Arte: dal 7 settembre la mostra “Calogero Barba incontra gli amici di Mussomeli“

Mussomeli – Sarà inaugurata dal sindaco Salvatore Calà venerdì 7 settembre alle ore 18,00 la mostra personale dell’artista Calogero Barba. L’evento, inserito nell’ambito delle manifestazioni e delle attività culturali organizzate dal comune di Mussomeli e nello specifico fortemente voluto dall’Assessore alla Cultura Enzo Nucera, rende omaggio ad un artista di origini mussomelesi che si è distinto nell’arte, nella ricerca e nella sperimentazione visiva.
Sede dell’evento artistico sarà il complesso monumentale di Palazzo Sgadari situato nel cuore del centro storico, opera architettonica costruita nel Ottocento e ristrutturata nei primi decenni del Novecento, storica sede dell’ex Palazzo Comunale di Mussomeli ed oggi dopo il recente restauro architettonico, utilizzato come contenitore polivalente, in attesa dell’apertura dell’istituendo Museo Archeologico.
La mostra dal titolo “Calogero Barba incontra gli amici di Mussomeli “ è presentata in catalogo da un testo critico dello scrittore e drammaturgo Mario Ricotta che ne delinea e ne traccia l’iter formativo e creativo attraverso i linguaggi della pittura, della scultura e dell’installazione, dalle valenze antropologiche.
L’esposizione raccoglie opere pittoriche e opere digitali di raffinata qualità artistica, prodotte dal 2005 fino ai nostri giorni.
Tre le opere esposte i ritratti della serie “365-uno al giorno”, dipinti ad olio di piccolo formato che ritraggono personaggi illustri selezionati dall’autore e che si caratterizzano per quelle “affinità elettive”, considerate come requisiti minimi dall’artista per essere inclusi nella sua privilegiata galleria di ritratti.
Il volto delle figure occupa l’intero campo visuale della tela, con un sapiente uso coloristico, fatto di precisissimi tocchi di colore che scandiscono con i toni caldi e vibranti le profondità plastiche dei volti, conferendo ad ogni singolo personaggio effetti di “iperrealtà”.
Nell’approccio tematico, Calogero Barba agisce su un rigoroso impianto autoreferenziale, intercalando presenze storiche dell’arte contemporanea con cui stabilisce ipotetici colloqui culturali e confronti sul piano dialettico della pittura come dato antropologico e quindi aperti allo scambio emozionale.
In quest’ottica, l’artista sottolinea e rimarca il ritorno all’evocativa forza visuale della pittura come restaurazione di una espressività ritrovata, nell’era delle tecnologie della Rete globale.
Riconoscendo che i media elettronici stanno sempre più cambiando il modo di vivere e il mondo dell’arte, l’artista decide di riprendersi quella libertà quasi perduta praticando la pittura come modello di visione da non sostituire con quelle delle comunità virtuali.

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