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La vittoria di Pirro (?) del civismo e lo psicodramma identitario del centrodestra: analisi del voto amministrativo a Caltanissetta

Redazione

La vittoria di Pirro (?) del civismo e lo psicodramma identitario del centrodestra: analisi del voto amministrativo a Caltanissetta

Dom, 15/06/2014 - 15:46

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imageIl lungo periodo elettorale a Caltanissetta è finito. Il nuovo sindaco Giovanni Ruvolo è stato eletto e tutti siamo chiamati ad augurare buon lavoro alla nuova amministrazione comunale. Dopo qualche giorno, la città pare lentamente tornare al proprio ritmo di sempre – disinteressato e “sonnacchioso” – dinanzi alle questioni politiche. Però ad una settimana dal voto del ballottaggio, occorre un’analisi politica del risultato che sia quanto più possibilmente lontana e disinteressata dalle parti in causa e con la pretesa di essere un tentativo almeno approssimativamente attiguo alla realtà.

Per i nisseni, la proposta politico-amministrativa del Polo Civico – sostenuta dal Partito Democratico e dall’Unione di Centro – si è mostrata la più convincente concedendo a Ruvolo la vittoria. Tuttavia, bisogna chiedersicome quest’ultima si sia configurata e se abbia rispettato le attese dei vincitori. Il Polo Civico, sorto dall’amalgama di varie forze e dal soggetto politico di ICS, nasce con la primaria finalità di riavvicinare i cittadini alla vita politica tramite una proposta “civica” e non partitica di corresponsabilità pubblica. Se esaminiamo i dati della vittoria del civismo a Caltanissetta, possiamo comprendere quanto sia stata recepita dai cittadini tale proposta. Al primo turno (includente le elezioni per i membri del parlamento europeo e per i futuri consiglieri comunali a Palazzo del Carmine) i votanti hanno superato di poco la soglia del 60%. Al ballottaggio, invece, si è giunti di poco al 40%. Se aggiungiamo a questi, la differenza – inusuale e non fisiologica – tra le preferenze ricevute al primo turno da Ruvolo (12.143) e quelledalle cinque liste a suo supporto (17.675), dobbiamo certamente avanzare ai nuovi amministratori qualche quesito e alcune perplessità. Si può parlare di netta vittoria del civismo a Caltanissetta quando l’amministrazione sarà sostenuta in maggioranza da consiglieri comunali provenienti dai partiti del PD e dell’UDC? Ancora, possiamo parlare di una piena e consapevole accettazione da parte dei nisseni della proposta civica avanzata da Ruvolo quanto poco più del 60% (fra il 40% dei votanti) hanno preferito quest’ultimo come nuovo amministratore? Queste sono domande e perplessità che non mettono assolutamente in dubbio la certa vittoria del candidato del Polo Civico, ma pongono quesiti e argomentazioni reali sulla bontà e sulla recezione del progetto politico del civismo nisseno a sfondo etico. Se la partecipazione al voto è stata così bassa e davvero poco partecipata, soprattutto al ballottaggio, nonostante la presenza di un candidato non dei partiti e almeno nella proposta “civico”, probabilmente per riavvicinare i cittadini alla vita politica serve altro da sostanziare attraverso il vero cambio di passo dei partiti a livello locale e nazionale. La speranza è quella che non si usi il potere politico-amministrativo appena conquistato per avvicinare – con una forza dall’alto verso il basso – i cittadini alla politica. Poiché l’intervento del nuovo primo cittadino e dei relativi assessori dovrà essere legato – come insegna il padre del popolarismo italiano don Luigi Sturzo – alla cosa pubblica, alle leggi, all’ordine amministrativo. Dunque, la politica non può creare l’etica e la partecipazione civica. Per lo sviluppo di quest’ultime,necessita lo sforzo di altre realtà sociali e in genere umane che differiscono dal piano politico-amministrativo. Per tutti questi motivi possiamo provocatoriamente proporre la lettura, all’indomani del dato elettorale e pertanto in maniera del tutto parziale, di una presunta “vittoria di Pirro” per il civismo nisseno.

Ma di seguito alla tornata elettorale europea e amministrativa, il vero problema politico in vista del prossimo futuro si pone per il centrodestra. Stando al flatus vocis, il destino di quest’importante area politica pare essere un soggetto similare al Partito Popolare Europeo in grado finalmente di riaggregare forze divise ma comuni nei valori e nella proposta. Ma l’esito del voto nisseno ci dice che tale progetto parte azzoppato. Al ballottaggio, infatti, giunge un candidato fieramente di destra – Giarratana – che con modalità “civiche” è riuscito ad oltrepassare – nei voti ricevuti – le ceneri bollenti di un’onnipotenza politica ormai al tramonto, quella dell’on. Alessandro Pagano. Quest’ultimo, a Caltanissetta come a San Cataldo, non riesce più a far sintesi e ad organizzare i “moderati” di destra e perciò la sua parabola politica pare in dirittura d’arrivo. Il suo destino sembra essere simile a quello di chi lo fece innamorare e pertanto “scendere” in politica, quel Silvio Berlusconi che i rappresentanti del Partito Popolare Europeo non riconoscono (e non sono gli unici) come leader credibile per il futuro. Così, con la persistenza politica di Berlusconi sul piano nazionale e di Pagano su quello locale, la genesi embrionale del Partito Popolare sembra già segnata in negativo. In questo ragionamento, entra di forza e di diritto l’Unione di Centro guidata a Caltanissetta dall’on. Miccichè, il quale se alle europee si è alleato con Pagano, alle comunali ha preferito il civismo di Ruvolo proprio per soppiantare il potere del deputato sancataldese e magari prenderne il posto. Perciò, pare evidente che la continua ricollocazione politica dell’UDC fa emergere lo psicodramma identitario in atto oggi nel centrodestra nisseno e italiano. Tale stato confusionale rimanda al quesito radicale: su quali idealità valoriali-programmatiche e su quale profilo identitario si può ricostruire un’area come il Partito Popolare? Questa domanda assolutamente aperta e in divenire, trova solo risonanze negative dall’esito del voto per le comunali nissene.

Da una parte e dell’altra, i competitors politici di queste amministrative a Caltanissetta hanno sostenuto l’importanza della partecipazione democratica dal basso da parte dei cittadini. Pertanto, oltre alle dovute risposte nei termini progettuali che il territorio legittimamente si aspetta, chi si propone politicamente con soggetti organizzati sia altrettanto disposto a dare repliche fondate e razionali ai quesiti sulla credibilità del loro progetto politico che dal basso vengono posti.

Rocco Gumina