CALTANISSETTA – Sono la voce profonda dell’anima nissena, i Fogliamari, che portano a spalla da sempre il Signore della Città, a piedi scalzi e cantando le lodi del Cristo degli ultimi, intorno a cui si snoda la processione più mistica e spirituale che segna l’identità collettiva dei nisseni come nessun altro momento.
Fogliamari o Figliamari, nella dizione popolare, a seconda che li si identifichi con il frutto del loro lavoro, le erbe amare raccolte in campagna, o con la durezza amara della loro condizione esistenziale.
Non sono “lamentatori”, come le tante Confraternite che nei paesi della Sicilia dell’interno scandiscono le ore della Passione, ma “ladanti”, custodi di un repertorio prezioso di canto tradizionale a più voci che si sviluppa con testi diversi che raccontano gli episodi della Passione di Cristo, intonati tutti sulla stessa linea melodica, animati da due voci soliste (primavuci e controvuci) e da un coro.
Intere famiglie si sono tramandate la tradizione del canto e la devozione al Signore Crocifisso: oggi le famiglie Bellomo e Di Forti esprimono questa continuità, mentre un CD, registrato nel 2004 a cura del Comune, contiene le voci mitiche dei due solisti, ormai scomparsi, che hanno accompagnato nel nuovo millennio il coro dei Fogliamari: Cataldo Raimondi (il “Partigiano”) e Salvatore Li Destri.
E il legame profondo tra generazioni diverse è un elemento forte e controcorrente della tradizione dei Fogliamari: sin da bambini si partecipa alla processione, da adolescenti si comincia a “ladare” nel coro, e si apprendono dalle parole degli anziani la storia, i passaggi liturgici, la serietà della devozione, l’impegno spirituale che questa rappresenta. Tutto il contrario del folklore.
Sono molto selettivi i Fogliamari nell’ammettere nuovi devoti tra loro: è l’autenticità della fede e l’umiltà interiorizzata come stile di vita che chiedono, anche ai tanti professionisti che desiderano unirsi a loro nella processione. E che vengono ammessi dopo un rigoroso tirocinio, qualificato dalla partecipazione a tutti i momenti spirituali che scandiscono la preparazione alla Pasqua e che si svolgono nel Santuario del Signore della Città, annesso al Convento della Suore Francescane del Signore, la Congregazione fondata a fine ‘800 da Padre Angelico Lipani per assistere le ragazze più povere e le orfane degli zolfatari. E’ il decano dei sacerdoti diocesani l’assistente spirituale dei Fogliamari: padre Giuseppe Sorce, quasi centenario e carismatico, studioso di storia e custode rigoroso della tradizione.
Accompagnano il percorso del piccolo Crocifisso di legno scuro, il più antico che si venera a Caltanissetta, patrono della Città fino al 1624: è il Signore degli Ultimi, e per una serata lo sguardo di tutti rivolto a quel Cristo umile e sofferente è il filo conduttore di una riflessione interiore, silenziosa, che si percepisce anche osservando la folla che segue la processione, una meditazione soggettiva e collettiva, che il nostro popolo si ritrova a condividere, con la devozione finalmente consapevole di chi si rispecchia con la propria miseria nel dolore del Cristo e solo in questa identificazione può alimentare la fatica della speranza.
I Fogliamari sono gli eredi di una cultura antica, legata alla sopravvivenza quotidiana del popolo di cui sono la voce: conoscitori e raccoglitori delle erbe amare, preziose e aromatiche, che solo loro erano capaci di trovare e raccogliere nelle campagne intorno alla città (con la misura di chi vuole tutelarne la riproduzione e l’habitat naturale), erbe che andavano a vendere nella strada del vecchio mercato, la Strata a’ foglia, quella strada diagonale, che taglia il centro storico dalla piazza alla Grazia, dove per secoli si è incontrato il lavoro più duro del popolo più disagiato e la tradizione gastronomica di una Sicilia antica in cui tanti popoli diversi hanno lasciato il loro patrimonio di cultura materiale.
E al di sopra dei banchi colorati della frutta e della verdura, le immagini sacre dei Santi e della Sacra Famiglia vegliavano con discrezione sulla vita della città del lavoro, e sulla campagna che in quella strada veniva ad incontrare la città.
Anche quest’anno, per la terza volta, i protagonisti del Venerdì Santo sono tornati a cantare la loro devozione nella strada dell’antico mercato: dove intorno a cinque edicolette votive, le figuredde della pietà popolare, si sono alternate le voci drammatiche che accompagnano da secoli la Passione di Cristo a Caltanissetta.
Anche una fiaccolata ha illuminato, nella notte della tradizione ritrovata, le “Ladate” dei Fogliamari nella Strata a’ foglia: animata spontaneamente da centinaia di famiglie, di giovani, segno di luce di una città per troppo tempo opaca, che vuole ritrovare forse una dimensione di comunità solidale.
A partire dalla Pasqua, e dal suo valore simbolico di sofferenza e di riscatto che da sempre fanno parte dell’identità dei nisseni.