CALTANISSETTA – Il vento della campagna elettorale ha portato in Sicilia Pier Ferdinando Casini, leader dell’Udc e vecchio rappresentante della casta mestierante della politica italica. A beneficio degli smemorati, vogliamo fare un breve excursus storico. Casini iniziò la sua lunga e lucrosa carriera agli inizi degli anni ’80 nella Democrazia Cristiana, nelle cui fila diventò consigliere comunale a Bologna e poi deputato, entrando nel 1989 nella direzione del partito.
Qualche anno dopo uscì dalla Balena bianca, travolta dagli scandali di Mani Pulite, e fondò il Centro Cristiano Democratico con Clemente Mastella, altro illustre rappresentante della casta politicante trasformista italica, che dopo essere diventato Ministro della Giustizia incapperà nelle maglie della giustizia stessa (!), finendo sotto indagine assieme alla moglie per truffa e appropriazione indebita.
Ma tornando indietro al 1994, il tandem Casini-Mastella si alleò con la Lega Nord di Bossi, con la neonata Forza Italia di Silvio Berlusconi e coi neofascisti del MSI, la cui maggioranza di lì a poco confluirà in Alleanza Nazionale, partito guidato da Gianfranco Fini. Questo gruppo andrà al governo nel maggio del ’94, ma l’esperienza governativa durerà solo pochi mesi.
Casini e il Berlusca al governo contro le masse popolari
L’allegra compagnia resterà tuttavia unita, e darà vita nel 2001 al secondo Esecutivo Berlusconi, quello diventato famoso come “il più lungo” della storia repubblicana d’Italia (coerentemente con l’idea borghese secondo cui la “lunghezza” e la “stabilità” costituiscono valori assoluti: nostalgie del lunghissimo ventennio fascista?).
In questo lungo – e tormentato, per le masse popolari – periodo di governo, Casini e la sua Udc (Unione dei Democratici Cristiani e di Centro, nata nel 2002 dalla fusione del CCD col CDU), insieme ai degni alleati di governo, si sono distinti per alcune misure indimenticabili: giusto per ricordarne alcune, la Legge Biagi, che incrementa la precarizzazione del lavoro, la legge razzista Bossi-Fini (da un leghista e un neofascista del resto cosa ci si poteva aspettare in termini di politiche migratorie?), la legge elettorale “Porcellum”, recentemente dichiarata incostituzionale dalla Consulta, la Legge Gasparri in misura radiotelevisiva, per rafforzare la videocrazia del
Bonaparte di Arcore, le missioni militari in Iraq e in Afghanistan, in combutta con Bush, coerentemente col principio dell’amor cristiano che anima Casini e i suoi sodali. Principio che lo porta peraltro ad opporsi all’ipotesi di riduzione della partecipazione italiana a quelle che lui definisce “missioni di pace” all’estero (i civili sterminati evidentemente per lui sono solo necessari effetti collaterali sull’altare della guerra per l’esportazione della “democrazia”). Sì alle guerre, no ai diritti delle persone omosessuali. Come è evangelico! Saranno i benefici effetti della prima storica visita di un Papa a Montecitorio, avvenuta nel novembre del 2002 proprio in seguito all’invito del devoto Casini a Giovanni Paolo II.
Mafie e Monti
Nel 2008, dopo quattordici anni di alleanza, Casini rompe – ma solo provvisoriamente! – il sodalizio con Berlusconi, mentre il suo ras siciliano, u zù vasa vasa Totò Cuffaro, viene travolto dalle inchieste giudiziarie e poi condannato e incarcerato per favoreggiamento aggravato a Cosa nostra. In perfetta continuità con la peggiore tradizione della democrazia cristiana, che ai tempi dell’andreottismo in Sicilia aveva costruito un impero con il contributo della cupola mafiosa. Nel 2011 Casini appoggia il governo tecnocratico di Monti, che continua le pesanti politiche di austerità contro i lavoratori e le masse popolari, aumentando le tasse e l’età pensionabile ed attaccando l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Del resto, Casini si è dichiarato favorevole all’ulteriore aumento di “flessibilità” (leggasi precarietà e ricattabilità) del lavoro e anche a maggiori possibilità di licenziamento da parte dei padroni, purché accompagnate dal contentino di unammortizzatore sociale. “Com’è umano lei!”, potremmo dire parafrasando il famoso ragioniere
tragicomico. Il fatto che il lavoro sia un “diritto”, e che ad esso sia legata la dignità di una persona, non sfiora minimamente la testa del nostro “democratico cristiano”, che ha sostenuto la continuità della mattanza sociale operata da Monti all’interno di una coalizione trasversale comprendente oltre all’Udc anche Pd e Pdl. Mentre a livello locale, a seconda delle coordinate geografiche, l’Udc si è alleato in questi anni qui col centrodestra, lì col centrosinistra, a seconda di chi offriva in quel momento le maggiori garanzie per il raggiungimento delle poltrone.
