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Rapinarono 700mila euro ad un furgone portavalori, nel commando anche un gelese

Redazione

Rapinarono 700mila euro ad un furgone portavalori, nel commando anche un gelese

Ven, 11/10/2013 - 11:37

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FIRENZE – Un gelese fra gli autori del colpo che lo scorso 22 marzo a Capelle aveva fruttato 700mila euro: rapinarono un furgone portavalori. Giuseppe Raimondo Romano, è fra le sette persone arrestate dalla Squadra Mobile di Firenze, in esecuzione di altrettante ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal Gip del tribunale fiorentino.

Soggetto di spicco, un affiliato alla Stidda, già condannato per duplice omicidio e tentato omicidio, Raimondo Giuseppe Romano, 44 anni, originario di Gela, detenuto a Sollicciano dal 1992 e che al momento della rapina al  portavalori si trovava in semilibertà. Secondo le indagini della squadra mobile di Firenze, la mattina del 22 marzo uscì dal carcere ma non si presentò alla ditta dove lavorava come carpentiere proprio perché impegnato nella rapina al  portavalori. Tre mesi fa gli agenti della squadra mobile di Firenze avevano notificato all’uomo un’ulteriore ordinanza di custodia cautelare in carcere per omicidio, su disposizione della Dda di Catania, perchè ritenuto uno dei due uomini che il 15 luglio 1991 uccise a colpi di pistola Paolo Nicastro appartenente alla Stidda di Gela. Gli altri arrestati, sono tutti italiani di età compresa tra i 25 e i 50 anni, già noti alle forze dell’ordine

Due guardie giurate colpite e ferite, seppur in modo lieve, 700.000 euro di bottino stimato in un primo momento: fu questa la rapina al furgone portavalori assaltato il 22 marzo scorso nella zona industriale di Capalle e bloccato simulando un incidente con uno scooter. Le guardie a bordo fermarono il mezzo per sincerarsi delle condizioni dello scooterista e così vennero circondate dai banditi. Il commando agì in pieno giorno verso le 8.30 e per minacciare i tre vigilantes mostrò anche un candelotto di dinamite, poi risultato falso agli artificieri. Tra i sette arrestati per la rapina al furgone portavalori assaltato con pistole e fucili a pompa ci sono due guardie giurate della stessa ditta, la Btv Battistolli di Vicenza: i complici sono l’autista dello stesso mezzo attaccato e un altro vigilante, anche lui conducente di furgoni della Btv Battistolli, ma quella mattina non presente sul luogo della rapina.

Secondo la polizia ebbero compiti decisivi. La guardia giurata che conduceva il furgone simulò l’incidente con lo scooterista, anche questo un altro membro del commando, per avere il pretesto di bloccare il mezzo. Invece, il vigilante assente dalla scena del crimine fornì importanti informazioni alla banda come basista della rapina. Nel dettaglio, le indagini della squadra mobile di Firenze, grazie all’esame delle immagini riprese da telecamere, hanno stabilito che il conducente del furgone simulò totalmente di aver avuto un incidente con lo scooterista complice. L’incidente fu una finta completa perché non avvenne nessun contatto tra furgone e moto. Lo scooterista si gettò a terra senza essere nemmeno sfiorato dal furgone, così la guardia giurata che lo guidava ebbe così il pretesto per fermare il mezzo e agevolare l’assalto.  Secondo la Questura, la guardia giurata che conduceva il furgone blindato fu lautamente ricompensato per il suo apporto al commando che fece la rapina. Gli altri due colleghi – feriti lievemente con colpi tirati con i calci delle pistole – erano ignari e subirono la rapina.

Dalle indagini è emerso anche un clamoroso errore dei banditi: presero 700.000 euro in contanti, ma si dimenticarono nel furgone un sacco contenente un altro mezzo milione di euro, che era rimasto sotto un giubbotto antiproiettile.