Il potere temporale tra laicità e laicismo

CALTANISSETTA – Prendo spunto dall’appassionata, colta e propositiva lettera aperta che Rocco Gumina pubblica in relazione all’articolo dell’on. Pagano dal titolo “Il Papa e il Presidente”. Nell’attenta lettura che ho riservato alle avvinte parole del Gumina, oltre ad avere colto una dovizia di argomenti degna di uno studioso di società e di chiesa meritevole di nota, ho, per certi versi, intravisto una sorta di arringa di accusa nei confronti dell’On. Pagano che non aveva fatto altro che presentare due eventi che hanno occasionalmente accomunato due personalità contemporanee. Mi scuso fin d’ora per le mie argomentazioni poiché saranno, ne sono profondamente cosciente, non certo appropriate alle note toccate dal Gumina che spaziano dal Concilio Vaticano II fino alla natura apostolica e spirituale della Chiesa. Tuttavia, ritengo che un confronto scevro da visioni politiche non certo finalizzate allo scontro vada fatto, a maggior ragione se le argomentazioni trattate risultano essere i cardini fondanti della nostra società. Concordo con il Gumina che coloro i quali rappresentano un popolo (come l’On. Pagano) debbano accettare in maniera serena le critiche, i consigli e i dibattiti che scaturiscono dalle proprie affermazioni. Mi spingo oltre! Sono convinto che anche noi (Popolo) a maggior ragione se giovani, dobbiamo mettere del nostro in questo dibattito in maniera tale da dare spunti di riflessione ai nostri rappresentanti. A condizione, ovviamente, che le nostre affermazioni abbiano onestà intellettuale e che le critiche, anche se aspre, siano fatte realmente alle tesi e non alle persone. In questa ottica mi permetto di rispondere alle affermazioni del Gumina pacatamente ma in maniera del tutto convinta. Ci tengo a precisare che la mia non vuole essere un’arringa difensiva; sono stato più volte spacciato per l’avvocato di Pagano ma vi assicuro che di mestiere faccio l’architetto e sono talmente innamorato della mia professione che mi sento impuro al solo pensiero di tradirla con altre professioni per le quali non sono per nulla portato…

Il punto che maggiormente mi lascia stupito è la critica riguardante una sorta di pareggiamento delle importanze tra lo Stato e la Chiesa. Il tutto risulterebbe giustificato dal fatto che l’On. Pagano abbia parlato, contemporaneamente, del Papa dimissionario, Sua Santità Benedetto XVI e del Presidente riconfermato Giorgio Napolitano. Due “vecchi saggi” che, al netto delle discrasie dei ruoli e degli ambiti a cui sottendono, rappresentano senza dubbio due personalità di fondamentale importanza nel periodo storico che stiamo vivendo. Sono profondamente convinto, e non sono il solo a credere a questo, che molti dei problemi che affliggono la nostra società non siano solamente basati su congiunture economiche negative, inflazione, mancanza di lavoro… Molti dei nostri problemi, invece, sono da ricercare in una società malata che ha smarrito determinati ideali che non sono politici ma sociali e morali. È scontato che tutti oggi siamo convinti della divisione che vi è tra Stato e Chiesa e nessuno, ritengo neanche lo “sprovveduto” Pagano, voglia mettere sullo stesso piano due ambiti differenti. Il confronto tra due uomini come il Papa e l’istituzione temporale vuole, a mio avviso, mostrare le due strade, diverse ma parallele, che la società, sia essa concepita sotto il profilo temporale che spirituale, potrebbe intraprendere per salvarci dal baratro verso cui stiamo precipitando.

