SIAMO FAVOREVOLI AD UN QUARTIERE MULTIETNICO: MA GARANTITE I SERVIZI

CALTANISSETTA- SANTA CROCE-
Il Comitato del Quartiere Santa Croce, avendo ricevuto negli ultimi mesi numerose segnalazioni da parte dei residenti, in merito alla gestione dei numerosi extracomunitari allocati presso l’ex Boccone del Povero , sito in Via Mussomeli di Caltanissetta desidera riproporre alle SS.VV. la problematica in oggetto. Desideriamo farci porta voce della pesante realtà che i cittadini devono giornalmente affrontare nello svolgimento del vivere civile , legato alle difficoltà che da anni si accumulano, al degrado del Centro Storico, sia dal punto di vista pratico che umano. Non si può parlare di pianificazione della gestione dei profughi , se prima non si affronta il problema della solitudine in cui versa la parte Storica della Città. Da circa 20 anni, nonostante siano cambiate varie amministrazioni di colori e idee politici differenti, noi residenti  assistiamo impotenti ( ma non rassegnati) ad un lento degrado. Caltanissetta, la città divisa in due, rappresenta la realtà vivente avversa a ciò che avviene nel resto dell’Italia e dell’Europa tutta: l’abbandono totale di ciò che rappresenta o che dovrebbe essere l’anima del vissuto nisseno e della memoria storica di ciò che eravamo e siamo. Il voler cancellare da 20 anni a questa parte le realtà dei singoli Quartieri che sono state l’anima pulsante della storia Nissena e della Sua cultura, del Suo sapere e della Sua quotidianità, appaiono oggi defraudate e rapite se non violentate. Le numerose richieste di qualsiasi natura da parte dei cittadini, hanno avuto scarso esito, appaiono sorde alle altrui orecchie e tutto ciò ha portato allo sventramento di interi rioni che sono diventati fantasmi di se stessi a cui non si è nemmeno dato l’onore di morire in pace o di rivivere con orgoglio la propria identità residua. Vecchi palazzi abbandonati, le cui porte sono state forzate, diventati ricettacolo di spazzatura o trasformate in canili per cani da combattimento o crocevia di attività di malaffare fiorente sia di giorno che di notte. Molte abitazioni sono state trasformate, per i meno fortunati, in alloggi precari, alcuni anche a scopo speculativo. Intere vie rimaste desertificate, alla mercé di chi ha interesse a navigare in acque torbide o contrarie al vivere civile ed al rispetto delle regole. Ci chiediamo se abbiamo toccato il fondo del barile o cosa dobbiamo ancora attendere? Per quante volte ancora dobbiamo chiedere il soddisfacimento dei nostri bisogni elementari, dei nostri diritti divenute nel tempo preghiere, per ciò che invece, dovrebbero essere risposte inalienabili di ogni cittadino nel suo vivere quotidiano, in un vivere nel rispetto del diritto. Quante volte ancora dobbiamo vedere l’uomo di potere che rappresenta l’Istituzione voltare la faccia per guardare altrove la soluzione dei problemi……e noi rappresentanti di Quartiere quale risposta possiamo dare a chi rimane aggrappato alla propria casa che fu la casa dei suoi genitori in cui è racchiusa la propria storia legata ai ricordi che rappresenta la giusta radice a cui ogni uomo attinge nel suo evolversi. Famiglie che vivono una realtà sconfortante, pericolosa sia dal punto di vista igienico-sanitario, sia da quello securitario e alla perdita di Servizi e strutture primarie. Pensiamo che la questione del rilancio del Centro Storico, non è solo un’ affare di immagine, di facciata circoscritta al rifacimento della pavimentazione della piazza è qualcosa che va oltre è risiede in una spinta propulsiva mentale, educativa, economica relativa agli investimenti e progettazione sia di natura edilizia che di infrastrutture. Ci chiediamo: se fossimo dei profughi , dove cercheremmo rifugio? La risposta è che il luogo dove andare sia migliore da quello lasciato, dove le aspettative di vita e la qualità di essa siano sufficienti alla gratificazione delle aspettative e ci chiediamo ancora può il nostro Centro Storico dare queste risposte? Pensiamo che la prima base di una convivenza è l’integrazione, ma in un territorio dove il controllo delle Forze dell’Ordine è insufficiente, dove scassinare un immobile abbandonato è facile diventando azione impunita, dove le vie possono diventare orinatoi pubblici, dove la disperazione porta ad ubriacature notturne per combattere la nostalgia di ciò che si è lasciato, dove la scarsità di lavoro è tale da portare i padri di famiglia ad uccidersi, dove la
