Semplice: perché i politici gelesi nella provincia/collegio elettorale di Caltanissetta hanno la certezza di essere i più votati e quindi gli eletti, cavalcando il campanilismo frustrato e la solidarietà per qualunque “paesano” (così dicono da quelle parti) che si candidi a qualcosa. Non così sarebbe stato in provincia di Catania e nel mare magnum del suo collegio elettorale regionale, o peggio, nel collegio circoscrizionale per il Parlamento, che taglierebbe alle spalle ai gelesi l’intero retroterra della Sicilia occidentale per immergerli in un contesto più ampio, metropolitano e policentrico, incontrollabile al sistema delle alleanze nord-sud che da sempre hanno costruito la base per la colonizzazione politica del territorio di Caltanissetta.
“Meglio primo in un villaggio della Gallia che secondo a Roma” diceva Giulio Cesare, secondo Plutarco, prima della guerra civile.
Che Pino Federico, Giuseppe Arancio, Lillo Speziale, Tonino Gagliano, Miguel Donegani, Angelo Fasulo & C. abbiano letto Plutarco da giovani? In fondo, i deputati eletti nel villaggio di Caltanissetta sono uguali a quelli di Catania, e qui sono certamente più sicuri.
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QUORUM 'NGRATO. A quanto pare, il referendum promosso da un illuminato comitato di rodio-gelesi in ordine ai nuovi, liberi consorzi di Sicilia, è confermativo. Dunque, secondo qualificati giuristi contemporanei, non sarebbe necessario raggiungere il quorum. Una cosa appare evidente, comunque: di "confermativo" c'è, da parte dei mediterranei rodio-gelesi, soprattutto un notevole, atavico astio verso i terragni sicano-nisseni. Ma, inevitabilmente mi chiedo: se invece del 36% della popolazione rodio-gelese avesse votato il 6% o il 16% o il 26% di essa, sarebbe sempre stato valido 'sto referendum confermativo?
Sono nisseno, ma forse sono più siciliano....
Non capisco la volontà dei gelesi di andare con Catania!!!
Ma se con Caltanissetta potevate contare, e molto, cosa pensate che andando con Catania tutto migliorerà???
Con Caltanissetta sareste e siete stati protagonisti e ago della bilancia su molto, con Catania??? Solo un piccolo paese lontano....
Qualcuno potrebbe spiegarmi meglio mi manca qualche dato e quindi non vedo logico questo "divorzio"! Solo ripicche perchè Caltanissetta è provincia e voi no? Non ci posso proprio credere...
GRAZIE!!!
Credo che sarebbe utile ed istruttivo, in ogni caso, indire un altro referendum, quello rivolto ai cittadini della Provincia di Catania al fine di esprimere con un SI o con un NO la loro volontà ad accogliere i gelesi e Gela nel (loro) Libero Consorzio Comunale della Provincia di Catania........
Il quorum sarebbe, a mio avviso, garantito dalla partecipazione in massa......
L'esito finale sarebbe scontato.......
Sull'argomento Referendum Gela ho già espresso il mio pensiero, ma intervengo per testimoniare che leggere Richelieu o Asterix è un vero piacere. A prescindere da quello che dicono, dal condividere o no il loro pensiero, non trovo aggettivi che possano rendere il piacere che mi regalano. Pertanto li ringrazio per l'apporto che danno alla sana dialettica. Certo mi piacerebbe di più, sapere chi si cela dietro i loro nik, visto che amo rivendicare quello che dico e penso, ma avranno le loro buone ragioni per nascondersi. Ma, in un mondo dove si interviene in forma anonima, raramente firmandosi, solo per dire minchiate, va bene così. Grazie ancora Richelieu e Asterix e ...alla prossima.
La cosa grave e' che sono veramente convinti che tutti i loro mali derivino dall'essere facenti parte della provincia di Caltanissetta!
