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DIA, mafia: sequestro record, valore dei beni superiore ai 450 milioni di euro

Redazione

DIA, mafia: sequestro record, valore dei beni superiore ai 450 milioni di euro

Mar, 28/10/2014 - 11:10

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DIAMAZARA DEL VALLO – Beni per oltre 450 milioni di euro sono stati sequestrati dalla direzione investigativa antimafia nel trapanese. La misura di prevenzione proposta dal direttore della Dia è stata applicata, dal Tribunale di Trapani, nei confronti dell’imprenditore palermitano Calcedonio Di Giovanni, 75 anni, secondo l’accusa, legato in affari con le famiglie mafiose del mandamento di Mazara del Vallo (Tp). Per gli inquirenti “gli stretti legami con i vertici di cosa nostra ed il collegamento con noti esponenti dediti al riciclaggio internazionale, hanno permesso all’imprenditore di realizzare il suo ingente patrimonio immobiliare, oggi sequestrato”. Tra i beni vi sono anche un centinaio di case nel villaggio vacanze Kartibubbo a Campobello di Mazara. Ed è a Kartibubbo che, secondo l’accusa, sarebbe emerso “il collegamento di Di Giovanni con uno dei principali artefici del riciclaggio internazionale: Vito Roberto Palazzolo”. “Il villaggio Kartibubbo viene rilevato da Di Giovanni – si legge nel provvedimento del Tribunale presieduto da Piero Grillo – con un notevole investimento posto in essere in un momento in cui Di Giovanni era del tutto sfornito di redditi leciti”. Originario di Monreale, Di Giovanni, viene descritto come “imprenditore spregiudicato” entrato in affari anche con mafiosi di Castelvetrano, ad esempio Filippo Guttadauro, cognato di Matteo Messina Denaro, e in contatto con Pino Mandalari, il commercialista di Totò Riina.

Secondo gli investigatori: “L’esistenza di collegamenti fra mafia, massoneria e affari trasuda da tutti gli atti di questo procedimento nella parte in cui viene in ballo il ruolo degli istituti di credito preposti al controllo dell’avanzamento dei lavori finanziati. Vennero erogate immense quantità di denaro in assenza totale di controlli e qualche volta con la chiara dimostrazione agli atti dell’assenza dei presupposti per continuare a finanziare l’opera”. (Fonte ansa.it)