L’epidemia di Ebola in corso in Africa occidentale è una “emergenza di salute pubblica di livello internazionale”. Lo ha deciso il comitato di emergenza istituito dall’Oms, che ha dato l’annuncio durante una conferenza stampa a Ginevra. Lo status prevede misure aggiuntive di contenimento. L’epidemia, ha aggiunto Chan, è ”la peggiore che si sia avuta in almeno 40 anni”. ”Ci sono le condizioni per dichiarare l’epidemia un’emergenza di salute pubblica internazionale – ha spiegato il segretario generale dell’Oms -. Uno sforzo coordinato a livello internazionale è indispensabile per fermare la diffusione del virus”.
Ebola ”non è una malattia misteriosa, si può fermare”. Lo ha affermato Keiji Fukuda, vicesegretario dell’Oms, durante la conferenza stampa del Comitato di emergenza istituito per far fronte all’epidemia in corso. ”Abbiamo preparato raccomandazioni sia per gli stati affetti che per quelli che ancora non lo sono – ha spiegato -. La prima è che tutti i paesi in cui c’è trasmissione del virus dichiarino lo stato di emergenza nazionale”.
In passato lo status era stato utilizzato solo per la pandemia di influenza H1N1, la cosiddetta ‘suina’, e poche settimane fa per la polio. ”L’epidemia di Ebola in Africa Occidentale costituisce un ‘evento straordinario’, e un rischio di salute pubblica per gli altri Stati – hanno spiegato gli esperti del comitato, che si è riunito per due giorni – le possibili conseguenze di un’ulteriore espansione sono particolarmente serie e una risposta internazionale è necessaria. E’ parere unanime del comitato che siano soddisfatti i criteri per dichiararla emergenza internazionale di salute pubblica”.
In Italia il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha ribadito che “non c’è alcun pericolo in relazione al virus Ebola e non ci devono essere forme di psicosi, bensì forme di allerta che tutti i paesi hanno attivato e l’Italia per prima, a partire da posti, aeroporti e luoghi di fruizione turistica”. Chi invece ha portato ‘volontariamente’ il virus sul proprio territorio è la Emory University di Atlanta, che dopo aver accolto il medico volontario Kent Brantly, che si è infettato in Liberia, ha ricoverato nei giorni scorsi anche l’infermiera Nancy Writebol. Entrambi sono stati curati con un siero sperimentale, mai testato prima sull’uomo, che sembra dare buoni risultati. La corsa alle cure riguarda anche l’Italia, con un farmaco allo studio da parte del gruppo di Giorgio Palù, presidente della Società Europea di Virologia, a Padova.
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”La nostra molecola agisce bloccando l’entrata del virus nelle cellule – spiega Palù – sfruttando gli endosomi, delle piccole vescicole cellulari.Siamo ancora alle fasi preliminari della ricerca, con gli studi in vitro e su modelli animali”. In aiuto dei paesi che stanno affrontando l’epidemia arriverà anche la Banca Mondiale, che ha annunciato lo stanziamento di 200 milioni di dollari. La gara di solidarietà ha ‘contagiato anche l’Italia, con la Farnesina che ha stanziato 200mila euro per la Guinea, e altri paesi come la Germania, che invece donerà un milione di euro. (Fonte ANSA)