre, Carla Russo, che mi ha sempre supportato. Mai, ha arretrato di un passo, è stato un porto sicuro, che all’inizio mi ha aiutato anche economicamente. Non sarebbe stato facile per un adolescente acquistare i giradischi, gli impianti, i vinili, tutto ciò che serviva per affinare il mio talento. A circa 15 anni, durante le prime vacanze estive con i miei amici, frequentavamo il Tout Va, leggendaria discoteca taorminese, ma mentre loro ballavano e si divertivano, io m’intrufolavo in consolle e rimanevano affascinato dall’attività di chi mixava la musica con i vinili”. In uno dei suoi tanti viaggi a Riccione, ha avuto la fortuna di conoscere Marco Trani, uno dei più grandi DJ della storia italiana, scomparso, il 21 settembre di un anno fa, all’età di 53 anni. “Vederlo all’opera, conoscerlo, apprezzarlo, ha rappresentato per me un valore aggiunto straordinario”
“Nel 1987 Alessandro Carli, altro conosciutissimo personaggio della movida nissena degli anni ’90, decide di darmi fiducia e approdo al Rucker. Iniziano anni straordinari, con numerose serate nei templi nisseni della musica: lo Shanty Dam, il Grog e il Black-out. Eventi il cui ricordo si perpetua tutt’ora in tutti coloro i quali vi hanno partecipato; parliamo di serate con oltre mille biglietti venduti. Piccolo inciso, dal 2002 al 2004 dopo avere gestito personalmente il Grog, dovetti consegnare le chiavi del locale a chi aveva acquistato l’immobile. Potrei direi, io ho aperto, io ho chiuso. Voglio però ricordare anche le esperienze maturate in tanti altri famosi locali della nostra isola, fra gli altri cito quelli a cui sono stato maggiormente legato: il Lady Godyva di Giardini Naxos e il Piro-Piro di Vulcano”.
Marco oltre ad essere un valente e talentuoso artista, ha avuto la fortuna di conoscere ed apprezzare tante ‘movide’ di città in nazioni differenti. Il ricordo dell’intensa vita notturna che animava il capoluogo nisseno gli suggerisce un’accorta considerazione.
“Mi permetto una riflessione, allora le discoteche nissene erano rinomate in tutta la Sicilia; le persone arrivavano da Palermo, Catania, Agrigento, sintomo della ricchezza della città e dello spirito sfavillante e vivido di quella gioventù che voleva e sapeva divertirsi. Adesso di tutto ciò a Caltanissetta sono rimasti soltanto ricordi, qualche foto ingiallita e articoli di giornali, tutto il resto è sparito”.
Marco Giannone cresce, migliora, per varie stagioni estive si esibisce all’Axis di Malta, a Paceville, quartiere simbolo di St. Julian’s, dove ogni sera migliaia di ragazzi animano le piste. Marco sfoglia l’album dei ricordi, sfilano annate mitiche come le estati alle Eolie e a Taormina.
Nel 2003 approda alla casa discografica JT company del celeberrimo Joe T. Vannelli e con Andrea Centorbi, altro nisseno, producono “Another star” e “Shake it down”. I due brani ottengono un riscontro estremamente positivo.
Marco viaggia molto: Ibiza, Londra e Berlino, culle delle tendenze europee musicali, per apprendere, studiare, acquistare dischi. “L’approfondimento, l’essere aggiornati, lo studio, non sono attività fini a se stesse, ma fanno parte di un bagaglio personale e culturale che ho voluto trasmettere anche ad altri. Voglio ricordare il corso (dedicato a Ennio Incontro e Michele D’Anna due nisseni tragicamente scomparsi nel giugno 2005) per DJ producer, svolto all’IISS Mottura di Caltanissetta, dal 2006 al 2010, grazie alla lungimiranza dell’allora preside Salvatore Vizzini, con la collaborazione di Andrea Centorbi. Ogni anno oltre venticinque allievi parteciparono, ebbe un gran successo e molti di quei giovani, in seguito hanno intrapreso questa strada”.
Presente e futuro di Marco Giannone: “Fortunatamente tutto procede con molto entusiasmo. La collaborazione con l’etichetta discografica Music Selection, del mio amico e concittadino Alessandro Lunetta: è una sfida per il futuro. Il CD prodotto questa estate continua a riscuotere grande interesse; adesso è in vendita sui principali portali digitali del settore e in cantiere abbiamo un progetto, un’altra compilation con brani di musicisti, produttori e artisti nazionali. In più ho creato, avvalendomi della preziosa collaborazione di Francesco Giacomello, la musica per un trailer che preannuncia il prossimo lavoro di Luca Vullo, regista nisseno, impegnato a Londra per raccontare come vivono i giovani italiani nella capitale della Gran Bretagna. Naturalmente continuerò a suonare nei locali, la mia passione voglio viverla a 360 gradi”.
Ci tiene però a precisare che lui è un Disc Jokey della “old school”: “Io ho iniziato a mixare con i giradischi ed i vinili e da ragazzo passavo ore in cantina a perfezionarmi sull’abbinamento, la scelta ed il mixaggio dei dischi, come tutti gli artisti di quell’epoca. Oggi qualcuno tenta di fregiarsi di un titolo, DJ, che non gli appartiene. Facile, comprare un computer ed un controller, scaricare i brani, sperando che almeno abbiano l’accortezza di pagarli, e poi mixare in digitale, cioè premere il tasto sync; così è facile…troppo facile”.