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Grande Totò Porsio: le “palle” di chiedere scusa…

Redazione

Grande Totò Porsio: le “palle” di chiedere scusa…

Dom, 27/04/2014 - 20:28

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Salvatore Porsio

Salvatore Porsio

CALTANISSETTA – Ulteriore evoluzione nella vicenda relativa al dirigente del PD, Salvatore Porsio, candidato al consiglio comunale e protagonista della contestazione, degenerata in offese ed invettive al primo cittadino, da parte di alcuni Rmi al termine della conferenza di fine mandato di Michele Campisi.Porsio, inizialmente difeso da un comunicato del circolo “Centro Storico” e che poi personalmente aveva vergato una missiva in cui ribadiva la giustezza del suo operato, adesso ha cambiato idea sulla sua azione. Porsio, con un repentino pentimento maturato in meno di 48 ore, ha deciso di chiedere scusa a Campisi, al Partito ed al candidato sindaco Giovanni Ruvolo. Questo comunicato di scuse, forse tardivo, giunge dopo il comunicato di ieri in cui il coordinamento cittadino  dei circoli del PD ha “preso le distanze” dall’operato di Porsio; quest’ultimo scritto contiene anche l’indicazione dell’indizione, lunedì 28 aprile, della Commissione di Garanzia presieduta dall’Avv. Giuseppe Balistreri per eventuali provvedimenti a carico del dirigente.

Dunque prime della riunione in cui si dovrebbe decidere dell’eventuale esclusione di Porsio dalle lista dei candidati, sono “maturate” le scuse. Di seguito la missiva del “pentimento” di Porsio.

La vicenda delle proteste e delle offese personali al Sindaco Campisi, in occasione della sua conferenza stampa di commiato, ha assunto toni e dimensioni assolutamente imprevedibili, tali da rappresentare la mia persona come un eversore delle istituzioni e del civile confronto democratico.

Credo che occorra, a questo punto, in considerazione delle polemiche e della forte presa di posizione del mio partito, tentare di chiudere, spero definitivamente e positivamente, il non edificante episodio, sicuramente alterato ed amplificato dal delicato periodo elettorale.

Ciò, soprattutto, per riportare il dibattito interno al Partito Democratico ed il confronto con le altre forze politiche e con la città, sui temi importanti di interesse collettivo in una realtà compressa da pressanti ed ineludibili problemi, ma anche per evitare  di dare ancora fiato a quanti ora s’indignano pur sostanziando la loro “politica” ed il consenso elettorale con l’invettiva, l’insulto, la violenza verbale e la demonizzazione degli avversari. Caratteristiche che non appartengono alla mia cultura ed al mio impegno.

La mia responsabilità per l’accaduto si riferisce alla mia inopportuna richiesta  d’intervenire in quel contesto, ma non c’era in me alcuna intenzione di creare tensioni o organizzare eclatanti manifestazioni.

Per quanto accaduto dopo: l’esasperazione, le accuse ed i toni offensivi di una persona estranea ai lavoratori ex RMI, a cui è seguita la protesta di tali lavoratori e la violenza verbale,  mi dissocio con fermezza.

Insomma, mio malgrado, ho assunto involontariamente, con la mia presenza a difesa dei diritti dei lavoratori e con la richiesta d’intervenire per porre un problema urgente nel loro interesse, il ruolo di chi innesca, senza averne l’intenzione, la miccia della protesta.

Non ho speculato sui bisogni dei lavoratori, non ho strumentalizzato l’occasione della conferenza stampa del Sindaco per motivi elettorali, ho invece tentato di pacificare e calmare gli animi esasperati.

Spero che al mio partito che, accerchiato dalle polemiche, ha vissuto con amarezza e imbarazzo questa vicenda, sia adeguato quanto da me dichiarato con questa nota e decida di chiudere definitivamente questo infausto momento affinchè possa, con gli altri candidati e con tutti i democratici, concorrere al successo del Partito Democratico e del candidato Sindaco Giovanni Ruvolo.

Con questo obiettivo,  non ho alcuna difficoltà a ribadire il mio rammarico per quanto accaduto e, per gli effetti che involontariamente si sono determinati, mi scuso con il Sindaco Campisi, con il Partito Democratico, con il candidato Sindaco Giovanni Ruvolo e con i rappresentanti della stampa che non hanno potuto concludere il loro lavoro.

Salvatore Porsio