Il ‘talento’ per le scommesse, e più in generale per il gioco competitivo, sarebbe nella dopamina, una molecola rilasciata da alcuni neuroni e usata per comunicare con le altre cellule. Già precedenti studi avevano evidenziato come l’attività in giochi d’azzardo impegna in particolare due regioni del cervello i cui neuroni utilizzano nelle comunicazioni proprio questa molecola. Si tratta della corteccia prefrontale media, considerata come una delle aree coinvolte nella pianificazione, e il cosiddetto striato, che stimola la ricerca di ricompensa. Partendo da questa ‘coincidenza’ i ricercatori hanno voluto capire se la dopamina fosse quindi legata in modo diretto nei comportamenti nel gioco d’azzardo.
Per farlo i ricercatori hanno analizzato il Dna di 217 studenti universitari e, confrontando i profili genetici, hanno individuato ben 12 geni legati alla regolazione della dopamina. Gli studenti hanno poi partecipato a una serie di test in cui potevano scommettere attraverso il computer contro degli avversari anonimi. Competizioni di questo tipo impegnano due diversi tipi di processi di apprendimento: il prevedere le conseguenze delle proprie azioni e il creare un’immagine mentale del comportamento dell’avversario. Analizzando matematicamente le ‘prestazioni’ nel gioco dei vari studenti e confrontandole con le varianti genetiche della dopamina sono così emerse delle indicazioni chiare.
I dati hanno infatti dimostrato che la capacità di prevedere il comportamento dell’avversario è legato a specifiche caratteristiche genetiche che sono la stesse che ‘comandano’ la dopamina nella corteccia prefrontale. La migliore capacità di correggere la proprie decisioni è invece legata ai geni della dopamina dello striato. Lo studio dimostra quindi per la prima volta come le capacità nel gioco siano quindi direttamente collegate ai geni, e non solo all’apprendimento maturato dall’esperienza. La scoperta offre inoltre importanti spunti per comprendere meglio le malattie del cervello dovute a disfunzioni della dopamina come la schizofrenia. (Fonte ANSA)