CALTANISSETTA – Rimangono ancora molti posti vacanti nelle piante organiche dei magistrati degli uffici giudicanti e requirenti del distretto di Caltanissetta, segnala il presidente della Corte d’appello, Salvatore Cardinale, nella relazione d’inaugurazione dell’anno giudiziario che si è svolta stamani, sabato 25 gennaio: “Per quanto riguarda la Corte d’Appello, si e’ reso libero un posto di consigliere sui 10 in organico. Con riferimento ai Tribunali ordinari, il numero dei giudici togati in servizio e’ stato pari a 43 unita’ a fronte di un organico complessivo di 56 magistrati, con una scopertura del 23% (20% nell’anno precedente) e un picco del 30% per quanto riguarda il Tribunale di Enna”. Nel dettaglio, al Tribunale di Caltanissetta sono mancati 7 giudici su un organico di 27 unita’, al Tribunale di Enna 3 su 10, al Tribunale di Gela uno su 12, al Tribunale di Nicosia 2 su 7 unita'”. La vacanza dei posti si rileva anche nella magistratura non togata: Rispetto ai 36 giudici onorari previsti in organico ne sono risultati in servizio 22, con una scopertura pari al 39%. Anche tra gli uffici requirenti si sono registrati vuoti di organico, seppur in misura piu’ contenuta rispetto ai Tribunali. La Procura generale soffre la scopertura di un posto di sostituto procuratore generale tra i 4 previsti e dall’11 aprile 2013 e’ priva del capo dell’ufficio. Alla Dda mancano 5 dei 16 sostituti previsti sulla carta, piu’ il capo dell’ufficio e 2 procuratori aggiunti: i Pm antimafia si sono ridotti a 4, su una previsione di 7 magistrati.
Cardinale ha segnalato anche la penuria del personale amministrativo “falcidiato, per una miope politica di gestione basata unicamente sui tagli delle unita’ lavorative, dai pensionamenti dei dipendenti piu’ esperti e non reintegrato da nuove assunzioni”. Sono 16 le posizioni scoperte su 58 dell’organico (28%). Non meno carente e’ stata la situazione del personale amministrativo nei Tribunali del distretto dove a Enna si e’ toccata una punta di scopertura del 22%, pari a quella delle Procure, dove, a fronte di un organico complessivo di 166 unita’, hanno prestato servizio 129 dipendenti.
A Gela una situazione particolarmente critica con 5 posti vacanti su 11. I procedimenti penali nelle Procure del distretto di Caltanissetta, compresa quella dei minori, sono stati complessivamente 11.970, in lieve calo rispetto ai 12.539 dell’anno precedente. Il dato e’ nella relazione del presidente della Corte d’appello, Salvatore Cardinale, per l’inaugurazione dell’anno giudiziario. Sono diminuiti gli omicidi (28 contro i 39 dell’anno precedente), e uno solo e’ da ricondurre alla criminalita’ mafiosa: “ulteriore conferma -osserva Cardinale- che le organizzazioni malavitose operanti nel distretto continuano a condividere un piano d’azione che esclude il ricorso alle stragi e ai delitti di sangue, preferendo incentivare l’infiltrazione sistematica e silenziosa nel tessuto economico-imprenditoriale per dominarne alcuni settori o comunque per trarre da essi profitti illeciti. Sarebbe tuttavia errato -avverte Cardinale- ritenere che la mafia abbia deciso di deporre le armi per dedicarsi esclusivamente ai comparti tradizionali di sfruttamento