Sono fermamente convinto che se i due Poteri collaborassero armoniosamente, ciascuno nel proprio ambito, si potrebbero raccogliere buoni frutti per la totalità della società seppur estremamente eterogenea per credo e convinzioni; se, al contrario, vige una sorta di confusione tra lo Stato e la Chiesa, come avviene, ad esempio, nelle teocrazie Islamiche, si giunge a livelli di vita insopportabili. Ma analogamente alla confusione, anche la separazione intesa alla maniera moderna è deleteria per la società. Se la politica pur mantenendo la propria laicità, che non significa laicismo, non tiene ben salde le proprie convinzioni su determinati argomenti che sono fondanti anche per la religione cattolica; allora magari non vi sarà confusione ma non vi sarà di certo un cammino ideale per la nostra società. Di questa convinzione sono convinti anche Marcello Pera e Joseph Ratzinger i quali, nei rispettivi ruoli di laico oltre che non credente politico il primo, e di Cardinale il Secondo, raccolgono gli atti di due distinti convegni e pubblicano “Senza Radici” un interessante testo che mette in contraddittorio le due teorie che, seppur opposte sul piano del credo, sottendono alle stesse identiche convinzioni.

Ritengo che tutti noi dovremmo riflettere sulle personalità del Papa e del Presidente; diverse, opposte ma interessanti per il nostro futuro. Infine, ringrazio Rocco Gumina per l’occasione di confronto datami; nella speranza che per entrambi, per il sottoscritto è certezza, il contraddittorio sia sui contenuti e non sulle sterili posizioni politiche o peggio ancora, sulle antipatie personali molto in moda oggi.

Rosario Battaglia

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  • Gentile dott. Battaglia,
    Risparmio i convenevoli del resto da lei ampiamente espressi e da me condivisi (non può che essere così) ed entro subito nella realtà centrale della discussione. Lo faccio non più con argomentazioni, ma con spunti schematici e spero agili per permettere l'esposizione ancor meglio chiarita di quanto penso in merito alle affermazioni dell'on. Pagano:

    1 - le mie riflessioni nella lettera di risposta a Pagano devono essere interpretare con la chiave di lettura che ho inteso dare. Essa mi conduce a trovare il rischio implicito e non evidente di una strumentalizzazione che pare esserci nel mettere in paragone livellante il Papa e il Presidente della Repubblica;

    2 - dando per certa l'accettazione del primo punto (che non significa condivisione, ma capacità di lettura tramite tale cono di luce) è più che evidente il fatto che le mie parole non sono come quelle tipiche di un'arringa difensiva o offensiva, ma di un argomentare che cerca di superare lo scoglio di una possibile strumentalizzazione del tema;

    3 - a mio parere nella nostra discussione non si manifesta in assoluto una questione circa il contraddittorio. Bensì credo sia evidente il fatto che siamo dinanzi a diversi modelli di comprensione ecclesiale e civile i quali hanno entrambi dei meriti e dei limiti;

    4 - nella sua lettera, dott. Battaglia, secondo la mia lettura non si coglie il vero nervo centrale delle tesi che io ho affermato in risposta a Pagano. Infatti nel ragionamento del nostro rappresentante alla Camera intravedo chiaramente (seppure in questo caso solo implicitamente) una condotta preformata e deformata da un atteggiamento di reazione sia in ambito ecclesiale che civile al quale a mio avviso bisogna voltar pagina verso la dimensione delle riforma.

    5 - da quanto emerge nei precedenti punti, pare evidente e nella natura delle cose così come sono e appaiono che siamo dinanzi e immersi in un argomentare che parte e giunge dall'onesta' di coloro che ne prendono parte. Aggiungere altro su questo sembra veramente squalificante per gli intervenuti al dibattito;

    6 - infine a mo' di post scriptum è opportuno precisare che Pagano non espone "semplicemente" delle idee su due importanti personalità da esempio per tutti noi, ma implicitamente anche senza volerlo mosso dal desiderio di scrivere sul tema ha forse non esaustivamente calcolato gli eventuali rischi di affermazioni secondo me più volte alla reazione emotiva e valoriale che ad una profonda analisi delle cose in se'.

