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Aggressione ai patrimoni mafiosi, la DIA nissena sequestra beni per 2,5 MLN

Redazione

Aggressione ai patrimoni mafiosi, la DIA nissena sequestra beni per 2,5 MLN

Ven, 14/12/2012 - 07:34

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La conferenza stampa

CALTANISSETTA – Personale della Direzione Investigativa Antimafia di Caltanissetta ha proceduto all’esecuzione di un decreto di sequestro emesso, ai sensi della normativa antimafia, dal Tribunale di Caltanissetta – Sz. Misure di Prevenzione -, a seguito della proposta per l’irrogazione della misura di prevenzione personale e patrimoniale avanzata dal Direttore della D.I.A., nei confronti di Angelo Losardo, 58enne di Bompensiere (CL), uomo d’onore della famiglia mafiosa di cosa nostra operante in quel centro, in atto detenuto.
Oggetto del provvedimento sono, tra gli altri, imprese, fabbricati e 17 terreni, tutti siti in Bompensiere, per un valore di circa 2 milioni e mezzo di Euro.

La figura del LOSARDO, quale personaggio gravitante nell’orbita mafiosa di cosa nostra, emerge nel contesto delle operazioni “LEOPARDO”, del 1992 e, in tempi più recenti, nella “GRANDE VALLONE”, condotta dai Carabinieri del R.O.S. di Caltanissetta nell’aprile del 2011, quando, in entrambi i casi, veniva tratto in arresto per associazione mafiosa, pur risultando essere stato successivamente assolto per i reati a lui attribuiti nell’ambito della sola operazione “LEOPARDO”.
Con particolare riferimento, invece, all’operazione “GRANDE VALLONE”, le dichiarazioni rese da diversi collaboratori di giustizia, quali Ciro Vara, Maurizio Di Gati, Ercole Iacona e Maurizio Carrubba, sulla scorta delle quali è stato emesso il relativo provvedimento, hanno permesso di confermare non solo il suo status di uomo d’onore, ma di delineare con maggiore completezza il ruolo da lui svolto all’interno del sodalizio mafioso, quale attivo protagonista nelle vicende riguardanti l’organizzazione criminale di appartenenza.

Ciro Vara

In particolare il collaboratore Ciro Vara ha riferito che il vecchio rappresentante della famiglia di Bompensiere, Giuseppe LOSARDO, si era defilato da tale ruolo per motivi familiari, lasciando la rappresentanza dell’organizzazione al fratello Angelo (appunto l’odierno proposto); quest’ultimo era inoltre presente alla riunione, tenutasi in una villetta di Serradifalco, nel corso della quale venne nominato, come reggente provinciale nisseno di cosa nostra, Domenico Vaccaro, del quale egli era un fedelissimo e per conto del quale fungeva da anello di collegamento con Giuseppe Dell’Asta, appartenente alla famiglia di Caltanissetta.
Maurizio Di Gati, invece, lo ha indicato come appartenente a cosa nostra, nonché suo referente per le questioni che interessavano il territorio di Bompensiere.
Per tali motivi, in data 11.7.2012, il Giudice per l’Udienza Preliminare di Caltanissetta, ha emesso nei suoi confronti una condanna ad otto anni di reclusione per associazione mafiosa, riconoscendone, quindi, lo spessore criminale e l’apporto da lui fornito alla vita dell’associazione criminale.
I complessi accertamenti economico-patrimoniali svolti dalla DIA hanno evidenziato la netta sproporzione fra il patrimonio individuato, riconducibile al LOSARDO e le disponibilità economico-finanziarie sue e del proprio nucleo familiare. Pertanto l’intero quadro investigativo predisposto, ha consentito l’individuazione di consistenti elementi di prova utili a determinare l’origine illecita di tutti i beni a lui riconducibili.
In particolare le attività economiche ed i beni oggetto del sequestro odierno sono costituiti da:
– Nr. 4 attività economiche
– Nr. 17 terreni siti nel Comune di Bompensiere;
– Nr. 5 fabbricati siti in Bompensiere;
– Nr. 3 autoveicoli;
– Nr. 7 rapporti bancari, postali ed assicurativi.

Nell’ambito del più ampio contesto della strategia di lotta ai patrimoni illeciti, attuata dalla DIA di Caltanissetta, si riportano i dati relativi ai risultati conseguiti nel delicato settore del contrasto ai capitali illecitamente accumulati dalla criminalità organizzata, nel periodo 2005 – 2012:
Sequestri:​362.500.000,00 Euro (solo nell’ultimo triennio, 31.000.000,00) dei quali 298.900.000,00 Euro già sottoposti a confisca (solo nell’ultimo triennio, 297.500.000,00).