CALTANISSETTA – “100PASSI ….. percorsi di legalità …..”, si chiama così il progetto che lunedì 27 gennaio verrà presentato dall’Istituto Comprensivo Statale “Vittorio Veneto” presso il plesso “San Giusto”, di Viale Regina Margherita. All’evento è prevista la partecipazione di Giovanni Impastato, fratello di Peppino Impastato il giornalista ucciso dalla mafia il 9 maggio del 1978, e del gruppo musicale “Pupi di Surfaro” vincitore del Premio “Musica contro le mafie” 2013.
Nell’ambito dell’iniziativa gli alunni dipingeranno sul marciapiede che conduce al “San Giusto”, un percorso costituito da 100 impronte di passi colorati diretti verso la scuola, primo “baluardo di legalità”. Sono i cento passi dai quali bisogna partire, sono il primo percorso di legalità ed impegno. Le impronte saranno di diversi colori, per sottolineare che la scuola è il luogo dove le “diversità” sono arricchimento, un luogo dove sentirsi sicuri, dove viene praticata l’accoglienza e l’integrazione.
Cento passi sono anche quelli che separavano la casa della famiglia Impastato dalla dimora del boss mafioso Badalamenti, ma metaforicamente sono anche quelli che dividono il bene dal male, il coraggio dalla vigliaccheria, l’impegno dalla prevaricazione.
Il progetto che verrà presentato, oltre all’iniziativa del 27, ha in programma molti altri importanti momenti educativi e Tavole Rotonde che prevedono la presenza di esperti ed “attori” della lotta alla mafia ed all’illegalità. Esso si pone l’obiettivo di focalizzare l’attenzione sulla centralità del ruolo educativo ed istituzionale della scuola. Questo ruolo assume ancora maggiore importanza in quei territori marginali, a rischio e ad alto processo immigratorio, nei quali il disagio sociale sfocia spesso nell’illegalità.
Quello del “Vittorio Veneto”, diretto dal prof. Mario Cassetti, che oltre al “San Giusto”, opera anche nei plessi “Angeli”, “Firrio” e “Santa Barbara”, con classi di scuola dell’infanzia, primaria e secondaria, è un piccolo, grande “progetto di scuola” che si impegna ad offrire ai ragazzi opportunità di incontro e condivisione e di crescere in un ambiente affettivo e creativo sano.
Sulla locandina di presentazione è riportata una frase di Antonio Caponnetto: “La mafia teme più la scuola della giustizia e l’istruzione toglie l’erba sotto i piedi della cultura mafiosa”; egli, con questa affermazione, sottolinea il ruolo fondamentale della scuola, in grado di eliminare la soggezione mentale e culturale in quei giovani che sono attratti dai facili guadagni, dal potere e dal “rispetto” che i mafiosi alimentano.
Parlare dei cento passi oggi significa interrogarsi sul ruolo che la scuola ha nel far scegliere il bene piuttosto che il male ai ragazzi, nel prevenire e curare il disagio ed il degrado sociale a partire dai primi anni di vita. Le scuole sono, invece, sempre più abbandonate a loro stesse, distrutte e mortificate dai continui tagli delle vecchie e nuove riforme nonché da quelli derivanti dal venir meno dei servizi elargiti dagli enti locali. Occorre che le scuole, in particolare quelle che operano in contesti socio culturali “a rischio”, segnati dalla fragilità e dal bisogno, siano messe nelle condizioni di svolgere la loro funzione educativa. La lotta all’illegalità ha infatti senso ed efficacia se svolta con un’azione forte e costante, che non sia solo di semplice facciata (come spesso accade), ma che abbia anche un valore culturale, rivolta all’emancipazione dalle condizioni di subordinazione. Ed è proprio questo che è indispensabile, dare una mano alle scuole, che oltre ad essere spesso unico baluardo che lo stato può offrire sul territorio, si propongono e si prefigurano come laboratori di pensiero, ideatori di un destino di cui essere protagonisti responsabili, ispiratori di riflessioni e causa di mutamento sociale.