Finisce in secondo piano il dato più significativo dell’ultima seduta consiliare. Ciò che ha contraddistinto i lavori di venerdì sera è l’esacerbato livello di litigiosità, lo scambio di offese, gli attacchi di entrambi i lati che hanno sfiorato le sfere personali. Ed ancora quell’aria elettrica risaltata da fastidiose urla e dai tonfi dei pugni sbattuti sui tavoli. E il bailamme ha finito per oscurare l’approvazione all’unanimità della rateizzazione della Tares in quattro tranche. A contribuire ad accendere gli animi la dichiarazione in apertura di lavori di Toti Nigrelli, che nel commentare i danni provocati dal nubifragio del giorno precedente, ha addossato al sindaco Calà delle pesanti responsabilità. Un intervento duro, una critica il cui giudizio, che è sembrato senza spiragli, si è sintetizzato nell’ultima frase: “Sindaco dimettiti”. Giuseppe Rizzo del Pd ha invitato il collega a depositare il testo dell’arringa, suggerendo al sindaco di riflettere sull’opportunità di “valutare gli estremi di un atto legale per difendere la sua immagine”. Un intervento che ha surriscaldato ancora di più il clima, già caldo per le critiche mosse verso la Giunta, incolpata di avere portato in ritardo la delibera di rateizzazione. E l’atteggiamento mostrato dal sindaco, che ha sfoggiato in più occasioni l’arma dell’ironia (tirando in ballo un misterioso Zorro, indicato come l’ispiratore delle parole di Nigrelli), non ha aiutato a rasserenare il clima, tanto che i consiglieri dell’oramai ex maggioranza, al culmine delle tensioni, per protesta nei confronti del presidente del Consiglio Mario D’Amico, hanno preferito uscire dall’aula. “Abbiamo deciso di allontanarci- ha detto a margine dei lavori il capogruppo del Pd Gianni Geraci- per contestare gli attacchi personali dei colleghi dell’opposizione ma soprattutto per denunciare il comportamento di D’Amico, un presidente di parte che non ci tutela e non garantisce più l’imparzialità che chiederebbe il suo ruolo”.
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