MUSSOMELI – Ha affrontato un viaggio lungo più di 800 chilometri. Con ai piedi delle scarpe da trekking e sorretto da una fede salda, Dario Falletta, partendo dai Pirenei, dal confine francese, ha attraversato parte della Spagna. Un mese intenso e irto di difficoltà; una fatica quotidiana per arrivare a Santiago de Compostela. Trenta giorni di cammino, condiviso con altri pellegrini. “Un viaggio difficoltoso sia per il fisico che per la mente- racconta Dario, 37 anni, una moglie, due figli, proprietario di un negozio di abbigliamento-. Già il secondo giorno, a causa di uno shock termico, discendendo i Pirenei sono crollato, sono svenuto a terra. E’ stato molto duro, tutto il cammino mette a dura prova il fisico del pellegrino, ma alla fine quello che conta è arrivare a Santiago”. Dario Falletta ha seguito quel tragitto che da centinaia di anni uomini e donne percorrono. “Non lo conoscevo, poi regalarono un libro di Coelho a mia madre, appunto il “Cammino di Santiago”. Da quel giorno decisi che l’avrei fatto anch’io”. Ma la decisione di partire arrivò l’anno scorso ad agosto. “L’ho fatto sia per fede, ma anche spinto da eventi che avevano interessato la mia famiglia”. Il 3 giugno la partenza da Jean Pied de Port, sul versante francese. Trenta giorni dopo, il 3 luglio l’arrivo a Santiago e l’incontro con il santo. Nel suo peregrinare, compagno fedele, il suo zaino. “Per ogni pellegrino lo zaino è la casa. Sembra strano, ma lì dentro c’è il necessario, tutto quello che serve per vivere”. “E’ stata un’esperienza straordinaria che mi ha lasciato molto- aggiunge-. Mi ha arricchito interiormente: mi ha insegnato a sopportare il dolore, ad accettare la sofferenza e le prove della vita”. Dario si dice pronto a ripartire: “Mi piacerebbe riprovarci, ma stavolta vorrei affrontare il viaggio con uno dei miei figli”.
Dario Falletta affronta il cammino di Santiago
Mar, 24/07/2012 - 10:03
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