CALTANISSETTA – “E’ in atto una strategia di isolamento di due consiglieri che rappresentano il 40 per cento del gruppo consiliare” così Annalisa Petitto consigliere comunale del Partito Democratico la “Pasionaria” del gruppo dei ribelli, nell’incipit del suo discorso dinnanzi alla stampa. La frase è stata pronunciata durante la conferenza stampa convocata dalla Petitto e dal suo compagno di partito Francesco Dolce per spiegare le ragioni del loro voto negativo per l’elezione del capo gruppo, Angelo Scalia. Presenti anche due componenti del circolo “Faletra” Antonio Sapienza e Paolo Cardella. Non ci stanno i due giovani neo eletti alle regole che vigono nel partito e dicono la loro su metodi e procedure. “Il dato che umilia – ha dichiarato Annalisa Petitto – è quello dei numeri, che se fosse stato applicato avrebbe valorizzato due consiglieri che hanno lavorato per il partito, che sono al di sopra di ogni sospetto – ha continuato – che mettono gli interessi della collettività innanzi tutto e non i privilegi di parte o personali .” Non sono mancate le stilettate ai dirigenti del partito al loro modo di prendere le decisioni. Chi si aspettava però bordate potentissime ed alzate di scudi e andato via insoddisfatto. Toni duri, più che altro decisi, nessuna caduta di stile, che avrebbe potuto far pensare a beghe personali da risolvere sulla carta stampata. Anche se, chi sà, conosce bene i fatti, è consapevole che questa è una soap opera che va avanti da tempo e che i toni sono diventati sempre più tesi con il succedersi degli avvenimenti, dalla scelta del sindaco a quella del presidente del consiglio ed infine l’elezione del capo gruppo. Fino ad arrivare a questo punto. In sostanza la componente “Faletra” e nello specifico Annalisa Petitto non è mai stata presa in considerazione nelle decisioni al chiuso delle stanze, questo hanno fattoo intendere i convenuti, e così nasce la fronda ribelle. “Non è un problema di poltrone – ha ribadito la Petitto – ma lo svecchiamento della vecchia classe politica che gli elettori hanno bocciato .”
Non e’ stato parco di parole Francesco Dolce sulla mancanza degli organi di partito a vari livelli: ”Questo è un partito che paga l’assenza di organismi cittadini, l’assemblea provinciale mai convocata, per una gestione plenipotenziaria ed in questo partito tutto tace.” Dolce entra nel merito dell’elezione del capo gruppo: ”Chi dovrebbe garantire, non fa altro che fomentare le divisioni interne. E’ stata portata in riunione una proposta quella di un nome unico senza peraltro riunioni preventive.” In buona sostanza dall’alto dei suoi 525 voti Annalisa Petitto aspirava a fare il capo gruppo ma il partito ha deciso diversamente prediligendo l’esperienza di Angelo Scalia. “Il tanto invocato criterio dell’esperienza“ come si e’ sentito più volte ripetere dai protagonisti della conferenza stampa, come più volte si è sentita la parola emarginazione e maggioranza variabile che pare essere un criterio utilizzato per creare gruppi di forza all’interno del partito. Il dato chiaro è, che la vicenda che riguarda il duo Petitto –Dolce contro il resto del mondo, non si può leggere come una rottura bensì come una frizione fortissima, perché entrambi i consiglieri comunali hanno detto che resteranno nel partito, una sorta di lotta contro il sistema dal di dentro.
Ivana Baiunco