LAMPEDUSA – Per il primo viaggio del pontificato il Papa latinoamericano fa rotta verso i morti senza nome,i tanti profughi senza casa e i tanti capaci di accogliere condividendo il poco che si ha. Lampedusa, estremo lembo d’Italia, simbolo per l’Europa e il mondo del dramma di cento milioni di persone che ogni anno lasciano la propria terra per conflitti o persecuzione, con emozione aspetta l’arrivo di papa Francesco. Ancora increduli per la notizia i cristiani lo aspetteranno in preghiera, vegliando, questa sera, nella parrocchia di San Gerlando. Ma tutta la popolazione è in fermento per l’arrivo di Jorge Mario Bergoglio, figlio di immigrati italiani in Argentina, Papa che ha detto di sognare una “Chiesa povera e per i poveri” e che ha scelto gli immigrati e la popolazione che porta il peso dell’accoglienza. Un programma sobrio, perchè il Papa non ha voluto spese straordinarie nè che si stravolgesse la vita della popolazione. Poche le autorità sia civili che religiose: il sindaco Giuseppina Nicolini e l’arcivescovo di Agrigento Franco Montenegro, nel suo ruolo di presidente di Migrantes, la fondazione della Cei per i migranti. Una visita breve: il Papa arriverà intorno alle 9.15 e si trasferirà in auto a Cala Pisana, da dove si imbarcherà per andare a Cala Maluk a compiere uno dei gesti più significativi del viaggio: lanciare una corona di fiori in mare, a ricordo dei tanti, molti rimasti senza nome, che hanno perso la vita nei viaggi della speranza dall’Africa all’Europa. Si calcola che siano almeno 25mila in 20 anni.Poi,al molo Favarolo incontererà un gruppo di immigrati, e la popolazione, infine, nel campo sportivo celebrerà la messa, durante la quale le letture bibliche evocheranno significativamente Caino e Abele e la strage degli innocenti. Il pastorale del Papa e il calice per la messa sono in legno, realizzati con pezzi dei barconi degli immigrati. Circa 90 immigrati accoglieranno il Papa, una quarantina al molo Favarolo e una cinquantina alla messa, sono in gran parte eritrei e molti sono cristiani. Questo il programma definito, mentre per eventuali fuori programma alcuni pensano al Centro di accoglienza o alla sezione del cimitero di Lampedusa dove riposano i clandestini, a cui si accede da Cala Pisana. “Per noi la visita del Papa è molto importante – commenta il sindaco Giuseppina Nicolini, eletta in una lista civica ambientalista – perchè ora Lampedusa non è più l’ultima frontiera d’Italia ma la prima tappa del primo viaggio del Papa, mi auguro che la sua visita aiuti tutti a prendere consapevolezza della responsabilità e della necessità di accogliere, spiega il sindaco, dando atto a mons. Montenegro, che lei chiama “don Franco” del ruolo “fondamentale” svolto dalla Chiesa, nel 2011, per l’accoglienza e il sostegno agli immigrati, durante l’ondata della primavera araba. Gesti e messaggi di questo primo viaggio di papa Francesco parleranno anche alla Chiesa italiana, indicando lo stile e le priorità che il vescovo di Roma intende imprimere alla Chiesa universale, e a quelle particolari.
La redazione ringrazia l’amico Tiziano La Marca per averci gentilmente concesso le foto della fase di allestimento dell’evento