Un’idea proposta dal club artistico nisseno “M. Tripisciano” nel 2004, avallata dalla società Mutuo Soccorso “Regina Margherita” e oggi realtà grazie l’intervento dell’Amministrazione Comunale e alle maestranze nissene che hanno contribuito alla realizzazione. Una cerimonia solenne officiata dal vescovo mons. Mario Russotto, alla presenza del bis nipote dell’artista Maria Giuseppe Michele Tripisciano accompagnato dalla figlia Paola, del Sindaco e di altre autorità cittadine. Numerosi i nisseni presenti per rendere onore all’artista nisseno per molti anni dimenticato dai suoi concittadini, nonostante la presenza in città di molte sue opere. Sul monumento in alto sono stati riprodotti lo scalpello e il martello con una foglia d’alloro, attrezzi cari a Michele Tripisciano e applicate 4 maioliche rappresentanti l’artista, la Diocesi di Caltanissetta, lo stemma del Comune e della società mutuo soccorso Regina Margherita. Tripisciano nacque il 13 luglio 1860 nacque nell’abitazione del quartiere della “Saccarella”, da Ferdinando Tripisciano, “quartararo”, e da Calogera Falci. Da bambino modellava bozzetti in creta nella fabbrica di brocche del padre e, grazie all’interessamento del barone Guglielmo Luigi Lanzirotti e dell’onorevole Pugliese, fu inviato nel 1873 a studiare a Roma all’Ospizio San Michele. Dal 1880 al 1888 lavorò nello studio dello scultore Francesco Fabi Altini, e nel 1884 ottenne con l’opera “Caio Mario sulle rovine di Cartagine” la medaglia d’argento dell’Accademia di San Luca. In seguito aprì un proprio studio di scultura e scolpì figure mitiche, soggetti religiosi e personaggi storici contemporanei, con numerose commesse per chiese e per monumenti funebri e in seguito alla vittoria in concorsi anche internazionali. Fu per molti anni a Roma per ritornare quindi nella sua città natale, dove morì a soli 53 anni a causa di una broncopolmonite. Nel 1900 fu insignito dal re Umberto I di Savoia della croce di cavaliere e nel 1912 da Vittorio Emanuele III dell’onorificenza di cavaliere dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro. Morì a Caltanissetta il 21 settembre del 1913.
In conclusione, reso il giusto omaggio ad un concittadino illustre ci chiediamo come sia possibile che in calce alla lapide vi sia una serie di “ringraziamenti” da far invidia ad un banner pubblicitario. Non essendo esperti in materia, il dubbio sorge spontaneo ma nessuno, del personale del Comune, controlla o valuta le incisioni sulle lapidi? Ci sono altri casi in Italia di monumenti funerari con inclusi i ringraziamenti? Ai posteri l’ardua sentenza e che Tripisciano possa riposare in pace.
httpv://youtu.be/uJPev1wFfR4
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é semplicemente GROTTESCO !!! SOLO CALTANISSETTA POTEVA PARTORIRE UN COSI SIMILE ABORTO! è UN OFFESA AL DEFUNTO ARTISTA!
bastava un espositore esterno all'opera che contenesse le varie informazioni e liberare la scultura da una lapide ancor più imponente dell'opera stessa. Si potrebbe rimediare no?
che vuol dire: "chi ti ha conosciuto non ti dimentica"?
questa scritta surreale posta per un illustre artista morto cento anni prima ricorda tanto le opere di Achille Campanile.
premesso che è vergognoso avere indicato nomi, cognomi e titoli, la cosa più grave a mio parere è il comportamento del dr. Campisi nel non aver menzionato la cittadinanza, dimenticando che sono stati i nisseni ad elevarlo a quel ruolo.
Caltanissetta degli anni 2000 sarà ricordata come la più ridicola città d'Italia e d'Europa....un esempio di imbecillità pura dei suoi amministratori...Sua eminenza il Vescovo è l'unica persona degna di questa città che nei libri di Camilleri, quelli comici, è da prendere a ispirazione.
In fatto di buon gusto, di senso del bello e della misura, di realismo e di cose simili, neppure sua eminenza mi pare un esempio se partecipa in prima fila a teatrate del genere e se non suggerisce ai promotori di togliere, o almeno di spostare alla fine dell'elenco, il suo nome. Il fatto è che anche altrove capita purtroppo di vedere brutti spettacoli analoghi, altre prime file, altre passerelle, altre lapidi invadenti e invasive, sgargianti e smargiasse. Probabilmente Caltanissetta è come è ora perché ultimamente a rappresentarla in ogni ambito e ad ogni livello ci sono personaggi che si assomigliano tutti, proprio tutti.
Manco una lapide sanno fare....
Quando ero piccolo andavo al circo e ridevo perché mi divertivo vedere i pagliacci e sentire le loro pagliacciate, oggi che sono grande, soffro, perché costretto a tollerare i pagliacci e le loro pagliacciate
Vedi Cimitero ed epigrafe nella lapide
cosa vi aspettavate? dopo il sultano anche la lapide sponsorizzata... e vai con striscia la notizia!!!! dai che mancano solo 8 mesi.. chissà cosa ci riserveranno ancora :-)
e cerchiamo di ricordarcelo!
Al ridicolo non c'e' mai fine, poi quando di mezzo c'e' l'Amministrazione comunale di Caltanissetta il ridicolo e' d'obbigo
Un Sindaco dotato di attributi chiama questi autoreferenziali e malati di protagonismo che hanno realizzato la lapide e impone il decoro,il buon gusto e il rispetto nei confronti non solo dell'artista ma anche del cittadino Michele Tripisciano verificando di persona quello che viene realizzato. Ammesso che lui abbia percepito la "pacchianata" realizzata. In fondo c'è pure il simbolo di Caltanissetta mi pare. Stesso trattamento sarà riservato al Biangardi?
ma di quali attributi stiamo parando? Se ache lui è indicato nella lapide. E inutile si possono avere cinque lauree.....