poiche’ una tale strategia criminale non esclude l’attuazione – tramite atti di intimidazione – di un programma di forte pressione sui magistrati e sugli investigatori che si occupano del crimine organizzato e di mirati tentativi di delegittimazione, fatti di calunni e minacce, di quelle istituzioni territoriali e di quelle organizzazioni di categoria che si battono, con coraggio e a viso aperto, per recuperare il senso della legalita’ e ricreare nella societa’ civile e nel mondo imprenditoriale, attraverso una ritrovata educazione civica, un clima di rispetto delle regole”. Le organizzazioni criminali non sono state debellate: Cosa nostra e Stiddra, “seppur compresse nei loro appetiti dalla drastica riduzione del numero e deli importi degli appalti pubblici registrata nell’isola e dalla crisi che attanaglia le attivita’ economiche -afferma Cardinale- hanno continuato a vessare commercianti ed imprenditori attraverso gli usuali sistemi della turbativa delle procedure di gara, l’orientamento dell’aggiudicazione degli appalti in favore di ditte controllate dalle stesse organizzazioni mafiose o comunque compiacenti, la richiesta estorsiva alle imprese aggiudicatarie di versare somme di denaro pari ad una percentuale dell’importo dei lavori appaltati, il controllo totale dei subappalti e dall’imposizione di forniture e manodopera”. I capimafia “continuano, anche dal carcere, a dirigere i gruppi di riferimento giovandosi di fidati canali in grado di veicolare ordini e strategie operative”. Ci sono pero’ delle istituzioni che stanno contribuendo a formare una nuova coscienza civica, osserva Cardinale, e cita “gli uffici territoriali di governo di Caltanissetta ed Enna, la Camera di Commercio di Caltanissetta, Confindustria, le associazioni sindacali e le varie associazioni antiracket di Caltanissetta, Gela e Riesi”.
Mafia: verso conclusione a Caltanissetta nuove indagini su stragi. Si avviano a conclusione le nuove indagini della Dda di Caltanissetta, impegnata “a seguito di nuove collaborazioni che hanno offerto scenari diversi e messo in discussione precedenti acquisizioni investigative e giudiziarie, in un’intensa attivita’ istruttoria e processuale che sostanzialmente ha comportato, in ordine alle stragi di Capaci e via D’Amelio, la riapertura delle indagini a suo tempo concluse e una parziale diversa lettura di quanto in precedenza era passato al vaglio della magistratura giudicante”. Lo afferma il presidente della Corte d’appello di Caltanissetta, Salvatore Cardinale, nella relazione inaugurale dell’anno giudiziario. Gli sviluppi, ricorda, sono rappresentati dal procedimento a carico del boss Salvatore Madonia e altri per l’omicidio del giudice Borsellino e degli agenti della scorta, in parte concluso in primo grado con giudizio abbreviato e in parte oggetto di processo davanti la Corte d’Assise di Caltanissetta, e dal procedimento a carico del “gruppo di fuoco” della cosca palermitana di Brancaccio, accusata di aver partecipato all’attentato in cui furono assassinati i giudici Giovanni Falcone e Francesca Morvillo, su moglie, e la loro scorta, procedimento “ormai in fase di conclusione delle indagini preliminari”, ha detto Cardinale.
