PALERMO – Diciottesima udienza oggi nell’aula bunker dell’Ucciardone a Palermo del processo sulla trattativa Stato-mafia. Depone, come teste assistito, il collaboratore di giustizia Gioacchino La Barbera. “In Cosa nostra certo un certo ottimismo – ha detto – prima della sentenza della Cassazione. Quando pero’ la Cassazione confermo’ le condanne del maxiprocesso, avallando il teorema Buscetta, fu decisa strategia di attacco allo Stato, con le stragi. Iniziammo con Falcone, che era sempre stato un nostro nemico dichiarato -ha riferito La Barbera- e si prosegui’ con Borsellino”. Ma, ha detto il pentito, si voleva anche “colpire la Democrazia Cristiana e tra gli obiettivi c’erano Salvo Lima e i cugini Salvo”. La Barbera ha confermato che gli ordini in Cosa nostra provenivano sempre da Toto’ Riina: “Era lui quello che decideva. A noi spesso le sue decisioni venivano riferite da Leoluca Bagarella, che era il suo ambasciatore”.
Stato-mafia, il pentito La Barbera: “Stragi decise dopo condanne maxiprocesso”
Gio, 23/01/2014 - 11:21
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