A fare gli onori di casa il Prof. Giammusso che offre alla platea considerazioni di tipo sociologico su quello che Mosler e Barnard trattano successivamente dal punto di vista economico-finanziario. “Siamo in un’epoca di grande disgregazione sociale ed economica, la crisi finanziaria del 2008 e ancor più quella che stiamo attraversando in questi giorni, sta ridisegnando i nostri modelli di vita privata e di lavoro – afferma il Prof. Giammusso – Per quanto riguarda le organizzazioni, sicuramente occorrerà rivedere il modello organizzativo e riflettere sul significato dello sviluppo territoriale e, quindi, sociale. Già ora e più in particolare nei prossimi anni, ci saranno le più straordinarie trasformazioni in tutti i mercati economici, commerciali, politici e comportamentali e, pertanto, sarà indispensabile pensare e agire velocemente sul significato dei sistemi di innovazione e modernizzazione quali ad esempio quelli della Alta Formazione Universitaria, così come l’abbiamo concepito fino ad ora. La mia visione dell’Università è quella di una organizzazione dinamica ed evolutiva che deve diventare sempre di più, il punto di riferimento della comunità intesa come un insieme di individui che condividono lo stesso ambiente fisico e tecnologico, formando così un gruppo riconoscibile, unito da vincoli organizzativi e da interessi comuni. Un’organizzazione capace di sviluppare un forte “ sense of community” per passare da un modello basato, più sulla collaborazione e coesione di tutti gli attori che sull’individualismo e la competizione, con un forte orientamento al futuro e alle generazioni future: perché pensare dinamicamente all’avvenire è un compito essenziale nella vita contemporanea e futuribile. Il concetto di crisi deve essere abbandonato, superato una volta che si è consapevolizzato, per cominciare a discutere e, quindi, attuare una forte e risoluta METAMORFOSI: della politica, dell’economia, della società e dell’individuo per uscire dalla crisi diversi da come vi siamo entrati sarà questo il titolo guida che il comitato tecnico scientifico della Libera Università della Politica e del Consorzio Universitario di Caltanissetta hanno scelto per la realizzazione qui nella nostra Università nel mese di settembre della Scuola di Alta Formazione Politica di padre Ennio Pintacuda , scuola di cui ho l’alto onore ma anche la responsabilità di esserne il Direttore. E’ necessario allora un cambio di visione, un cambio di paradigma, un cambio di strumenti. Metamorfosi come ribaltamento ma anche rottamazione di ciò che non funziona. Bisogna realizzare un ritorno al futuro attraverso la definizione ed il raggiungimento di nuovi obiettivi futuribili. Se le persone, i gruppi e le organizzazioni si focalizzano su un obiettivo comune è la strada giusta verso il vantaggio competitivo.”
A seguire Paolo Barnard e Warren Mosler, partendo dallo studio dei dati macroeconomici delle economie degli ultimi decenni, hanno spiegato in che cosa consiste la loro azione. La ME-MMT ossia: Mosler Economics- Modern Money Theory, è una scuola di pensiero che eredita 100 anni di sapere economico dei più grandi economisti di tutti i tempi. Paolo Barnard ha riunito in Italia i macroeconomisti della scuola e dai loro convegni è nato “un programma”, una guida che spiega in ogni dettaglio l’uscita pilotata del paese dalla sciagura dell’eurozona. In particolare hanno voluto descrivere le cause dell’escalation criminosa di disoccupazione e della perdita del processo democratico nell’Eurozona, e fornire le politiche concrete per un rapido ritorno in Italia dell’economia al servizio dell’interesse pubblico. Secondo la Mosler Economics Modern Money Theory questa realtà disastrosa può essere immediatamente fermata: la proposta di rinascita economica per l’Italia di Mosler si articola su alcuni punti fondamentali: il ritorno ad una moneta sovrana nazionale, il ritorno alla lira appunto, per raggiungere piena occupazione e prosperità, l’utilizzo, inoltre, del credito d’imposta e politiche occupazionali “cuscinetto”, ossia l’offerta di un lavoro pubblico di transizione per poi spostare il lavoratore nel settore privato.