PALERMO – Il governo regionale potra’ predisporre una norma che consenta la gradualita’ nel recupero delle somme a copertura – con risorse interne e senza ricorrere a un nuovo debito – dei residui attivi ritenuti inesigibili (circa 3,5 miliardi euro su un totale di 12 miliardi), a fronte dei quali il commissario dello Stato aveva bloccato spese per 570 milioni previste dalla legge di stabilita’. Un recupero che potra’ dunque essere diluito in diversi anni, allentando la crisi finanziaria esplosa alla Regione e che mette a rischio 26.000 dipendenti. E’ quanto sarebbe emerso dall’incontro tenutosi oggi a Roma al ministero degli Affari regionali, alla presenza dell’assessore regionale all’Economia Luca Bianchi, nel corso del quale il governo nazionale ha riconosciuto la possibilita’ di liberare le risorse del Fondo di garanzia per i residui attivi per la Sicilia, circa 600 milioni. Il ‘caso Sicilia’ dovrebbe essere affrontato domani dal Consiglio dei ministri, insieme al tema dell’armonizzazione dei bilanci pubblici, dello Stato delle Regioni e delle Autonomie. Il tavolo tecnico sara’ riconvocato con il coinvolgimento di governo nazionale, Regione e commissario dello Stato. Intanto, la soluzione delineata oggi, per Claudio Barone, segretario generale della Uil Sicilia, “e’ l’unica soluzione possibile per evitare licenziamenti di massa e fallimenti a catena delle imprese. Per questo adesso tutti i livelli istituzionali devono collaborare”, aggiunge. Domani sara’ promulgata la finanziaria senza le parti impugnate dal commissario dello Stato, ma “cosi’ com’e’ e senza interventi correttivi, migliaia di lavoratori resterebbero senza stipendio e licenziati. Si bloccherebbero le attivita’ di tutela dell’ambiente ed enti culturali prestigiosi della Regione collasserebbero. Le aziende, senza fondi previsti a l loro sostegno, avrebbero enormi difficolta’ a resistere”.
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Evviva l'Italia! Per salvare i fannulloni e i manager fasulli si trovano sempre i rimedi...La vergogna italiana continua...