Caro Ugo dobbiamo liberarci gli uni dagli altri per capire bene quello che si aveva dal referendum emerge un dato 23000 si al divorzio pari l 36% degli aventi diritto il resto non ha potuto o non è mai andato a votare quindi in democrazia contano i numeri ed il referendum confermativo non prevede quorum partecipativo basta il 99,2 % espresso dagli elettori, concludo che i cittadini gelesi non hanno nulla contro i nisseni vogliono solo più servizi adeguati alla popolazione ,
nessun burocrate nisseno si è mai impegnato di fare in modo che i servizi e la sanità fossero distribuire in maniera equa , concludo con un detto rivolto alla burocrazia nissena e non ai cittadini nisseni in gran parte persone per bene
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“Chi mangia poco, mangia sempre; chi mangia troppo, si strozza.”
Nessun burocrate Nisseno, e i burocrati Gelesi che hanno fatto? Troppo facile dare la colpa agli altri.
Referendum fallito per calcolo essere l'ultima citta della ex provincia di catania sai che goduria.. forse avremmo guadagnato tanto senza questi abili campanilisti..
Caltanissetta si deve riscattare ecco da dove ripartire
ma consideratelo valido lo stessooooo!!!!!...per carità!... sono decenni che vogliono staccarsi da Caltanissetta, accontentiamoli!...abbiamo solo da guadagnarci da tutti i punti di vista, primo fra tutti quello dell'immagine, che Caltanissetta non ha certamente eccellente!...desiderano staccarsi dalla nostra provincia, felici di lasciarglielo fare, se pensano che ai nisseni dispiaccia fanno un grosso errore.......felici di perdervi!...andate ad arricchire qualcun altro!
Analisi feroce ecc.mo cardinale, tesi pregiata. Lo scenario e' la terra, il significante l'istinto di conservazione politica, il referente fisico il popolo bue, che stavolta proprio bue non e' stato. Il quesito finale e' fondante dell'intera tesi: avranno o meno i nostri ecc.mi personaggi letto Plutarco da giovani? Lasciamo a Loro la risposta, che certamente conservano nella Loro profondissima intimità, dove è gelosamente celato il senso dello Stato nei confronti di Gallia o Roma che sia. A me piace pensare che abbiamo almeno letto Pluto, che lo scenario sia la città di topolinia, e perché no, magari paperopoli, e che le gesta a cui correntemente ci siamo abituati siano solo 'colpi' della banda bassotti, prontamente fermate dal commissario basettoni e dal sempre presente topolino. Certo...sono sconsideratamente di parte. In fondo sono un cartone animato anch'io. Altro dei miei pensieri potrò dirtelo solo in confessionale caro cardinale. Ma se invece la storia fosse diversa. Immagina un concerto di free jazz, dove il maestro della band annuncia una tournée in televisione. La band e' invasa da un brivido adrenalinico, come un cadetto alla cerimonia di proclazione ad ufficiale. Tutto perfetto, eccitante, ma non tutti i cadetti sono pronti, anzi! Qualcuno non regge l'emozione e si perde per strada, ma la maggior parte, quasi per un miracolo, risulta sfinita dai riti ipnotici degli inni di incitamento, ed al momento del giuramento scopre un irrefrenabile voglia di evasione. La musica inizia, e durante l'esecuzione il brano seducentemente cool devia verso il blues, per poi sconfinare verso il fusion, quando ormai gli esecutori più virtuosi hanno abbandonato la scena. All'ultimo la nobile arte promessa si rivela per quello che era all'inizio: un tormentone senza ne, il maestro un musicista da strada improvvisato, la scena la stessa, più stuprata di prima, con lo sfondo e gli odori di una promessa industriale tradita, con i rumori del brusio della gente disperata. Come è lontano quello studio televisivo, come e' lontano il Disney world.
Peccato che non hanno allargato il Referendum a noi nisseni, poteva essere l'occasione buone per liberarci di un fardello pesante come quello gelese
Altro commento carico di inutile astio. Ma a che serve ragionare così?