Oltre alla citata rivista – che ebbe un taglio spiccatamente culturale – Salvatore Sciascia, per dare voce ai tanti problemi e questioni del nisseno, nel 1953, fondò e finanziò anche il settimanale “La gazzetta del centro”; che però ebbe vita breve. Tale testata fu una vera e propria fucina per molti giovani giornalisti nisseni e siciliani; poi diventati bravi ed apprezzati cronisti. Molte furono le battaglie giornalistiche di quegli anni: sui problemi zolfiferi ed agricoli del territorio, sulla questione del petrolchimico di Gela, sulla crisi del settore edilizio, sull’emigrazione, sulla perenne carenza idrica, sulla mancanza degli alloggi, sulle scuole ecc. In quelle pagine lo stesso Sciascia fu spesso presente, con la sua firma, a denunziare sprechi e ritardi del sistema e della classe politica del tempo.
Ma, per tornare alla rivista “Galleria”, il bimestrale ebbe come suo primo direttore Calogero Natale, successivamente sostituito da Leonardo Sciascia (a cui poi si affiancarono due intellettuali del livello di Aldo Marcovecchio e Mario Petrucciani).
Di fatto, lo scrittore racalmutese diresse la rivista sino al 1959, intensificando le collaborazioni con grandi nomi della cultura italiana del tempo; nonostante l’indirizzo editoriale di “Galleria” fosse stato, sin dall’inizio, marcatamente regionalistico. Tuttavia, il bimestrale si sarebbe presto imposto anche come momento di riflessione più generale sulla cultura meridionalista di quegli anni, seppur sempre con un occhio di riguardo al campo letterario; tanto da far dire a Vittorini di trovarsi di fronte alla “migliore rivista letteraria che sia uscita in Sicilia”.
La rivista fu attiva sino alla fine degli anni ’80 (divenuta nel frattempo quadrimestrale), affiancando all’attività del periodico anche la collana letteraria “Quaderni di galleria”.
Più in generale, la casa editrice Sciascia – per i cui tipi “Galleria” è stata pubblicata – ha rappresento, seppur muovendosi dal quadro periferico dell’entroterra siciliano (inteso non solo dal punto di vista geografico, ma anche culturale), una delle case editrici di maggiore qualità nell’ambito dell’editoria nazionale, con centinaia di pubblicazioni e collaborazioni di scrittori di rilievo come: Sciascia, Campanile, Pasolini, Bevilacqua, Roversi, Vigorelli, Fernandez, il premio nobel per la letteratura nel 1997 Aleixandre e moltissimi altri.
Va ricordato che furono le edizioni Sciascia a pubblicare, nel 1956, “Questa mafia” di R. Candido, primo libro che descriveva l’evoluzione del fenomeno mafioso da rurale ad imprenditoriale; che avrebbe poi ispirato Leonardo Sciascia ne “Il giorno della civetta”.
Per queste ragioni sarebbe oggi assai utile – con la disponibilità degli eredi di Salvatore Sciascia e grazie alla Fondazione a lui dedicata dopo la sua morte – che qualche studioso, o, meglio ancora, qualche giovane laureando per tesi di laurea, potesse studiare l’archivio della casa editrice nissena che, tra gli anni ’50 e ’80, ebbe contati molto stretti con i maggiori intellettuali italiani del tempo. L’iniziativa potrebbe essere finalizzata a realizzarne – con l’aiuto delle istituzioni ed altri soggetti – una pubblicazione analitica per recuperare una parte importante della storia culturale del nostro territorio e del nostro Paese.