L’apertura dei lavori è stata affidata al Segretario Provinciale della UILM Nicola Calabrese, il quale dichiara: “Abbiamo vissuto con sofferenza tutto il periodo dei blocchi e il consistente sforzo sostenuto dai lavoratori metalmeccanici, stremati dalla difficile battaglia che ha portato all’incontro presso il Ministero dello Sviluppo Economico e permesso di arrivare alla sottoscrizione del verbale d’incontro. Siamo preoccupati dal cambio repentino dei vertici della raffineria che mentre è in corso un tavolo di gestione delle problematiche del sito che ha portato a sottoscrivere un importante protocollo presso la Prefettura di Caltanissetta e delimitare l’area dell’indotto, i vertici dell’ENI cambiano passo e annunciano la revoca degli investimenti. Abbiamo necessità di stabilizzare i comportamenti di tutti i soggetti chiamati a partecipare al rilancio delle iniziative se si vuole arrivare al rilancio del sito industriale di Gela, evitando atteggiamenti provocatori e destabilizzanti”.
La trattativa che verrà, impone a ciascun soggetto presente al tavolo del confronto di assumere comportamenti che diano serenità al prosieguo delle attività della Raffineria di Gela, alla luce degli investimenti annunciati nel 2011 e in parte portate avanti con la realizzazione di impianti che davano la speranza della realizzazione di un sito industriale capace di competere con i paesi dell’Europa ed essere punto di riferimento per l’area del Mediterraneo sul piano della raffinazione e della competitività dei prodotti petroliferi. Si è sviluppato un ampio e appassionato dibattito al quale hanno partecipato gran parte dei lavoratori presenti che col loro contributo consentono la ripresa del dialogo e attendono con fiducia che ogni decisione arrivi alla determinazione di mantenere i posti di lavoro.
Vincenzo Mudaro, Segretario della CST di Caltanissetta – Enna, pone l’accento sulla difficile vertenza registrata e sulla necessità che il sindacato confederale sull’intera gestione abbia un programma d’interventi che sia innovativo e adeguato alla difficoltà del settore, riprendano gli investimenti annunciati e mostrino la volontà del mantenimento del sito di Gela anche alla luce del riordino delle raffinerie italiane.
Dal dibattito è emerso inoltre, che il mondo del lavoro chiede alle Istituzioni del territorio e dell’area vasta della Sicilia, di far sentire le ragioni che debbono portare al rilancio della Raffineria di Gela e del suo indotto
Silvio Vicari Segretario Regionale della UILM, ha posto l’accento sulla difficile vertenza vissuta a Gela e sulla volontà di mantenere l’impegno a vigilare affinché la futura trattativa ponga al centro del dibattito il futuro dell’indotto dell’ex petrolchimico di Gela. Sostiene che la Categoria non è in grado di pagare alcun prezzo e che ogni riordino deve tenere conto di quanto già avvenuto nel sistema dell’ex petrolchimico e della perdita dei tanti posti di lavoro registrata negli anni nel settore metalmeccanico. A tale proposito investirà la Segreteria Nazionale della UILM, affinché intervenga a supporto della vertenza e del futuro del sito gelese.
Le conclusioni sono state affidate al Segretario Regionale della UIL Sicilia, Salvatore Pasqualetto, il quale sostiene: ”Il sito gelese e la sua capacità di raffinazione, debbono restare un punto fermo nel futuro piano industriale di Eni. Occorre riprendere le trattative a tutti i livelli di discussione Prefettura compresa, per dare serenità al territorio, ai tanti lavoratori del comprensorio e a gran parte delle province siciliane che nel sito di Gela, hanno trovato lavoro. La vertenza non è del comprensorio, oramai ha assunto una valenza nazionale e il Governo sulla vicenda deve affermare con chiarezza i propositi industriali sul territorio. La cultura industriale dei soggetti in campo deve prevalere di fronte a comportamenti individuali fuori da ogni percorso storico moderno, ed è arrivato il tempo che ciascuno risponda alle domande circa la continua permanenza dell’industria nel territorio in un contesto ecocompatibile. La trattativa che riprenderà a settembre, deve avere la capacità di porre al centro di ogni discussione, le tante professionalità costruite in quasi 60 anni di presenza della raffineria a Gela, quel patrimonio di mestieri esistente e che viene trasferito anche in altri paesi del mondo, è oramai patrimonio dell’intera nazione. Buon senso e razionalità devono accompagnare la ripresa delle trattative, sapendo che la raffineria deve continuare ad esistere anche alla luce del possibile riordino e dei nuovi programmi di Eni nel contesto nazionale. Il Governo nazionale non può abbandonare un territorio che registra una percentuale di disoccupati del 36% e non può consentire che l’industria di Stato si allontani dai territori che ne hanno maggiore necessità, perché la desertificazione industriale fa nascere una divaricazione e l’Italia, disunita, è un soggetto incapace di svolgere un ruolo attivo in Europa. Gela, ha mostrato la compostezza e la serietà delle relazioni industriali tanto da arrivare al primo protocollo e alla quasi sottoscrizione del secondo con la lista di disponibilità permanente senza una giornata di sciopero, ma con la partecipazione e il coinvolgimento dei lavoratori del settore. Vogliamo continuare con lo stesso spirito a condizione che tutti gli attori in campo mantengono la loro serietà e non abbandonino il campo, in corso d’opera”.