CALTANISSETTA – Ci siamo. La campagna elettorale è entrata finalmente nel vivo. Si cominciano a vedere faccioni di candidati per le strade e la caccia al voto è già aperta da qualche settimana.
Sembra di guardare un film già visto. Un proliferare di candidati e candidate che, chissà per quale inspiegabile motivo, ogni cinque anni maturano la convinzione di essere i soggetti migliori ad amministrare la cosa pubblica.
Una campagna elettorale che rischia di passare alla storia come la più travagliata e confusionaria della storia di Caltanissetta. Dal punto di vista politico credo che vadano fatte alcune considerazioni agli smemorati e ai non attenti osservatori della politica locale.
Il M5S e ICS, apparentati alle amministrative del 2009, sembrano aver perso l’unione d’intenti e schiereranno due diversi candidato a Sindaco. Nonostante attorno al dott. Ruvolo si sia trovata l’unità della coalizione di centro-sinistra, non si può certo dire che si siano avviate le condizioni per il rilancio di Caltanissetta. In caso di vittoria, infatti, il progetto civico di partenza si troverà ostaggio dei partiti e delle legittime richieste che da questi verranno avanzate nei confronti dell’eventuale Sindaco. Ci ritroveremmo, insomma, un’amministrazione ingessata sulle prese di posizione dei partiti ed una situazione di stallo politico, dove a farne le spese saranno sempre e solo i cittadini.
Il centro-destra, invece, dopo le ultimissime dichiarazioni di Campisi relative al definitivo passo indietro sulla ricandidatura si trova ancora alla ricerca di una candidatura valida. Anche in questo caso delle valutazioni sono d’obbligo. Voglio citare all’uopo due antichi proverbi marinari: “Quando il mare è calmo, siamo tutti marinai” e “Raddrizza le vele secondo il vento”. Quello che abbiamo visto, infatti, in questi mesi è stato un continuo defilarsi di franchi tiratori, pronti a salire a “bordo” cinque anni fa ed altrettanto pronti a scendere o peggio ancora a cambiare imbarcazione oggi che il mare è in tempesta e il vento soffia più forte in altre direzioni. Non saranno passate inosservate, ai più attenti, le autoproclamazioni, gli attacchi, i passi indietro di coloro che dopo aver camminato a braccetto per cinque anni con quest’amministrazione, oggi gli hanno voltato le spalle, speranzosi di rifarsi una verginità politica da riuscire a camuffare bene dietro la loro viltà per potersi sottoporre nuovamente al giudizio dei cittadini, senza portarsi addosso il pesante fardello che un’amministrazione che aveva ereditato milioni di euro di debiti e che ha rimesso i conti in regola, si lascia alle spalle. Amministrazione, comunque, alla quale va dato anche il merito di aver risalito 5 posizioni nella classifica delle città più vivibili d’Italia e aver scavalcato Catania e Palermo in classifica. Ricordo che in quell’occasione particolare, tanti “addetti” dell’amministrazione fecero a gara per intestarsi quel risultato. Oggi sono gli stessi che criticano l’operato del Sindaco e sono pronti a screditarlo in ogni angolo della città. Sia chiaro che la mia non è una difesa nei confronti di Campisi, che non ha bisogno di difensori, e che sicuramente avrà le sue responsabilità politiche, prima fra tutte quella di essersi circondato di persone, poco competenti e poco leali.
Un’ultima valutazione va fatta sulla miriade di candidati che si apprestano a correre per uno scranno in consiglio comunale. Il Comune di Caltanissetta, cari candidati, non è uno stipendificio e non può essere considerato tale. Riflettete bene, dunque, sui motivi che vi hanno portato ad accettare la candidatura e sul compito che sarete chiamati ad assolvere in caso di elezione. La Politica non è solo l’indennità, ma è passione e servizio della collettività. Se c’è qualcuno che cerca lo stipendio, quindi, è pregato di farsi da parte. Anzi consiglio ai futuri consiglieri comunali, di rinunciare all’ indennità.. Sarei curioso di sapere di quanto calerebbe il numero dei candidati se per il ruolo di consigliere comunale non si percepisse alcuna indennità.
Cari concittadini vi invito a riflettere. Non è tutto oro quello che luccica.
Antonio Bonifacio