CALTANISSETTA – La difficoltà di trovare un aggettivo adatto che possa descrivere la rappresentazione e le intense emozioni che ha suscitato. Non è un incontro che può essere raccontato in una recensione, va vissuto. “Chi ha paura muore ogni giorno” è una piece autobiografica (tratta dal suo omonimo libro) che Giuseppe Ayala, nisseno doc, ha portato in scena venerdì 25 maggio al teatro Margherita, nell’ambito della prima rassegnale teatrale di arte varia, memorial “Peppe Nasca”, organizzata dall’Event Action. Scenografia scarna, essenziale, diretta come le parole del protagonista, ottimamente supportato da Francesca Ceci: poche sedie ed una magnolia, pianta che cresce in via Notarbartolo 23, la casa dove abitava Giovanni Falcone. Un susseguirsi d’immagini, interviste, racconti, date, nomi, tragici fatti di sangue, resi vividi dal racconto circostanziato di chi quegli eventi li ha vissuti in prima persona. Una testimonianza storica con la quale Giuseppe Ayala (sorprendente, in maniera positiva, affabulatore e coinvolgente narratore) ricostruisce le vicende del pool antimafia di Palermo, gli uomini che ne fecero parte: pregi, virtù, debolezze, ironie, delusioni, fallimenti, vittorie che sono accentuate dall’amicizia, sentimento preponderante. L’approssimarsi del finale tinteggia uno scenario cupo, ambiguo, tetro. Il maxiprocesso si concluse nel 1988 con una sentenza epocale: 2.665 anni di condanne e 360 colpevoli, ergastolo per diciannove boss. Poi il pool antimafia fu dissolto: il governo di allora cominciò a indebolire la polizia giudiziaria, privando i magistrati di uno strumento fondamentale per le indagini.
“Il nostro lavoro non si arrestò per la reazione di cosa nostra” – dichiara Giuseppe Ayala – “noi fummo fermati da pezzi delle istituzioni dello Stato! E’ venuto il momento di chiarirlo!”. Straordinaria la metafora utilizzata per spiegare il perché ancora oggi la mafia sia una macabra realtà. Si tratta di una gara di calcio. Lo stato indossa la maglia azzurra, la mafia casacche dal colore “indefinito”: il problema è che alcuni giocano con una squadra ma in realtà parteggiano per l’altra. Per vincere la partita, lo Stato deve innanzitutto sistemare il colore delle maglie.
Il direttore artistico Tony Maganuco ha dichiarato: “I ragazzi delle scuole dovrebbero necessariamente visionare quest’opera che, a mio parere, vale più di mille libri o film o convegni Il, racconto diretto, crudo, scomodo ma realistico di chi quella fase storica l’ha vissuta in prima persona. Una nota a parte merita il pubblico; occupati poco più della metà dei posti disponibili, per un nisseno doc di tale portata era forse lecito attendersi ‘qual cosina’ di più in termini numerici. Forse anche come esponenti delle amministrazioni comunali o autorità dello Stato, era lecito attendersi maggiore partecipazione”.
Vi erano il sindaco Michele Campisi, l’Assessore alla Cultura Loredana Schillaci ed il magistrato Giovanbattista Tona. La regia è stata curata da Gabriele Guidi. I testi sono di Giuseppe Ayala con il contributo di Ennio Speranza, musiche Roberto Colavalle e Matteo Cremolini, luci Pietro Sperduti, proiezioni Alessia Sambrini collaborazione al progetto Massimo Natale.
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mi sono informato....dicono che sei quello che ha progettato i chioschi della verdura o i bar come credi meglio, autorizzati anni fa e posizionati in diversi incroci. Grande opera....per il resto nessuno sa nulla di te.
Lei è un delinquente, un servo in malafede. Appena ho il suo nome e cognome la denuncio. I chioschi sono opera dell'ex assessore comunale Carmelo Milazzo e di un suo consulente architetto. Abbia almeno il coraggio di firmare ciò che scrive. Lei mi fa veramente ribrezzo e anche un po' pena.
accusare un architetto che ha progettato dei chioschi è cosi offensivo?
Il mio progetto originario (un progetto dei design - modulare, standardizzato, aggregabile) è stato malamente copiato,
modificato e infine stravolto.
Non si dica che è un mio progetto. A me hanno commissionato
e pagato un'altra cosa. Sulla collocazione dei chioschi
in ambito urbano, poi, si dovrebbero denunciare tutte le
autorità (in)competenti.
Più volte, in passato, ho chiarito come stanno le cose -
a mezzo stampa. Invano, evidentemente.
ma la sua reazione è stata cosi forte, che non riuscivo a capire il perchè. cosa dovrebbe dire il progettista della rotatoria. Lei è uno che commenta spesso e dovrebbe saper subire anche i commenti negativi sul suo operato. saluti
Si informi bene, in ogni caso, prima di scrivere! Osservatore.
progettare chioschi non è una vergogna, come mai si sta arrabiando cosi tanto, buona giornata
reprehensum aliis est pulchra est deformis subirle
poi io nn ho offeso nessuno, tu lo stai facendo.
Absit iniuria verbis"
E'corretta anche la versione "Abisit iniuria verbo". Non sian mica dilettanti!
enchantee
Ahahahahahahahahahah...
e' stato un capolavoro dovrebbero replicarlo lo rivedrei
Eccoli, perfetti: Don Chisciotte e Sancio Panza!!!
Absit iniuria verbo - ovviamente.
.....e mentre ti proccupi di dare a tutto un nome, Loro dalla
foto ti osservano e pensano sorridendo "crepate invidiosi
maxime pulchra nos sunt". Spero che abbia apprezzato il francese.
non conosco jannì , leggo solo i suoi commenti, critica tutto quello che si fa a caltanissetta, ma lui che fa nella vita , cosa ha creato , costruito, insomma che fa per questa città? CU SI?
Informati!