Il testo prevede l’istituzione di 9 consorzi che coincideranno con gli attuali confini delle province e 3 città metropolitane: Palermo, Catania e Messina. I comuni che confinano con un altro consorzio, nel frattempo, avranno sei mesi di tempo per scegliere se aderire al consorzio confinante o rimanere in quello attuale, mentre le funzioni e le competenze dei nuovi organismi saranno assegnate dopo la definizione dei confini territoriali. La governance – così è scritto nel testo approvato in commissione – verrà decisa con elezioni di secondo livello, e i presidenti, quindi saranno scelti fra gli amministratori dei comuni. La legge deve essere approvata immancabilmente entro 15 giorni, altrimenti si andrà ad elezioni, e addio riforma.
Ecco, alcune delle le reazioni politiche al provvedimento.
Totò Cordaro del Pid: “Nonostante i reiterati tentativi di sintesi svolti dal presidente Cracolici il ddl votato in commissione è una sorta di inaccettabile marmellata parlamentare: il frutto della commistione di ben 19 disegni di legge, di cui ben cinque a firma Crocetta – che trova la sua ratio nella necessità di amalgamare a tutti i costi e in fretta e furia varie ipotesi di riforma, spesso in contrasto tra loro”. Una legge che produrrà “risparmi ipotetici e certezza che i Comuni diventeranno periferie – ghetto”, aggiunge il vicepresidente della commissione Vincenzo Figuccia (Forza Italia).
M5S. “Piu’ che una riforma epocale un brodino per il governatore Crocetta, che e’ ormai prigioniero della sua litigiosa e quanto mai divisa maggioranza e dei suoi annunci televisivi, che, alla luce di quanto visto, non e’ in grado di mantenere”. Cosi’ ironizza il gruppo parlamentare M5S all’Ars dopo il voto in commissione Affari istituzionali sul ddl che crea consorzi di Comuni al posto delle Province. Per il deputato stellato Salvatore Siragusa “le uniche cose da salvare di questo ddl sono la scomparsa degli organi politici e la proposta (la cui fattibilita’ e’ ancora tutta da verificare,considerate le divisioni tra governo e maggioranza) di sottoporre a referendum consultivo ai siciliani la scelta se eleggere direttamente o meno il presidente del libero consorzio”. Il neo capogruppo Francesco Cappello annuncia: “In Aula apriremo un nuovo campo di battaglia perche’ non e’ questa la riforma per la quale abbiamo lottato. Staneremo il governo, grande assente ai lavori della commissione.” E M5S sfida il governatore: “Vedremo se Crocetta manterra’ veramente le promesse fatte in tv”.
Nello Musumeci. “Dovevamo aspettare un governo regionale di sinistra a guida comunista per vedere espropriare a quattro milioni di siciliani il diritto al voto. Daremo guerra in aula affinche’ questa ignobile mistificazione mediatica non crei altro danno alla Sicilia”. Lo dice il deputato regionale Nello Musumeci, dopo il voto finale della commissione Affari istituzionali dell’Ars al disegno di legge sulla istituzione dei Liberi consorzi dei Comuni e sulle citta’ metropolitane. “Altro che riforma: si torna indietro di cinquant’anni, quando in Sicilia – aggiunge – i vertici dell’ente intermedio non venivano scelti dai cittadini ma dagli apparati dei partiti. Crocetta ha mentito ancora una volta ai siciliani: aveva detto di abolire le Province per fare risparmiare sui costi ed invece ne ha solo cambiato il nome, mantenendo lo stesso personale, le stesse funzioni, gli stessi immobili. Come se non bastasse, i debiti degli enti provinciali graveranno sui Comuni, gia’ al collasso, ed i centri di costo dei Liberi consorzi si moltiplicheranno a dismisura”.
Formica (LM): “Con l’approvazione del disegno di legge sulla riforma della province, si e’ consumata, oggi, forse la pagina piu’ buia dal punto di vista della qualita’ e capacita’ legislativa dell’Ars per supportare uno dei tanti spot annunciati in pompa magna dal Presidente Crocetta nei vari salotti televisivi (Giletti in primis), una maggioranza raccogliticcia e’ stata obbligata a votare un obbrobrio incostituzionale pur di mandare in Aula un disegno di legge qualsiasi – basti pensare che in sede di dichiarazioni di voto gli on.li Panepinto (Pd, Rinaldi (Pd), Micciche’ (Udc), Tamaio (Drs), oltre ovviamente alle dichiarazioni di tutte le opposizioni naturalmente contrarie alla legge, nelle quali i suddetti deputati della cosiddetta maggioranza hanno messo a verbale che presenteranno emendamenti per prevedere l’elezione diretta dei componenti dei nuovi enti territoriali intermedi, e cio’ per rendere costituzionale un testo, che attualmente non lo e’, e per rispetto della democrazia e dei cittadini elettori”. Questo periodare sfoggia in un suo comunicato il deputato della Lista Musumeci, Santi Formica, il quale annuncia che sara’ presenteta in Aula “eccezione di incostituzionalita’ del testo in via preliminare”, e si dice certo “che il Commissario dello Stato, che ha dimostrato tutta la sua imparzialita’, non potra’ esimersi dal bocciare la legge”.