Non è affatto semplice squadrare IlFattoGlobale del momento. Perché c’è grande confusione nel mondo, grandissima. E soprattutto c’è chi questo stato di cose vuole continuare ad alimentarlo, creare il caos per governarlo è infatti il metodo più intrinseco e diabolico del potere e di chi lo esercita senza scrupoli. E le sue manifestazioni sono le più innumerevoli: dal seminare zizzania tra due persone o inoculare un contrasto interiore nel singolo fino all’instabilità politica e all’adombrare scenari di guerra. Ma proprio quando questo progetto per molti versi demoniaco sembrava giunto a compimento è successo il miracolo, il risveglio delle coscienze. Un fiore, piccolo e delicato, da proteggere e lasciar crescere, è sbocciato tra le macerie materiali e morali create del relativismo e dell’individualismo. Ed è questo IlFattoGlobale del momento, che ancora una volta vede il protagonismo delle donne. Così come Eva contravvenendo con intuito tutto femmineo al divieto divino diede origine alla specie umana, così milioni di donne nel mondo hanno contravvenuto al sistema di valori che le opprimeva scuotendo le coscienze e ridando nuova linfa all’umanità.
Ma il punto più basso è stato toccato diversi mesi fa, con le dimissioni di Benedetto XVI. La stanchezza fisica e psichica, umanamente e cristianamente comprensibile, e la rinuncia del rappresentante di Dio in terra di fronte all’aggressione delle forze del male. Un passaggio storico fondamentale questo per comprendere la situazione odierna. La Chiesa, con la sua storia e il suo patrimonio morale e materiale, messa di fronte a una scelta definitiva. Ed è proprio qui che si è innestato il miracolo, il colpo di reni, l’indicazione e l’ispirazione divina che ha portato all’elezione di Papa Francesco, che fin dal primo momento ha proposto uno stile nuovo, dentro e fuori dall’organizzazione ecclesiastica: dalla croce in ferro anziché in oro indossata fino dalla prima apparizione in pubblico fino al ritorno e alla difesa accorata e arcigna dei valori primari dell’umanità e del Cristianesimo.
Un fenomeno questo che non è soltanto cristiano e soltanto italiano. Sollecitato da singole donne o da movimenti femminili organizzati il risveglio attraversa tutto il mondo. In Israele, per esempio, in Terra Santa, il movimento Woman of The Wall (le donne del muro) dopo mesi di proteste pacifiche e di occupazioni ha ottenuto il diritto di pregare e svolgere i servizi religiosi presso il Muro del Pianto prima interdetto alle donne e considerato il luogo più sacro dell’Ebraismo, il Tempio di Gerusalemme. E questo anche grazie all’avallo dei rabbini più ortodossi, avvenuto a poche settimane dall’elezione dei nuovi rabbini capo d’Israele, uno dei quali ha solo 47 anni, che pur appartenendo alla frangia più conservatrice dell’ebraismo hanno lanciato un segnale di distensione contraddicendo addirittura la Corte Suprema che aveva già condannato le Woman of The Wall.
Qualcosa del genere accade anche in Iran dopo la recente elezione del nuovo presidente Hassan Rouhani, un religioso, un uomo di fede, a differenza del suo predecessore, che ha impresso una decisa e repentina svolta all’immagine del suo Paese nel mondo: parlando via social network, assumendo un atteggiamento moderato e pacificatore durante il rischio di guerra in Siria, scarcerando attivisti dei diritti umani, togliendo il blocco a Twitter, nominando una donna quale suo portavoce e avviando relazioni diplomatiche perfino con gli Stati Uniti con cui non se ne vedevano dal 1980, 33 anni, gli anni di Cristo. E tutto con il beneplacito degli Ayatollah e della guida Suprema Khamenei, successore di Khomeini. Il tutto è riassumibile come un ritorno ai valori più antichi dell’Islamismo, il misticismo, il senso di appartenenza a una comunità benedetta da Allah e aperta senza pregiudizio a chi quella fede non ha, con il senso di ospitalità e di accoglienza e di grande rispetto e cerimonia tipico dell’Islam e di tutti i paesi, compreso il meridione d’Italia, che nei secoli sono stati o sono ancora sotto la sua influenza.
Sono questi in fondo esempi alti di comunità che si rinnovano nella tradizione, che provano a riportare al centro della società la persona umana liberata dagli eccessi del materialismo e dell’individualismo. Restituendo ai singoli diritti e libertà. Dando fiducia a chi più fiducia non ha. Per stanarci dalla solitudine e dal deserto morale in cui siamo stati incarcerati da decenni di dissennata e diabolica strategia dell’odio e della separazione. Per tornare ad assaporare e respirare la libertà di stare insieme.