CALTANISSETTA – “Il rischio Muos è rilevante” per gli abitanti di Niscemi ”dal punto di vista dei campi elettromagnetici. Ne sconsigliamo l’installazione”. Lo ha affermato Massimo Zucchetti, professore di protezione delle radiazioni del Politecnico di Torino, presentando un rapporto di oltre 170 pagine elaborato da un gruppo di scienziati di cui fa parte. Vi sono ”rischi di esposizione cronica degli abitanti e di disturbo della navigazione aerea”. Lo ha detto in audizione nelle commissioni riunite Sanità e Ambiente
Illustrando la relazione relativa al Muos, l’impianto di comunicazioni satellitari ad alta frequenza composta da quattro satelliti e la cui installazione è prevista a Niscemi, Zucchetti ha sottolineato come sulla base delle rilevazioni fatte dal gruppo di dieci scienziati indipendenti che ha redatto il rapporto, “i valori dei campi elettromagnetici stimati per effetto del Muos superano i limiti di sicurezza in relazione ad effetti acuti già ad una distanza di 17 chilometri”. Dunque, ha sottolineato, “il rischio Muos è rilevante: vi sono rischi a breve termine e lungo termine per esposizione cronica ai campi elettromagnetici da parte dei cittadini, ma anche rischi di interferenze con apparecchiature elettromedicali e disturbi per la navigazione aerea”.
In relazione alla presenza di campi elettromagnetici, a Niscemi e zone limitrofe, ha avvertito Zucchetti, “ci sono già valori prossimi o superiori ai livelli di attenzione previsti dalla legge. Abbiamo dati per cui già le antenne attuali superano i valori previsti”. L’esperto ha quindi rilevato come “per poter autorizzare l’installazione di un apparato come il Muos, la legge prevede la messa a punto di un modello previsionale per i campi elettromagnetici, ma questo non è mai stato fatto. Non avendo tale modello – ha puntualizzato – non è possibile nè dare un parere nè autorizzare l’impianto Muos in mancanza di quanto la legge prescrive”.
Il rapporto di conformità redatto dalla Us Navy in merito all’installazione del Muos, l’impianto di comunicazioni satellitari, a Niscemi, ”è di una superficialità che ho trovato imbarazzante”. Lo ha affermato Marcello D’Amore, professore emerito presso la facoltà di Ingegneria e ordinario di elettrotecnica all’università La Sapienza di Roma, in audizione alle commissioni riunite Sanità e Ambiente al Senato. Non si tiene conto, ha detto, della sismicità dell’area e della vicinanza di tre aeroporti.La relazione della Us navy, ha sottolineato D’Amore, ”non considera le caratteristiche altamente sismiche del territorio”, che avrebbero un impatto sull’installazione Muos. Inoltre, il Muos sorge in prossimità di tre aeroporti: ”Gli aerei in atterraggio a Comiso ad esempio – ha affermato l’esperto – possono essere investiti dal fascio satellitare”, con prevedibili effetti, ”ma di questo non si parla”. Ancora: ”C’è un calcolo di campo elettromagnetico – ha rilevato D’Amore – per una zona lontana, mentre interessa sapere cosa avviene nelle aree vicine, ad un massimo di 20 km dalla stazione”. Tra le altre ”carenze” indicate anche il fatto che il rapporto indica che l’antenna Muos ”punta verso il cielo”, ma l’assenza di effetti a terra non è certa. Infine, ha rilevato l’esperto, i rilevamenti elettromagnetici per l’impianto già esistente risultano già ”alti”.
Il parere dell’Ispra
”In nessun caso le emissioni elettromagnetiche superano i limiti di legge”. Lo ha affermato il direttore generale dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), Stefano Laporta, in audizione alle commissioni riunite Sanità e Ambiente al Senato in relazione all’installazione del Muos, l’impianto di comunicazioni satellitari ad alta frequenza, a Niscemi.Tali condizioni, ha detto, sono rilevate anche in postazioni ”più critiche perchè più vicine all’impianto”. Riferendosi quindi ai dati dell’Arpa Sicilia, che rilevano invece emissioni oltre i limiti, Laporta ha sottolineato che ciò si spiega per un errore nella metodologia di calcolo. Nell’ambito dell’impianto Muos, ha quindi precisato Laporta, ”le antenne attive, a bassa ed alta frequenza, sono 21 ed i trasmettitori attivi per alta frequenza sono 22. Le altre 23 antenne in alta frequenza – ha affermato l’esperto – sono inutilizzate e verranno dismesse appena ci saranno i necessari fondi economici da parte degli Usa”. Le misurazioni fatte dall’Ispra nel 2013 avevano proprio l’obiettivo di ”verificare l’impatto delle 21 antenne” sul territorio e l’indagine ha interessato 17 siti: ”Le misurazioni – ha detto Laporta – hanno consentito di quantificare l’impatto elettromagnetico” nella zona di Niscemi.