RFI, dopo il dissequestro, non solo dice di volere verificare altre dieci (!!!) “opere d’arte” di quella tratta, ma, dopo due anni e mezzo, “si accorge” che i dispositivi tecnologici di linea sono “a rischio furto” e ne decide la rimozione. Ma non solo: appalta pure la demolizione del manufatto “molto vagheggiando” sull’eventuale ricostruzione, a partire dai costi!!!!!!!!!
E’ chiaro a tutti che la demolizione (già per l’intrinseco significato) segnerebbe l’addio al TRENO per Caltagirone e per tutte le città interessate.
Chiediamo che ciò non avvenga.
Seriamente preoccupati dal contenuto degli Atti di cui sopra e dalle intenzioni di RFI, invitiamo l’Amministrazione Calatina ad un urgente esame della questione al fine di evitare una così grave offesa alle esigenze dei viaggiatori e al paesaggio, armoniosamente inquadrato dalle arcate del peculiare, storico viadotto ferroviario.
Battersi per il diritto alla mobilità e per la tutela del paesaggio, così come l’antropizzazione storica ce lo ha consegnato, è un dovere di tutti.