Cosa si propone di fare l’Anm in termini di tutela della figura del magistrato?
<<Abbiamo assunto un impegno, per certi versi gravoso, ma che svolgiamo con piacere ed è quello di creare un gruppo di lavoro che operi in collegialità, sganciandoci da logiche corporative e correntizie e da condizionamenti politici, economici ed imprenditoriali. La nostra sezione si vuole caratterizzare in linea con ciò che è stato fatto affinché la magistratura sua vista in un ottica di servizio alla collettività. Non amiamo il magistrato protagonista, presenzialista, ma il magistrato sobrio che svolge il suo dovere con assoluta serenità>>.
Il fatto che la magistratura dipenda solo dal Csm viene spesso inquadrato come l’appartenenza ad una casta che non vuole rispondere a nessuno. Il vostro punto di vista?
<<Non essere sottoposti a nessun potere politico o di altro genere è una garanzia per i cittadini, solo così è possibile lavorare in autonomia, seguendo la legge e senza ricevere la chiamata di un esponente politico che desideri indirizzare l’attività. C’è la necessità di far valere un’immagine diversa del magistrato; spesso passa l’immagine del magistrato fazioso che svolge la sua attività solo per prospettive politiche, ma non è così>>.
Nel distretto nisseno ci sono difficoltà per le carenze di organico dei magistrati e del personale amministrativo, cosa può fare e cosa intende fare l’Anm in tal senso?
<<La prima cosa che ci è venuta in mete appena ci siamo insediati è stata quella di recarci nelle sedi del distretto per raccogliere le necessità di ogni ufficio ed è un’attività che stiamo ancora portando avanti. I risultati della nostra indagine non resteranno sulla carta, ma li porteremo davanti ai vertici degli uffici giudiziari ed anche al Ministero della Giustizia affinché si possano predisporre interventi legislativi per affrontare in maniera precisa i problemi del settore>>.
Cosa è emerso finora?
<<Siamo stati ad Enna ed è emerso che dopo l’accorpamento con Nicosia (a causa dei tagli dei piccoli tribunali periferici, n.d.r.) i magistrati sono stati trasferiti tutti nel capoluogo, ma la stessa cosa non è successa per il personale amministrativo. I dipendenti hanno avuto la possibilità di presentare domanda per le sedi desiderate e non c’è stato il trasferimento di tutto il personale verso Enna ed in questo modo le difficoltà aumentano. Non ha senso denunciare la lunghezza dei tempi della giustizia, se poi non abbiamo il cancelliere in aula per svolgere l’udienza.
Quali soluzioni si potrebbero adottare?
<<Occorrono scelte politiche, interventi legislativi ben precisi. Da anni si sopperisce con la buona volontà di magistrati e personale amministrativo, ma se siamo uno Stato dobbiamo esserlo a tutti gli effetti. Non è possibile accorpare Nicosia ad Enna o Niscemi a Gela – dove svolgeremo a breve la stessa attività fatta ad Enna – se non si prevedono gli opportuni interventi>>.
L’opinione pubblica vede spesso magistrati ed avvocati gli uni contro gli altri armati. E’ così?
<<Assolutamente no, anzi qui a Caltanissetta la nuova giunta dell’Anm ha chiesto di incontrare i rappresentanti dell’avvocatura di tutto il distretto, quindi anche coloro che arrivano da Gela, Enna e Nicosia. Intendiamo proseguire nella collaborazione che già esiste tra le nostre categorie per trovare dei temi comuni che possano essere sollecitati a livello legislativo per migliorare la qualità del servizio giustizia. Certo, su alcune cose potremo non trovarci d’accordo, ma è giusto sentire anche le lamentele, le cose che non si condividono, ma c’è una piattaforma comune che va valorizzata>>.
Quindi i rapporti tra i magistrati e gli avvocati di Caltanissetta sono sereni…
<<Guardi, io ho svolto il mio primo incarico alla Procura di Caltanissetta dal ’93 al’99. C’è sempre stato grande rispetto reciproco ed il rapporto mio personale e della magistratura in genere è stato sempre molto sereno. E’ un Foro che si distingue per preparazione e bravura, nel settore civile ed in quello penale. Ho sempre pensato che sia fattibile che si possa essere in due a trovare la soluzione per i problemi>>.
A Caltanissetta si è parlato tanto di “primavera” con le associazioni imprenditoriali che hanno messo alla porta chi pagava il pizzo. Ma il territorio continua a soffrire da un punto di vista dello sviluppo economico…
<<Questa è una domanda che andrebbe fatta agli imprenditori. Da parte nostra possiamo solo dire che è stato fatto un passo in avanti rispetto a prima. Mi riferisco ai tempi in cui Libero Grassi venne lasciato solo, sbeffeggiato addirittura da Confindustria. Adesso ci sono imprenditori che hanno assunto quell’atteggiamento, detto in termini giuridici, da persone offese, che denunciano le estorsioni subite. Mi è successo ad Agrigento, dove ho svolto servizio e considero un bellissimo esempio quello dato dai ragazzi di “Addiopizzo” a Palermo. A Gela si sono smosse le coscienze grazie all’azione trainante della società civile e delle forze di Polizia>>.
La gente vede gli operatori del diritto come figure lontane, poste su un altro livello. Cosa si può fare per mutare questa percezione?
<<Da parte nostra c’è l’intento di aprire il palazzo di giustizia, che non deve essere visto solo come un luogo istituzionale dove si fanno i processi. Siamo disposti ad uscire dalle nostre stanze per incontrare gli studenti ed i cittadini e per portarli qui, in modo da creare un contatto diretto con questo mondo. Siamo inoltre disposti al confronto con l’opinione pubblica ed anche con chi fa informazione in modo sano e corretto>>.