Le riflessioni di Richelieu: “l’Innominato”

image Nel suo “castello a cavaliere di una valle angusta e uggiosa”viveva l’Innominato dei “Promessi Sposi”, circondato dai suoi bravi e da un alone di mistero e di rispetto carico di timore, ai margini della vita sociale ma al centro delle trame del potere.

Così, metaforicamente, ormai da anni, l’on. Cardinale tesse, da lontano, la sua tela. Intorno al potere, con il potere, per il potere. Capace di manovrare da maestro tutti i videogames delle correnti e delle elezioni, primarie comprese. Capace come un Transformer di riconvertirsi  da ferrovecchio in robot di ultima generazione,ipertecnologico e inarrestabile.

Così, da doroteo-manniniano-mastelliano-dalemiano, ha attraversato il crinale del millennio sempre in posizione di “influenza”, sommerso come il Nautilus quando si scontravano le correnti oceaniche e si sbriciolavano anche gli iceberg,  riemerge puntualmente in forma nuova all’orizzonte come Moby Dick, la Balena bianca che da sempre è stata il simbolo, inquietante e diabolico, del potere democristiano inaffondabile. Anche quando se n’è perso il nome, oltre che l’etimologia, della Democrazia Cristiana.

Se ne parla pochissimo di lui, quasi niente, (è questo il segno del potere autentico, in una terra in cui “la miglior parola è quella che non si dice”), ma lo si trova sempre nel backstage delle situazioni in cui si decide. Là dove nessuno si aspetterebbe di trovarlo.

Come quando, poco più di un anno fa, diventò il coordinatore regionale del “Megafono”, il movimento politico-elettorale che ha portato  Crocetta alla presidenza della Regione, espressione immaginifica e barocca di quella “Comitiva della legalità”, fatta di industriali con frequentazioni negli stessi salotti buoni dei magistrati di tendenza, che con lui si dava gli strumenti per lanciare la sua OPA sul potere regionale, direttamente, senza altre mediazioni, come si usava una volta. Proprio mentre le dichiarazioni di qualche pentito incauto e non aggiornato avrebbero rischiato di trascinarlo nel tritacarne mediatico degli impresentabili.

E per Crocetta ha continuato ad irrobustirne l’incerta maggioranza nel Parlamento regionale fondando un gruppo di deputati “Democratici e riformisti per la Sicilia” (da pochi giorni PDR Patto Democratici Riformisti, fagocitando persino un ex 5 Stelle come Venturino, Vicepresidente dell’ARS), contenitore politico  che si apre e si chiude come le chiuse del Canale di Suez, per fare uscire da un partito e fare entrare in maggioranza peones e capicorrente, come un regista di kolossal.

Ultima operazione clamorosa: la candidatura di Michela Giuffrida alle europee, giornalista del gruppo editoriale Ciancio (padrone dei media in Sicilia), espressione di “Articolo 4” (Lino Leanza-ex Lombardo-ex UDC), eletta a sorpresa a  Strasburgo, mandando per aria i piani e le triangolazioni dei “palermitani plebei” comeCracolici. Giovanotti senza scuola, senza stile.

Da Raffaele Lombardo a Giuseppe Lupo, da FrancantonioGenovese a Giuseppe Lumia, presi e “posati” un attimo prima della loro consumazione, il tessitore del Vallone, instancabile e indistruttibile, continua ad essere il kingmaker di chi vuole contare in Sicilia. Contare soltanto, perché a comandare ci pensa lui.

Perché l’aplomb del leader non si improvvisa. Con quale leggerezza, in poche ore, aveva lasciato il Parlamento in nome del rinnovamento generazionale, collocando la figlia al suo posto (lista bloccata naturalmente), con una operazione che in altri tempi e in altre condizioni avrebbe impedito a chiunque l’accesso ai luoghi della politica e della società civile vita natural durante! E la ragazza è già alla seconda legislatura.

Lo chiamano ancora Ministro (Comunicazioni nei Governi D’Alema e Amato, massimo importatore siciliano di call-center);onorevole sarebbe quasi un condizionale riduttivo, e  i suoi famigli (ministeriales si chiamavano in epoca feudale) gestiscono il territorio per lui, telecomandati wi-fi (i fili sarebbero da vecchio padrino), in alcuni posti-chiave: al CEFPAS (parcheggio o trampolino?), alla Segreteria provinciale del PD, nelle istituzioni locali. Anche portando, quando occorre, la pallina nera del veto, come nelle ultime elezioni comunali contro Messana.

E’ riuscito persino a fagocitare e digerire l’osso più duro dell’ex PCI:  Lillo Speziale, mister 5 legislature, dominante da Gela al Vallone, liquidato con un secco uno-due tra un finto passo indietro e le primarie perdute senza appello, l’unico competitor, roccioso e spregiudicato quanto lui, (ma meno elegante nella tragedia) che avrebbe potuto avere nel PD.

