Curiosità a Mussomeli, strano e raro uccello aiutato dalla dottoressa

MUSSOMELI – Un insolito ritrovamento di un volatile raro, una specie protetta poco avvezza a frequentare il centro di un paese, abbondante più di strade e palazzi che boschi e radure. Ed invece quell’uccello, abituato a laghi e fiumi, è apparso senza un motivo difficilmente riscontrabile a pochi passi dall’ingresso del Pronto soccorso dell’ospedale Longo. La bellezza di uno svasso, animale raro quanto affascinante, ha attirato l’attenzione di Catalda Nasello, medico di turno domenica sera all’ospedale. La dottoressa si è accorta della difficoltà dell’uccello a prendere il volo. Assieme ad altri colleghi ha tentato di prestare le prime cure, informando i carabinieri del ritrovamento. I militari sono immediatamente intervenuti, ed assieme al personale sanitario hanno dato ricovero al volatile in una stanza del nosocomio, in attesa nella mattina seguente dell’arrivo degli uomini del corpo forestale. Dal distaccamento di Sutera sono giunti ieri il comandante Calogero Capozza con l’assistente Salvatore Spoto. Questa mattina, il pennuto preso in consegna dai forestali, verrà trasferito al Centro Regionale per il Recupero Fauna Selvatica di Ficuzza dove l’animale verrà curato e si tenterà di riportarlo nel suo habitat. “Le condizioni del volatile, un esemplare giovane, non sono particolarmente gravi- spiega l’ispettore Capozza- non è ferito ma comunque non riesce però a volare. Si tratta di un uccello raro, una specie protetta”.
Lo svasso, appartenente all’ordine dei Podicipediformes, è un uccello esclusivamente acquatico, mediocre volatore ma ottimo tuffatore, ed ha i piedi lobati (con membrane separate lungo ciascun dito). Animale fluviale quindi, certamente non un habitué di parcheggi e di habitat caratterizzati da auto e cemento. Cosa ci faceva allora all’esterno dell’ospedale Longo? Il comandante Calogero Capozza esprime il suo personale parere sulla vicenda. “Molto probabilmente qualcuno che lo teneva in custodia, ad esempio in campagna, notando i problemi manifestati dal volatile ha preferito abbandonarlo vicino all’ospedale”. Magari ha pensato che chi si prende cura degli esseri umani bisognosi possa aiutare pure gli animali ugualmente in difficoltà. (*GITA*)

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