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27 e 28 novembre al Margherita, “Barbablù”: in scena la violenza sulle donne

Redazione

27 e 28 novembre al Margherita, “Barbablù”: in scena la violenza sulle donne

Mar, 19/11/2013 - 11:38

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BARBABLU 'CALTANISSETTA – Approda al Teatro Regina Margherita “Barbablù”, spettacolo in tournèe nazionale; una trasposizione della favola di Perrault che tratta del tema della violenza sulle donne avvalendosi dei toni e della prospettiva della favola, con momenti di riflessione e forte tensione drammatica.  L’evento è patrocinato da: Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento pari opportunità, Associazione Italiana Donne Medico, Amministrazione Comunale di Caltanissetta, Croce Rossa Italiana con la collaborazione, del Inner Wheel Club di Caltanissetta e Coordinamento contro la violenza sulle donne. Nei giorni 27 e 28 novembre ore 21:00 biglietto euro 10,00 (spettacolo consigliato solo per un pubblico adulto); matinée giorno 28 scuole superiori alle 10,30.

Testo e regia Mario Mascitelli, con Gabriella Carrozza, Mario Aroldi e Paola Ferrari/Loredana Scianna, assistente alla regia Anna Lisa Cornelli, inserti poetici Federica Salvatore e Paola Marino

 In molti conoscono la terribile favola di Barbablù dei fratelli Grimm, personaggio a volte rappresentato come il diavolo stesso, che sposa giovani fanciulle, orribilmente squartate non appena osano trasgredire all’ordine di non aprire una porta del palazzo. La morale era molto chiara per i bambini, a infrangere un divieto si può rischiare molto.., ma quando non è una favola e non sono i bambini ad aver paura, allora diventa una storia vera.

 Lo spettacolo nasce dal desiderio di affrontare il dilagante e inaccettabile fenomeno della violenza domestica, per saperne di più, per offrire un’occasione di riflessione. Nella nostra ricerca abbiamo scoperto anche l’altra faccia di tale violenza, quella psicologica, che, come un tarlo, consuma anima e pensieri delle vittime che subiscono gelosie, abusi e pressioni da parte di mariti, fidanzati, compagni che pur non toccandole nemmeno con un dito, le affliggono con una violenza sottile e quotidiana. In modo esemplare Pirandello ha dato voce a tale ossessione maschile facendo dire a un suo personaggio: “Anche se t’accecassi, ciò che i tuoi occhi hanno veduto, i ricordi, i ricordi che hai qua negli occhi, ti resterebbero nella mente; e se ti strappassi le labbra, queste labbra che hanno baciato, il piacere, il piacere, il sapore che hanno provato baciando, seguiteresti sempre a provarlo, dentro di te, ricordando, fino a morirne, fino a morirne di questo piacere.”