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Classe “pollaio” a Caltanissetta, interviene l’Assessore Marina Castiglione: “Tutto iniziò con la vituperata riforma Gelmini. Città bersaglio di sperequazioni”

Redazione

Classe “pollaio” a Caltanissetta, interviene l’Assessore Marina Castiglione: “Tutto iniziò con la vituperata riforma Gelmini. Città bersaglio di sperequazioni”

Lun, 22/09/2014 - 09:54

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Marina CastiglioneCALTANISSETTA – Già all’atto della redazione della sezione Scuola del programma elettorale dell’Alleanza per la Città, era parso chiaro ai redattori che si dovesse promuovere la futura amministrazione comunale quale interfaccia tra la cittadinanza ed il mondo della scuola, nel comune interesse di formare una nuova classe di cittadini nisseni responsabili, partecipi e protagonisti dei nuovi tempi. Come ho avuto modo di dire in altri contesti, purtroppo la buona volontà della cittadinanza attiva si infrange contro la dura roccia delle norme in tema varate dai vari ministri che si sono sin qui succeduti, non ultime, anzi per prime, quelle riferibili alla giustamente vituperata “Riforma Gelmini”. Caltanissetta è stata bersaglio di sperequazioni tra organici di fatto e organici di diritto che hanno fortemente danneggiato studenti e docenti.

L’emblematico caso sollevato dalla Dirigente del Liceo “A. Manzoni”, Iosina Mannino, che ha lanciato un grido d’allarme e di sdegno per l’incredibile situazione venutasi a creare, è il risultato del “seminato” gelminiano. 42 alunni, di cui 4 disabili, in una sola classe e 15 in un’altra, con buona pace dell’offerta formativa, dell’efficacia dell’azione didattica, delle speranze affidate alle giovani generazioni, delle scelte individuali e familiari. Per non parlare poi della cattiva immagine riprodotta per la nostra città: il Dirigente del servizio scolastico territoriale ha applicato, e non poteva fare altro, le folli leggi sulla scuola imposte dallo Stato; la Dirigente ha mobilitato l’opinione pubblica, e non poteva fare altro. Per fortuna la risoluzione del caso è stata immediata ed è stato consentito direttamente dal Ministero lo sdoppiamento della classe. Ciò non toglie che lo Stato assicura da un lato il diritto allo studio, dall’altro lo nega congestionando le aule con studenti che diventano numeri; da un lato attua una campagna di assunzioni a tempo indeterminato, dall’altro – in virtù del taglio del tempo-scuola – produce una teoria di perdenti posto dopo venti anni di ruolo; da un lato vara il piano “Scuole sicure” e dall’altro dimentica l’esistenza del D.M. 26-08-92, continuamene prorogato dalla data della sua emissione, che indica in 26 presenze il tetto massimo di persone in un’aula per assicurare le condizioni minime di esodo in sicurezza.

Scuola e cultura sono motori di civiltà e il caso risolto del Liceo Delle Scienze Umane “A. Manzoni” non ci rende più tranquilli.