Mafia sommersa sempre forte. I procedimenti penali nelle Procure del distretto di Caltanissetta, compresa quella dei minori, sono stati complessivamente 11.970, in lieve calo rispetto ai 12.539 dell’anno precedente. Il dato e’ nella relazione del presidente della Corte d’appello, Salvatore Cardinale, per l’inaugurazione dell’anno giudiziario. Sono diminuiti gli omicidi (28 contro i 39 dell’anno precedente), e uno solo e’ da ricondurre alla criminalita’ mafiosa: “ulteriore conferma -osserva Cardinale- che le organizzazioni malavitose operanti nel distretto continuano a condividere un piano d’azione che esclude il ricorso alle stragi e ai delitti di sangue, preferendo incentivare l’infiltrazione sistematica e silenziosa nel tessuto economico-imprenditoriale per dominarne alcuni settori o comunque per trarre da essi profitti illeciti. Sarebbe tuttavia errato -avverte Cardinale- ritenere che la mafia abbia deciso di deporre le armi per dedicarsi esclusivamente ai comparti tradizionali di sfruttamento poiche’ una tale strategia criminale non esclude l’attuazione – tramite atti di intimidazione – di un programma di forte pressione sui magistrati e sugli investigatori che si occupano del crimine organizzato e di mirati tentativi di delegittimazione, fatti di calunni e minacce, di quelle istituzioni territoriali e di quelle organizzazioni di categoria che si battono, con coraggio e a viso aperto, per recuperare il senso della legalita’ e ricreare nella societa’ civile e nel mondo imprenditoriale, attraverso una ritrovata educazione civica, un clima di rispetto delle regole”. Le organizzazioni criminali non sono state debellate: Cosa nostra e Stiddra, “seppur compresse nei loro appetiti dalla drastica riduzione del numero e degli importi degli appalti pubblici registrata nell’isola e dalla crisi che attanaglia le attivita’ economiche -afferma Cardinale- hanno continuato a vessare commercianti ed imprenditori attraverso gli usuali sistemi della turbativa delle procedure di gara, l’orientamento dell’aggiudicazione degli appalti in favore di ditte controllate dalle stesse organizzazioni mafiose o comunque compiacenti, la richiesta estorsiva alle imprese aggiudicatarie di versare somme di denaro pari ad una percentuale dell’importo dei lavori appaltati, il controllo totale dei subappalti e dall’imposizione di forniture e manodopera”. I capimafia “continuano, anche dal carcere, a dirigere i gruppi di riferimento giovandosi di fidati canali in grado di veicolare ordini e strategie operative”. Ci sono pero’ delle istituzioni che stanno contribuendo a formare una nuova coscienza civica, osserva Cardinale, e cita “gli uffici territoriali di governo di Caltanissetta ed Enna, la Camera di Commercio di Caltanissetta, Confindustria, le associazioni sindacali e le varie associazioni antiracket di Caltanissetta, Gela e Ries
Gela e’ capitale intimidazioni. Gela rimane la “capitale” dei danneggiamenti mediante incendio. Il presidente della Corte d’appello di Caltanissetta, Salvatore Cardinale, nella relazione inaugurale dell’anno giudiziario segnala che si ricorre agli incendi d’auto “per attuare o consumare vendette, eseguire missioni punitive per motivazioni proprie o su ordinazione, concludere contrastate relazioni sentimentali, frodare le compagnie assicurative o piu’ semplicemente per sfogare, a conclusione di una noiosa giornata inutilmente spesa, istinti vandalici. Molti sono i mandanti e vari gli esecutori, tra i quali giovanissimi criminali pronti a offrirsi e disposti ad eseguire l’operazione in cambio di pochi spiccioli. Tuttavia, la matrice piu’ allarmante rimane quella a scopo estorsivo”. Negli ultimi tempi si e’ diffusa anche la “giustizia dai da te”, poiche’ “le vittime, conosciuti o individuati grazie a private indagini gli autori degli atti vandalici, hanno iniziato a prediligere, la punizione diretta e personale degli incendiari”.
627 giorni durata media processi. Il numero dei processi definiti a Caltanissetta, rispetto all’anno precedente, e’ aumentato da 982 a 998, con una variazione positiva del 2%. La pendenza si e’ ridotta passando da 1.384 procedimenti agli attuali 1.375 (-1%). Lo riferisce il presidente della Corte d’appello, Salvatore Cardinale, nella relazione inaugurale dell’anno giudiziario. Il tasso di smaltimento e’ cresciuto passando dal 41,5% al 42,6%, mentre la durata media dei processi e’ aumentata da 605 a 627 giorni. La Corte d’Assise d’Appello ha emesso 16 (8 nell’anno precedente) sentenze a fronte di 6 (17 nell’anno precedente) procedimenti sopravvenuti. La pendenza e’ diminuita da 23 a 13 processi. La durata media dei processi e’ aumentata attestandosi a 503 giorni (308 nell’anno precedente).