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Caltanissetta, grandi firme parlano di giornalismo al Festival della Comunicazione

Redazione

Caltanissetta, grandi firme parlano di giornalismo al Festival della Comunicazione

Sab, 19/05/2012 - 00:00

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Da sinistra: Giovanni Pepi (condirettore Giornale di Sicilia), Annachiara Valle (giornalista Famiglia Cristiana - Jesus), Fabio Zavattaro (vaticanista RAI 1), Vincenzo Morgante (direttore TGR Sicilia)

CALTANISSETTA – “Quando parola e silenzio si escludono a vicenda la comunicazione si deteriora perché crea un clima di freddezza; quando, invece, si integrano reciprocamente la comunicazione acquista valore e significato”. Da queste parole proferite da Papa Benedetto XVI per la ‘Giornata Mondiale delle Comunicazioni’ ha preso il via il forum delle testate giornalistiche locali dal titolo ‘Comunicare la verità… fra parole e silenzio’, che si è svolto venerdì 18 maggio nel salone del Museo Diocesano a Caltanissetta.

Al dibattito ha presenziato il Vescovo Monsignor Mario Russotto, alla presenza del Vicario Generale Monsignor Giuseppe La Placa, di una delegazione della Diocesi Nissena e di un folto pubblico di operatori dell’informazione locale e di cittadini.

A moderare il dibattito la giornalista di Famiglia Cristiana e Jesus Annachiara Valle, animato dal vaticanista di RAI 1 Fabio Zavattaro, dal Direttore del TGR Sicilia Vincenzo Morgante e dal Condirettore del Giornale di Sicilia Giovanni Pepi.

Si è discusso di libertà d’opinione e cronaca, di verità e racconto della realtà, e se il silenzio sia concepibile nel mondo dell’informazione.

“Il nostro è un mestiere come quello di un artigiano – ha dichiarato Fabio Zavattaro di RAI 1 – che non deve stravolgere la materia che lavora, ma che in essa deve scavare per far emergere la sua essenza. Alle parole chiave di questo incontro, che sono verità e silenzio, vorrei aggiungere la parola ascolto: infatti, solo ascoltando le storie che il mondo ci offre ogni giorno nasce il nostro impegno nella verità. Informare è un passaggio che fa crescere la democrazia, che viene invece indebolita se i fatti vengono nascosti e non raccontati. Ma ritengo che ci siano dei meccanismi nell’informazione che vanno seguiti nel rispetto della gente a cui ci si rivolge. E purtroppo la freneticità dei media porta spesso noi giornalisti a non verificare approfonditamente le notizie”.

“Credo che bisogna distinguere fra libera circolazione delle idee e dovere di cronaca – ha sottolineato il Direttore del TGR Sicilia Vincenzo Morgante -. Noto che spesso nel nostro mestiere di giornalisti manca la responsabilità e l’impegno nella ricerca della verità. Essa è raggiungibile solo attraverso l’onestà, l’umiltà e la competenza. Ritengo che il silenzio non sia concepibile nella notizia, perché si traterebbe di un attentato democratico. E in questo periodo di sconforto sociale il susseguirsi di suicidi ci ha fatto interrogare in redazione se dare o no certe notizie. Dopo una lunga riflessione abbiamo deciso di dare la semplice notizia senza sensazionalismi, perché penso che sia meglio un silenzio eloquente anziché tante parole silenti che vengono pronunciate in casi di spettacolarizzazione del dolore”.

“L’informazione è diventata straordinariamente invasiva – ha evidenziato il Condirettore del Giornale di Sicilia Giovanni Pepi – . Il silenzio è una scelta che ancora non è possibile da applicare nell’informazione, ma è un gesto di coraggio che speriamo possa acquisire maggiore valore. Il silenzio è sicuramente importante e va applicato nel non dare notizie che non ci sono. Bisogna, infatti, sanare lo squilibrio che c’è tra il potere d’informazione dei giornalisti e l’esigenza della gente di essere informati correttamente”.

Al termine del dibattitto, al quale hanno interagito anche persone del pubblico in sala che hanno posto delle domande ai relatori del forum, è intervenuto il Vescovo Monsignor Mario Russotto che ha concluso l’incontro con parole dirette come spade ed estremamente efficaci nel riassumere l’essenza di questo ‘Festival della Comunicazione’: “Non bisogna confondere la verità con il punto di vista, e compito dei giornalisti è di servire la verità e non il potere di turno. La verità sta nel saper contestualizzare il fatto, e in questo il silenzio rappresenta il superamento della paura del dire. Vivere il silenzio vuol dire pensare ed interpretare, e purtroppo con la velocità mediatica vengono meno i pensatori. I giornalisti, oggi, sono sempre più spesso smistatori che testimoni, perché poco presenti agli eventi e quindi più selezionatori delle notizie. Infine, vorrei sottolineare come non è vero che in occidente viga la libertà di stampa, così come invece è vero che persistono le differenze tra nord e sud nel giornalismo, nella politica ed anche nella chiesa. Credo, quindi, che soprattutto bisogna dire e saper dire per aiutare a capire”.

Laura Spitali