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Inaugurato monumento a Tripisciano. Iniziativa lodevole: evitabile la ‘pubblicità’ sulla lapide?

Redazione

Inaugurato monumento a Tripisciano. Iniziativa lodevole: evitabile la ‘pubblicità’ sulla lapide?

Sab, 21/09/2013 - 14:33

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CALTANISSETTA – “Chi ti ha conosciuto non ti dimenticherà”: questa la frase impressa sul monumento  dedicato  al grande artista nisseno Michele Tripisciano, inaugurato al cimitero Angeli  in occasione del suo 100 anniversario dalla morte. Iniziativa lodevole forse eccessivamente permeata di marketing pubblicitario.

Un’idea proposta  dal club artistico nisseno “M. Tripisciano” nel 2004, avallata  dalla società Mutuo Soccorso “Regina Margherita” e oggi realtà grazie l’intervento dell’Amministrazione Comunale e alle maestranze nissene che hanno contribuito alla realizzazione. Una cerimonia solenne officiata dal vescovo mons. Mario Russotto, alla presenza del bis nipote dell’artista Maria Giuseppe Michele Tripisciano accompagnato dalla figlia Paola, del Sindaco e di altre autorità cittadine. Numerosi i nisseni presenti per rendere onore all’artista nisseno per molti anni dimenticato dai suoi concittadini, nonostante la presenza in città di molte sue opere. Sul monumento in alto sono stati riprodotti lo scalpello e il martello con una foglia d’alloro, attrezzi cari a Michele Tripisciano e applicate 4 maioliche rappresentanti l’artista, la Diocesi di Caltanissetta, lo stemma del Comune e della società mutuo soccorso Regina Margherita. Tripisciano nacque il 13 luglio 1860 nacque nell’abitazione del quartiere della “Saccarella”, da Ferdinando Tripisciano, “quartararo”, e da Calogera Falci. Da bambino modellava bozzetti in creta nella fabbrica di brocche del padre e, grazie all’interessamento del barone Guglielmo Luigi Lanzirotti e dell’onorevole Pugliese, fu inviato nel 1873 a studiare a Roma all’Ospizio San Michele. Dal 1880 al 1888 lavorò nello studio dello scultore Francesco Fabi Altini, e nel 1884 ottenne con l’opera “Caio Mario sulle rovine di Cartagine” la medaglia d’argento dell’Accademia di San Luca. In seguito aprì un proprio studio di scultura e scolpì figure mitiche, soggetti religiosi e personaggi storici contemporanei, con numerose commesse per chiese e per monumenti funebri e in seguito alla vittoria in concorsi anche internazionali. Fu per molti anni a Roma per ritornare quindi nella sua città natale, dove morì a soli 53 anni a causa di una broncopolmonite. Nel 1900 fu insignito dal re Umberto I di Savoia della croce di cavaliere e nel 1912 da Vittorio Emanuele III dell’onorificenza di cavaliere dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro. Morì a Caltanissetta il 21 settembre del 1913.

In conclusione, reso il giusto omaggio ad un concittadino illustre ci chiediamo come sia possibile che in calce alla lapide vi sia una serie di “ringraziamenti” da far invidia ad un banner pubblicitario. Non essendo esperti in materia, il dubbio sorge spontaneo ma nessuno, del personale del Comune, controlla o valuta le incisioni sulle lapidi? Ci sono altri casi in Italia di monumenti funerari con inclusi i ringraziamenti? Ai posteri l’ardua sentenza e che Tripisciano possa riposare in pace.

httpv://youtu.be/uJPev1wFfR4