CALTANISSETTA – Michele Vietti, vice presidente del Csm, ieri a Caltanissetta, ha affrontato i mali della giustizia e indica la strada da intraprendere per risolverli, nel suo libro “Facciamo giustizia. Istruzioni per l’uso del sistema giudiziario”. “Ho provato ad esporre – ha spiegato – qualche ricetta, credo anche a costo zero, per risolvere i tanti problemi che affiggono la nostra giustizia. Il problema principale e’ la lentezza. Noi rendiamo giustizia in tempi irragionevoli. Questo ci fa oggetto di sanzioni da parte dell’Europa e soprattutto non ci consente di dare ai cittadini quelle risposte in termini di celerita’ e di prevedibilita’ che si aspettano e a cui hanno diritto”. “Nel civile – ha aggiunto Vietti – bisogna portar fuori dal circuito giudiziario tutta una serie di controversie che possono utilmente essere affidate alle forme di composizione alternative, come le conciliazioni, la mediazione e l’arbitrato”. Anche nel penale “bisogna portare fuori da processo tutta una serie di reati, in parte con un’azione di depenalizzazione e in parte ricorrendo in modo piu’ determinato ai riti alternativi. Per il problema legato invece alle carceri italiani, anche qui bisognerebbe ricorrere a una depenalizzazione. Bisognerebbe prevedere pene alternative a quelle della detenzione carceraria”
La presentazione del libro si è tenuta, giovedì pomeriggio, nella sala riunioni, della Camera di Commercio del capoluogo nisseno. Presenti oltre al Vicepresidente del CSM, Michele Vietti, il capo della DNA, Franco Roberti, il procuratore di Caltanissetta, Sergio Lari e il capo dell’Antitrust, Giovanni Pitruzzella e il presidente della Cciaa, Antonello Montante.
Quest’ultimo ha dichiarato: “La giustizia che funziona rende un Paese competitivo, ma in Italia non riesce a decollare, e’ ingessata per la presenza probabilmente di troppe lobby”. “Uno dei punti critici in Italia – ha proseguito – e’ proprio il sistema giudiziario che va sommato purtroppo a una criminalita’ sempre piu’ soffocante e asfissiante che negli ultimi anni si e’ raffinata. Tuttavia, per fortuna, siamo in un Paese in cui lo Stato c’e’ e infligge duri colpi alla criminalita’ organizzata”.