Salute

Scrive su Facebook: “Gela è inquinata”. E l’Eni gli chiede un milione

Michele Spena

Scrive su Facebook: “Gela è inquinata”. E l’Eni gli chiede un milione

Gio, 12/06/2014 - 08:49

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gela1GELA – Scrive su Facebook la propria idea riguardo all’inquinamento ambientale a Gela ma viene raggiunto da una citazione a giudizio dinanzi al Tribunale. Un imprenditore gelese, David Melfa, è stato citato a giudizio dalla «Raffineria di Gela Spa» per lesione all’immagine. L’industria chiede la condanna al pagamento di un milione di euro a titolo di risarcimento per i presunti danni subiti a causa delle affermazioni diramate attraverso il web. 

Melfa, che è anche il fondatore di un’associazione ambientalista, la Green Antinquinamento, non ci sta e ha dato mandato ai suoi legali ad intervenire, certo che si stia mettendo in discussione la libertà di parola e di pensiero. «Le mie dichiarazioni – racconta l’imprenditore – sono state ritenute dalla società dell’Eni diffamatorie e lesive dell’immagine aziendale. Ho detto che l’inquinamento della raffineria ha creato un disastro ambientale; il petrolchimico, il pet coke è causa di morte, malattie e malformazioni e che i costi ambientali altissimi sono causati dall’ Eni. Ho espresso il mio pensiero».Non è la prima volta che Melfa interviene in modo netto sulle questioni che riguardano l’ambiente. Il responsabile del sistema integrato di gestione della «Meic costruzioni srl» di Gela, con la «Green antinquinamento» ha già promosso una sorta di class action, seguendo la scia della vicina Milazzo che insieme ad associati e cittadini chiede rispetto e tutela per la salute ed i territori, non solo: «ho già avviato in precedenza delle azioni di risarcimento nei confronti dell’ Eni di Gela – racconta – sia sul piano civile che penale, anche perché ho lasciato la mia azienda per l’intolleranza alle emissioni moleste, è tutto documentato». Dopo l’accaduto e la richiesta di un mega risarcimento ha affermato: “porterò avanti la lotta per la libertà di espressione in favore della collettività e del bene comune”.La voce di Melfa non è la sola a far tornare di attualità il tema della salute e dell’ambiente, nei giorni scorsi anche la città ha voluto accendere i riflettori su questo argomento. Una fiaccolata si è mossa lungo le vie di Gela per rivendicare maggiore attenzione sanitaria ed istituzionale. Ad organizzare l’iniziativa, a cui hanno preso parte cetinaia di persone, è stato un sacerdote, don Giuseppe Fausciana, il quale ha provocatoriamente denunciato, durante la processione: “a Gela anche la Madonna è malata di cancro”, chiedendo così più attenzione per le cure rivolte a chi soffre di patologie tumorali, dal momento che, nella città del Golfo sono state registate alte percentuali di soggetti affetti da malattie gravi e di bimbi nati malformati. La tutela dell’ ambiente ed una maggiore attenzione da parte della collettività tornano a far discutere chi a Gela vive e lavora all’ombra della Raffineria.La citazione e la richiesta di risarcimento avanzata dall’Eni non nasce dalle semplici prese di posizione di David Melfa che da cittadino ha voluto esprimere il proprio parere sull’inquinamento a Gela, ma dai toni aspri adottati nei commenti pubblicati su Facebook. Sarebbero stati utilizzati termini come “campo di concentramento”, “forni crematoi” e “criminali ambientali” e questo avrebbe urtato l’azienda che non ha retto alle accuse, decidendo di prendere una posizione netta e portando direttamente in Tribunale l’imprenditore, ritenendo che esistano affermazioni meno offensive per dire la propria anche in merito a tematiche considerate complesse come quella ambientale.

(Lorena Scimè – Repubblica.it)