MUSSOMELI- Sabato 9 febbraio si è svolto il 4° incontro del Corso socio-politico nel salone della parrocchia Cristo Re; relatore il giudice Giovanbattista Tona che ha trattato il tema: Integrazione (migrazione, accoglienza, sicurezza e dialogo). Il prossimo incontro è previsto il 2 marzo, sempre nella stessa sede, con relatori i coniugi Miraglia che tratteranno il tema: Famiglia e politica. Aprendo i lavori, Salvuccio Lamonaca, segretario locale, ha portato a tutti i presenti i saluti del dott. Stefano Vitello, responsabile diocesano del Corso e dello stesso i più sinceri ringraziamenti al dott.Tona per lo spirito di generosa disponibilità dimostrata presiedendo questo incontro. Nel dare il benvenuto al giudice Tona, Salvuccio Lamonaca, ne ha trattato brevemente la figura, mettendo in risalto l’integerrima vita personale, con molti interessi nel sociale, a cui si avvicina con spirito cristiano, e che considera parte integrante del suo bagaglio umano di vita; un giudice che svolge il suo difficile compito con professionalità e lucidità non comuni. Confermando a nome di tutti i discenti del Corso la stima, la solidarietà, l’incoraggiamento e il grazie per l’esempio di vita che trasmette a tutti specie ai giovani. Il giudice Tona nella sua relazione ha parlato di emigrazione e di come noi ci poniamo di fronte ad essa che non può essere vista solo come un fatto buono o cattivo, negativo o positivo, come se noi potessimo farci qualcosa. Essa è un fenomeno e come tutti i fenomeni non va giudicato, ma esaminato, studiato, capito e di conseguenza trattato. L’emigrazione non è un fenomeno semplice, ma complesso; diversi sono gli aspetti che lo compongono, dalla motivazione alla emigrazione, alla presenza di minori, alla regione di provenienza, al fatto di essere comunitari o extracomunitari ecc. Gli Stati e le loro leggi, nel considerare l’emigrazione come un fenomeno, spesso sono carenti. La nostra Costituzione all’art. 2 garantisce i diritti dell’uomo in quanto tale come la sua dignità e i diritti inalienabili della persona; all’art. 3 parla dei diritti e doveri dei cittadini ed all’art. 10 parla degli stranieri a cui devono essere garantiti i diritti fondamentali dell’uomo come sono garantiti ai cittadini italiani. L’Integrazione al contrario non è un fenomeno, ma una attività e su questa si può discutere se farla o non farla, se è positiva o negativa, se conviene o no; da tenere presente che per realizzarla bisogna essere in due e non sempre, per motivazioni diverse, c’è la disponibilità di una delle parti. Sicuramente realizzarla è la cosa più conveniente a prescindere dall’insegnamento cristiano. Anche perché con l’integrazione si viene a combattere parallelamente la criminalità organizzata, specializzata nel reclutare persone originariamente in stato di necessità per adibirle al loro fabbisogno criminale. L’integrazione dunque come un fatto positivo che risolve molta della mano d’opera ormai abbandonata dai cittadini italiani; certamente deve essere controllata , coinvolgendo a tale scopo gli altri paesi comunitari. Dopo la relazione, è seguito un partecipato dibattito con domande poste al dott. Tona ma anche con riflessioni ed esperienze personali dei discendi sul tema.