SAN CATALDO – Domenica 16 febbraio alle ore 17,30 presso l’Auditorium Fascianella, in Via Mons. Cammarata a San Cataldo, l’Associazione Nuova Civiltà organizza la presentazione del libro di Angelo La Rosa “Bosco ferito. Inchiesta su un sito minerario del centro Sicilia” pubblicato da Salvatore Sciascia Editore di Caltanissetta.
L’autore, geologo e docente in pensione di scienze matematiche nella scuola Carducci di San Cataldo, in questo volume ricostruisce la storia di uno dei bacini saliferi più interessanti della seconda metà del ‘900: la miniera di sali potassici San Cataldo (conosciuta come Bosco) e quella di Palo. “Dopo lo sfruttamento della kainite, durato circa 25 anni – dice l’autore – rimangono sul terreno i segni di un frettoloso abbandono e di un profondo degrado, che continua a mortificare l’equilibrio naturale dei luoghi, fino al disastro ambientale: ingenti quantità di cemento amianto, montagne di ferri vecchi, brandelli di strutture campeggiano abbandonati con il silenzio di tanti e, ancor più grave, è la presenza di circa quattro milioni di metri cubi di sterili della passata coltivazione, che modificano l’assetto morfologico e idrogeologico di una vasta zona”. Vicenda che si protrae fino ad oggi con il ritrovamento in un casolare di grandi quantità di documenti attestanti un traffico di rifiuti ospedalieri di vaste proporzioni. Il tema è particolarmente attuale considerando quello che sta succedendo in varie parti d’Italia e soprattutto in Campania, nella cosiddetta “terra dei fuochi” grazie alle inchieste della magistratura conseguenti anche alle rivelazioni di esponenti della malavita organizzata.
L’intervento di apertura sarà di don Giuseppe Anzalone, presidente di “Nuova Civiltà” e i lavori saranno moderati da Luigi Bontà, storico del territorio. Sono previsti gli interventi di Valerio Cimino, giornalista e fotografo e di Giovanbattista Tona, consigliere della Corte d’Appello di Caltanissetta.
Alla fine delle relazioni si aprirà un dibattito tra quanti, possibilmente in rappresentanza delle associazioni operanti sul territorio, vorranno dare un contributo sul tema. “Mi auguro – afferma l’autore – che si possa uscire dall’azione individuale con la nascita finalmente di un comitato territoriale, capace di incalzare e vigilare su qualsivoglia intervento di messa in sicurezza dei luoghi a salvaguardia della salute pubblica. La battaglia è lunga, ma non certamente impossibile”.