SAN CATALDO – Lettera aperta ai concittadini sancataldesi. Queste righe riassumono il sentimento di chi, dopo aver letto negli occhi di centinaia di compaesani un rinato interesse per le vicende del Nostro Comune (e, di conseguenza, di ognuno di loro), scioglie qualsivoglia riserva in merito ad una proposizione quale candidato Sindaco che, alla luce di ció, non può che assumere un senso definitivo.
Leggere in quegli occhi nuova speranza e acceso entusiasmo, l’aspettativa di un nuovo modo di amministrare, l’ammorbidimento della delusione e della disillusione nei confronti della politica, l’impeto propositivo nei confronti della possibilità di realizzare le migliori condizioni di partecipare alla programmazione delle attività e alla definizione delle stesse, non mi concede più di esimermi dall’impegno o di prevedere ulteriori condizioni per una mia partecipazione alla competizione elettorale.
Fino a due giorni fa, il mio nome era una semplice proposizione, una possibilità resa a degli amici impegnati nelle sorti di San Cataldo, e da questi fatta propria nel momento in cui i rumors cittadini si diffondevano. Le dichiarazioni rese domenica scorsa dal segretario PD, Gabriele Amico, derivavano dalla mia disponibilità a far sintesi rispetto all’eccessivo (a parer mio, come di tanti altri sancataldesi) frazionamento di visioni partitiche che la città vive: un clima di incertezza che la cittadinanza non puó più permettersi di respirare.
Ad una esplicita richiesta di “metterci del mio”, ho avvertito, non senza le necessarie riflessioni, l’esigenza morale di rispondere SI: mi metto a disposizione, ritenendo che la possibilità di amministrare il nostro Comune possa realizzarsi concretamente. Chi aderirà, da oggi in poi, al progetto, potrà spogliarsi da “logiche” e contrasti che nulla hanno a che fare con il bene del paese, rendendo sempre più largamente condiviso questo proposito.
Assumo pertanto l’onore, garantendo infinito impegno, di rappresentare nella prossima tornata elettorale chiunque, al di là del colore partitico, abbia già espresso gradimento e appoggio e avrà voglia di sposare concretamente l’ideale di politica al servizio del cittadino, e non per interesse personale.
Per la necessaria chiarezza, ritengo che la mia annosa lontananza dalla città (periodo nel quale poco é cambiato in meglio e tanto é peggiorato), conclusasi circa due anni fa, come il mio non conoscere tutti gli attori del panorama politico cittadino, facciano sì che io non sia cieco rispetto ai problemi del Nostro Comune e possa approcciarmi alla soluzione degli stessi senza timori reverenziali, sia rispetto alle questioni tecniche che ai portatori di interessi, sostanziando la soluzione più opportuna, con la libertà di chi non conosce parte del retaggio storico ereditato, ma che si ritiene capace di valutarne le conseguenze per la città.
Ciò rappresenta la base di un nuovo modo di operare, che necessita del supporto e contributo politico di più versanti: un progetto teso a superare gli attriti del passato, dove il “primo cittadino” (primo a metterci del suo, primo ad ascoltare le esigenze, primo ad analizzare le proposte) non appartiene a nessuna delle realtà che lo propongono e che, per questo, convinte della bontà della scelta, decidono di sostenerlo.
Neanche se fosse stato un solo paio d’occhi a riporre fiducia nella mia persona e nelle mie competenze, avrei potuto tradire: non possono esse dunque né la mia precedente assenza, vissuta sulla mia pelle come accade a tantissimi nostri giovani e non più giovani concittadini, né la volontà espressa dietro le scrivanie delle segreterie delle classi dirigenti politiche, a poter fermare lo slancio di un progetto di una buona, trasparente, efficace ed innovativa amministrazione della cosa pubblica. Chi decide é ogni concittadino/a che, il prossimo 25 maggio, si recherà alle urne, e decreterà senza appello se qualcosa di diverso dalla tradizionale politica, di cui lamentarsi ma dalla quale non separarsi, potrà effere fattibile.
Ribadisco, pertanto, la fondamentale importanza di un confronto con ogni realtà politica, associativa, economica, sociale della Nostra Città, ed invito ciascuno a riflettere sulla possibilità e sulla improcrastinabilità di un rinnovamento, abbracciando, conseguentemente, per il bene comune, per il bene del Nostro Comune, per il bene di San Cataldo, la proposta che incarno e della quale nessuna strategia partitica potrà spogliarmi.
Danilo D’Agliano