L’inventore di quella scatola metallica luminosa che ci dà il via per premere il piede sull’acceleratore o che ci obbliga a schiacciare il freno è James Hoge. Dopo di lui, il pioniere delle traffic lights, arriverà, sei anni più tardi William Potts, con il primo semaforo automatico, e nel 1923 l’afroamericano Garret Morgan brevetterà il terzo segnale luminoso di colore giallo. Una rivoluzione che ben presto si allargherà a macchia d’olio sulle strade di tutto il mondo, a cominciare da New York. Nel Vecchio Continente il primo semaforo si accende nel 1922 a Parigi. Poi, a catena, la novità fa la sua comparsa ad Amburgo, a Berlino, a Londra. (Fonte ADNKRONOS)
In Italia occorre attendere il 1925 per vedere in azione il primo semaforo, a Milano, all’incrocio tra Piazza Duomo, via Orefici e via Torino. Migliaia accorrono in piazza, dove ora c’è una rotatoria in cemento, per assistere all’evento. E subito ci si divide tra chi resta affascinato da quella “diavoleria che cambia i tempi della città” e gli scettici che sentenziano impietosi, prendendo però un colossale granchio, “ è un inutile marchingegno che dura minga…”.