    Saluti,

  • Vede sig. Battaglia, mentre io ho deciso di limitare la mia vita al circoscritto privato lei e gli altri due invece avete scelto di allargare la rispettiva sfera di influenza anche agli altri. Siete così diventati "personaggi pubblici". E non è cosa di poco conto: perchè di questa vostra scelta adesso siete tenuti a rispondere agli altri, per i quali a vario titolo vi siete assunti l'onere di rappresentare gli interessi.
    Rispetto alla mia posizione da privato cittadino le posso assicurare che nel mio piccolo cerco di fare la mia parte. Non vorrei con questo autoassolvermi, spero però di tenere comportamenti tali da poter poi magari scrivere di voi "personaggi pubblici".
    Non nego una certa partecipazione, quando si tratta di politica, verso una particolare sponda. Ma mi creda lo faccio da "singolo" e non lesino critiche quando riscontro fatti ed atti negativi anche della mia parte.
    Ciò detto, tornando alla vostra posizione, voi siete obbligati a dare conto e non potete non accettare i nostri rimbrotti, sempre se civili e non offensivi. Rispetto alla questione particolare conviene con me che la vostra "conversazione a tre" è diventata oltremodo stucchevole?
    Non pensa che dai "personaggi pubblici" ci meritiamo altro?
    Perchè non avete semplicemente suggerito all'iniziatore di questa conversazione, il sig. Pagano, di fare dono della sua pretesa pensione da ex deputato regionale a qualche opera pia che dia soccorso a quel povero catanese?
    Se le mie finanze fossero state sufficienti, le assicuro, avrei fatto la mia parte.
    Potrebbe ad esempio lei personalmente iniziare una campagna di raccolta fondi, di cui io potrei essere uno dei primi sottoscrittori, da destinare a quel povero disgraziato.
    Ovviamente l'invito è allargato anche ai tanti uomini della sinistra che, anche loro, colpevolmente si fanno trascinare in questioni ideologiche del tutto fuori dalla realtà.
    La ringrazio per la gentile attenzione

    • non ritengo di essere un personaggio pubblico; Le assicuro che sono, al massimo, conosciuto dagli addetti ai lavori. Il fatto che Lei mi conosca è la prova tangibile di ciò. Come io non sapevo di quanto lei faccia in privato, ritengo che Lei non sappia quello che faccio io...fino a prova contraria la differenza tra noi due è che Lei ha puntato il dito e io no e, soprattutto, che io sono pubblico perchè firmo i miei articoli mentre Lei non perde occasione per scrivere in assoluto anonimato.
      Le ribalto la proposta; poichè sono convinto che la carità non abbia colori politici, accetto la sua proposta ma le dico di andare oltre; facciamola insieme questa raccolta fondi! io e lei; pubblicamente o privatamente...come vuole Lei.
      Aspetto suoi riscontri...

      • Sarò, come detto, tra i primi sostenitori della sua iniziativa e, mi auguro, del sig. Pagano. Non farò mancare la mia parte ed estenderò ad altri l'invito. Cordialmente

  • Gentile Frà, per rimanere in tema mi viene da dire: da che pulpito giunge la predica! Ma come, proprio da lei che risulta essere onnipresente su tutti i commenti di questo giornale arriva l'invito a fare altro? Lei crede che con la Sua tenacia nel commentare la stragrande maggioranza dei commenti che riguardano una certa sfera politica faccia qualcosa di utile e concreto per risolvere i problemi economici odierni? Tuttavia su una cosa concordo: gli argomenti da noi trattati sono al di fuori dalla nostra portata; mi pare, invece, che Lei sia estremamente portato in tal senso; lo si denota dall'accuratezza e dalla profondità del commento che di certo risulta essere appropriato al dibattito da noi (fuoriportata) incardinato.
    Infine, giacchè risulta così prolisso nel pronunciare buoni propositi e lezioni di morale; potrebbe gentilmente presentarsi con nome e cognome in modo tale da sapere con chi ho l'onore di confrontarmi?
    Grazie per la Sua indiscutibile propositività.
    Con immutata stima.
    Rosario Battaglia

  • Ma il Pagano, il Gumina ed adesso il Battaglia invece che approfondire temi, che via via si discute, appaiono sempre più vacui e privi di reale aderenza alla realtà, giacchè sospesi fra le buone intenzioni, il "questo è quello che penso io", e considerazioni fuori dalla portata di tutti e tre, invece non impegnano le loro rispettive alte competenze su come combattere fattivamente l'odierna povertà?
    La povertà della nostra gente di Sicilia, come di quel signore catanese che è costretto a vivere nella sua auto con la moglie e per questo motivo non può ricevere le cure mediche necessarie al suo stato. Una bombola di gas per respirare.

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