mancanza di intermediatori culturali non permette la conoscenza lasciando tutto al fai da te lontano da un welfare sociale organizzato e pensato…. Le nuove presenze possono portare più a una guerra tra poveri che al sogno di una società multietnica. Ci chiediamo inoltre, possono queste persone adeguarsi alle regole vigenti della cultura ospitante, al Diritto di cittadinanza in assenza di un piano educativo, culturale, sociale adeguato? Vorremmo ribadire che la morte del Centro Storico non è causata dalla presenza degli extracomunitari, ma è stata aggravata anche dalla mancanza di tutele sociali e strutturali che invece sono state fortificate in altre zone della città. A conferma di ciò ricordiamo la chiusura della Posta di via Vespri Siciliani, la chiusura di numerose attività commerciali, lo scorrazzare per le vie del quartiere di cani randagi che ci regalano i loro bisogni, la mancanza di luoghi di aggregazione sani per i giovani, nessun impianto sportivo, nessun presidio sanitario con poliambulatori, questi ultimi concentrati nella parte alta della città, con le perdite delle scuole primarie e secondarie. Aspettando segnali di cambiamento: C H I E D I A M O  Presidi di Forze dell’Ordine sul territorio per maggiore controllo;  Per i nuovi arrivati maggiori centri di accoglienza e ristoro spalmati in tutta la città con personale qualificato fatto da mediatori, servizi sociali, volontari tanto da rappresentare uno strato contenitivo, sia per la popolazione nissena che per le persone che si accolgono. A conclusione, vogliamo ribadire alcune esigenze prioritarie per il nostro Quartiere segnalatevi da lungo tempo e ci riferiamo a: o spartitraffico tra via Cardinale Nava, via Vespri Siciliani e via Montebello; o il vergognoso degrado delle vie Di Bilio, Montebello, Maida, Marrocco ecc divenuti ricettacolo di spazzatura; o La tamponatura dei portoni d’ingresso degli stabili abbandonati o rotatoria largo Badia; o completamento e potenziamento della pubblica illuminazione del Quartiere; o la designazione del “parcheggio” di via Vespri Siciliani; o la perimetrazione del Centro storico per l’inizio degli investimenti di riqualificazione dei vari Quartieri appartenenti ad esso. In conclusione ribadiamo che gli abitanti del quartiere Santa Croce, non sono contrari ad una società multietnica, la Nostra storia centenaria lo dimostra, pensiamo però che la via maestra per ottenere ciò non è stata attivata dalle politiche vigenti, che appaiono carenti sia nel contenuto che nella modulazione concreta inerente alla realtà territoriale. Questo è l’ennesimo tentativo di dialogo con gli amministratori locali, che possano portare alla soluzione delle problematiche sopra esposte e vogliamo, questa volta, attirare l’attenzione delle SS. VV. II e tutti gli organi di stampa poiché ci sentiamo umiliati nel vivere in una città in cui è in atto “guerra” mediatica sulla legalità per poi non vederla attuata nella realtà.  IL PRESIDENTE DEL COMITATO DI QUARTIERE(Giacomo Tuccio)

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  • “Non siamo contrari ad una società multietnica” e questa è buona cosa civile, ma
    questo pare svantaggi i nisseni, in quanto gli amministratori non adempiono il
    loro dovere in virtù di questa tolleranza e senso civico ammirevole del cittadino
    nisseno.
    Dobbiamo pretendere che il quartiere e il territorio sia rispettato anche
    da altri che vi vogliono appartenere rendendoli parteci civicamente .
    Non solo fruitori di beni ma realizzatori di beni. Questo darebbe dignità a tutti
    principalmente agli immigrati trattati da stranieri.

  • Sig tuccio da 4 anni che vi prendono in giro siete troppo tolleranti , si sentono come Gesù in terra , i peggiori amministratori da 40 anni a questa parte, speriamo di non vederli piu a palazzo del Carmine.

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