Con Berlusconi, Alfano, il Pd e… Ruvolo!
Alle politiche del 2013 Casini si coalizza con Scelta civica di Mario Monti, e nonostante i deboli risultati dell’Udc, in calo di consensi, il nostro gattopardo riesce a riacciuffare lo scranno di senatore. Mentre appoggia il governo delle “larghe intese” di Letta, Casini esprime l’intenzione di riallacciare le relazioni con il centrodestra, che ha conosciuto da pochissimo la scissione della corrente alfaniana dai berluscones (nonostante a livello locale continuino a correre assieme, come avviene ad esempio qui a Caltanissetta con la candidatura di Iacona, sostenuto sia da Forza Italia che dal Nuovo Centrodestra di Alfano).
E proprio con il Nuovo Centrodestra l’Udc di Casini risulta gemellata all’imminente competizione elettorale europea. Da buon cristiano, Casini ritiene che una possibilità si debba concederla a chiunque, magari più di una. Questo è il principio che lo ha spinto a sostenere anche l’attuale governo del sedicente “rottamatore” Renzi, prossimo carnefice dei lavoratori, il quale a sua volta evidentemente non è poi così predisposto a rottamare. E infatti Renzi ha ricambiato il supporto del buon vecchio Casini con una poltrona ministeriale per l’Udc Gian Luca Galletti. Questo, in sintesi, il lungo percorso politico di Pier Ferdinando Casini. Questo è il contributo in termini di esperienze che costui viene a portare a Caltanissetta per supportare nello stesso tempo – apoteosi del trasformismo! – sia la lista presentata dall’Udc per le europee insieme al Nuovo Centrodestra di Alfano, sia il candidato a sindaco di Caltanissetta supportato assieme al Pd, quel Giovanni Ruvolo che fino a ieri operava nei comitati territoriali sputando contro i “partiti”!
Un’alleanza singolare quest’ultima, non c’è che dire: un biglietto di presentazione estremamente eloquente per Ruvolo. Chissà se lui e il suo entourage, a parte gli slogan e gli avveniristici progetti di collegamento via iphone delle anziane signore col Municipio (!), hanno riflettuto per un attimo sulla storia e sulla natura dei loro alleati, dell’Udc come del Pd, e sui reali problemi delle persone, in primis il massacro del lavoro e dei servizi pubblici basilari operato in questi anni dai partiti di sistema, alcuni dei quali oggi sono alleati con lui.
Come PdAC continueremo a denunciare le politiche trasformiste e opportuniste di tutti i partiti di sistema, e dei personaggi e delle liste “civiche” che su quei partiti si appoggiano, candidandosi a gestire l’esistente in cambio di qualche poltrona. La nostra opposizione alla futura amministrazione, di centrodestra o di centrosinistra che sia, sarà radicale e intransigente. Non si limiterà di certo ai comunicati e alle lamentele astratte, ma mirerà a raccogliere le istanze delle masse popolari contro gli affaristi arroccati nei palazzi.
Per avviare un cambiamento reale a Caltanissetta, a partire dalle piazze, e per continuare con forza in tutta la Sicilia, come in ogni parte del mondo, la costruzione dell’organizzazione rivoluzionaria internazionale (la Lit-Quarta Internazionale), unica strada per l’abbattimento del sistema capitalista.
Partito di Alternativa Comunista (PdAC) – Sezione di Caltanissetta