Senza nessuna carica ufficiale, ancora oggi tiene le chiavi del PD siciliano, come dicono i poveri cristi della segreteria regionale apparente: “costruendo gli accordi politici più che ai tavoli dei partiti ai tavoli dei ristoranti”, erede della grande tradizione del decisionismo conviviale che in Sicilia ha segnato le tappefondative della storia dei poteri occulti.

Persino in epoca Renzi, il rottamatore spietato, che luinaturalmente “appoggia”.

Perché i transformer non si rottamano; si rigenerano sempre, inesorabili e indistruttibili.

Richelieu

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  • Caro cardinale. Apprezzo che stai alzando il tiro. Penso, però, che paragonare Cardinale all'Innominato sia pò arduo. Capisco che il paragone è suggestivo abitando Lui vicino ad un castello. Allora chi è don Rodrigo; e i bravi; e don Abbondio e gli altri personaggi di manzoniana memoria. Mi permetto un piccolo accostamento: Don Rodrigo PAGANO; Don Abbondio TORREGROSSA; i bravi TUTTI GLI ALTRI cominciando da Campisi, Di forti, etc. Spero che molto presto ci parlerai anche degli...... altri.

  • Puntuale descrizione di una situazione politica che conoscono, riconoscono, ammirano e rispettano tutti. Come ho già scritto nell'intervento a proposito di "cuffarino" al ballo del Principe Salina ( chiaramente mi riferivo al nostro Cardinale) vogliono partecipare quasi tutti per fare cambiare tutto senza modificare nulla...Sono più di cent'anni di storia moderna che questa terra produce furbi personaggi che politici non sono ma perfetti incantatori di serpenti ( o pastori di greggi...) con le loro corti a seguito in continuo turbinio di scambi di poltrone e poltroncine...
    Cosa ha fatto per questa terra il tanto osannato don Sturzo da Caltagirone, cosa ha fatto per la Sicilia il già Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Scelba da Caltagirone ( certo che Caltagirone ne sforna di campioni...) solo per citarne alcuni andando indietro nel tempo ( quelli contemporanei non meritano nemmeno di essere citati), la stessa e identica cosa che ha fatto e farà l'onorevole Cardinale e famiglia; 'na beata m....a!
    Quantomeno sono tutti stati solidali e concordi con i loro predecessori...
    Bravi i nostri rappresentati "moderati", moderatamente politici, ma spiccatamente abili a restare incollati alle loro poltrone muovendo i fili di questo e di quello come in un grande teatro dei pupi.
    Questa terra non avrà redenzione nè in terra e nè tantomeno in cielo nonostante i cardinali...

  • Trilogia del Cardinale.
    Il Cardinale, il Micciche Cuffaro ed il coniglio mannaro. Tre storie e due denominatori comuni. Sonno della ragione ed illimitata soggiacienza al potere. L'ultimo è indiscutibilmente il primo nella scala che sapientemente il nostro richelieu, da sapiente criptografo ha costruito per svelarci la soluzione. Lo charme e l'autorevolezza dell'eccellente collega non lascia dubbi sulla perfetta interpretazione e risultato sicuro nella malia, non solo del popolo bue, ma anche di chi lo rappresenta immaginando di se stesso capacità politiche il più delle volte inesistenti, al punto tale da barattare polvere d'oro con sale minerale (da spargere naturalmente sulle rovine della nostra adorata terra). Il secondo, il Gianluca nostrano sta studiando per la porpora, ma dagli incompleti studi emerge ancora acerbo, e suo malgrado in quello scambio con la polvere d'oro dovrà fornirsi di qualcosa di maggior valore rispetto al sale, che comunque avrà uguale effetto sulla nostra terra, a partire dalle rovine della nostra ormai ex provincia orfana di Gela e di chissà chi altro, a dispetto delle obbligazioni assunte in campagna elettorale. Certo non è un buon segno per l'affollato stuolo di creditori. L'ultimo rimane il coniglio mannaro, apparentemente maturo, ma in realtà più che acerbo verde. Si il verde della speranza tradita di essere candidato sindaco, candidato deputato regionale, ed in ultimo neanche più candidato consigliere comunale, ed ora, per mano del Pagano, neanche più candidato nel partito. In fondo il più sincero di tutti, perché alla fine ha ammesso che in cambio di quella polvere d'oro non ha più nulla da offrire

  • Tutta invidia !!!! Cardinale è un mago e fa bene ....voi siete solo buoni a chinar vi....

  • Se gli abitanti di questa nostra terra fossero - almeno un po - capaci di interpretare criticamente la realtà al sig. Cardinale l'avrebbero posato da un pò......
    Ma siccome amiamo farci del male premiamo chi è il maggiore responsabile di questo deserto economico e sociale.

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