29 settembre: “E gridammu tutti: Viva lu Principi San Michele Arcangilu”. Le foto

CALTANISSETTA – Con questo grido incalzante a due voci, incitanti all’invocazione, alternate, insistenti e a tratti strazianti, lentamente rientra San Michele, a piccoli passi e all’indietro, nella sua chiesa, la Cattedrale, ogni qual volta esce in processione. E il popolo dei fedeli e dei devoti affollati tra i banchi e sotto le arcate del tempio fissa, con gli occhi in lacrime, il dolcissimo viso rassicurante del Santo Patrono di Caltanissetta. Un abbraccio finale, sconosciuto ai più, ripetuto e mai stanco, che la Città rinnova tre volte l’anno, specialmente il  29 settembre. In quel grido dei Devoti Portatori ci ritroviamo proprio tutti: e gridammu tutti! Tutta la Città, almeno in questo, ritrova la sua unità. Un grido che ci accomuna nella richiesta di aiuto e di protezione al Santo Patrono per i bisogni personali, familiari e per le necessità dell’intera comunità nissena. Alla luce della tristissima crisi economica, con un incredibile tasso di disoccupazione, con povertà diffusa, in presenza di un grave dissesto sociale e familiare, e di fronte allo smarrimento della dimensione del trascendente, ci sentiamo tutti più insicuri e vulnerabili, ma al contempo più uniti e solidali al cospetto dell’Arcangelo Michele. Ci rivolgiamo a Lui, a ‘lu Principi, perché per sua intercessione aumenti in noi la fede, perché ‘lo Spirito Santo ci aiuti a credere con il cuore e a confessare con le opere che Gesù è il Cristo’. Perché per la potenza di San Michele, che ci insegna a vincere il male con il bene, col nostro impegno credente e solidale, migliorino le condizioni di vita nella nostra Città e, in particolare, si allevino le sofferenze di quanti sono in difficoltà. A tal proposito, a livello simbolico ma con tutta la forza che un segno può contenere e sprigionare, sarebbe auspicabile una qualche iniziativa pubblica di solidarietà che, nel giorno della festa dia sollievo ai più disagiati. Non è niente, ma sarebbe un’attenzione significativa, in questo giorno, perché nessuno si senta solo.

P. Gaetano Canalella

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