ROMA – “Lo Stato italiano viola le sue stesse leggi”. E’ duro l’affondo che la parlamentare del Movimento 5 stelle alla Camera dei Deputati Azzurra Cancelleri rivolge al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. Oggetto di un atto parlamentare è il realizzando parco eolico offshore tra la costa nissena e quella agrigentina, esattamente nella costa compresa tra Macchitella (Comune di Gela) e Punta due Rocche (Comune di Butera).
“Grazie al lavoro svolto dagli attivisti del Movimento 5 Stelle del meet-up di gela e di decine di cittadini, sono venuta a conoscenza nel dettaglio dell’ennesimo scempio, che si sta delineando per l’area nissena, ritenuta non so per quale strano disegno, una vera e propria discarica, ad opera di chi, in barba alle vigenti normative, lucra in danno ai cittadini”.
L’opera in progetto – per la quale la deputata nissena Azzurra Cancelleri interroga il Ministero – consiste in un impianto eolico a mare localizzato ad una distanza di circa 2,0 miglia marine dalla costa, che interessa una superficie pari a 9,5 chilometri quadrati e prevede l’installazione di 38 aerogeneratori che saranno allineati rispetto alla direzione prevalente del vento secondo una maglia di 460×800 e la realizzazione di una sottostazione elettrica a terra; il parco eolico offshore infatti contrariamente a quanto previsto in fase iniziale non prevede più la sotto stazione elettrica offshore ma sulla spiaggia. La potenza complessiva installata dell’impianto nella sua configurazione finale è di circa 136,8 MWE.
“Non siamo contrari all’utilizzo delle energie alternative, quale l’eolico rappresenta – aggiunge la deputata – siamo piuttosto contrari all’assoluta mancanza di buon senso nel creare un parco eolico a pochi metri da una costa, quella gelese, nei cui fondali giacciono ancora millenni di storia delle antiche rotte mediterranee, strategiche sia sotto l’aspetto dei commerci marittimi che dal punto di vista militare, come dimostrano le fondazioni sulla costa antistante della colonia rodio-cretese di Ghela (688 a.C.) e successivamente quella dell’erede Finziade (282 a.C.). Oltre il danno alla nostra storia – prosegue la deputata – quello che si profila è uno scempio ambientale, economico e di immagine”.
Nell’interrogazione la parlamentare nissena interroga inoltre il Ministero: “Se non ritenga giusto che ci si debba attenere all’articolo 12 del decreto-legge 42 del 2004 e se non si intenda provvedere ad inserire una variazione della distanza dalla costa, attualmente approvata a 2 miglia, di almeno 20 miglia, così da non deturpare il territorio marino ed agevolare lo sviluppo nel settore turistico già indebolito dall’attuale crisi”.