PALERMO – Monta l’ansia e la rabbia tra la fitta giungla degli stipendiati della Regione siciliana, tra diretti e lavoratori di enti e societa’ collegate. Effetto del fragoroso colpo di scure assestato dal commissario dello Stato alla legge di stabilita’ dell’Isola, infatti, e’ il blocco delle buste paga. Cosi’, nonostante oggi sia il tradizionale ’27 del mese’, 20.000 regionali non riceveranno lo stipendio. “Per loro – pero’ – dice all’AGI l’assessore all’Economia Luca Bianchi – ci sara’ un ritardo di qualche giorno. La finanziaria e’ in via di pubblicazione e poi ci saranno i pagamenti”. Insomma, entro la prossima settimana gli stipendi dovrebbero essere accreditati. Il problema, piuttosto, e’ per i 40.000 dipendenti delle societa’ e degli enti collegati alla Regione, per i quali tutto e’ più nebuloso: “Qui la questione e’ seria – aggiunge Bianchi – ed e’ conseguenza dell’impugnativa drastica e ingiustificata cui dovremo porre rimedio. Non e’ facile e riguarda anche il governo centrale con cui stiamo dialogando e ci stiamo incontrando. Il problema l’ha creato il commissario dello Stato e tocca anche a Roma risolverlo”. Il commissario dello Stato, cassando 34 dei 48 articoli, ha posto paletti al momento insormontabili su spese per circa 570 milioni di euro, con effetti proprio su quei lavoratori. In allarme, dunque, anche i sindacati che annunciano in assenza di soluzioni uno “stato di agitazione che diverrà incontrollabile”, mentre il Cobas-Codir ha già in programma un sit-in davanti alla Regione. “L’emergenza in Sicilia e’ scoppiata e davanti alla notizia che quarantamila lavoratori che dipendono economicamente della Regione non riceveranno lo stipendio, mentre i più fortunati ventimila dipendenti lo riceveranno in ritardo, e’ assolutamente necessario che governo regionale e assessori convochino subito le parti sociali per predisporre il pagamento degli stipendi e per prorogare i contratti di lavoro in scadenza”, sostengono Claudio Barone, segretario generale della Uil Sicilia, e Gianni Borrelli della Uil Sicilia, che chiedono subito “un intervento del governo nazionale per sbloccare questa situazione causata dall’impugnativa della finanziaria da parte del commissario dello Stato e per sbloccare le spese” e ancora “la convocazione delle organizzazione sindacali da parte dal presidente Crocetta e dell’assessore alla Funzione pubblica, Patrizia Valenti, che hanno una responsabilita’ primaria. Altrimenti lo Stato di agitazione dei lavoratori diverra’ incontrollabile”.
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Non ridi più adesso caro il mio Crocetta.
E non ridono più adesso quei perdigiorno dei regionali.
Quando il presidentissimo dall'alto del suo 17% dei voti di preferenza si sentiva un Dux tutti a stargli dietro.
Ma in un anno e mezzo solo sesquipedali sproloqui fallici a dimostrazione che in sicilia non sappiamo ancora votare. Dobbiamo attendere nuovamente gli americani per riprenderci dalla sbornia?