CALTANISSETTA – Bilancio decisamente positivo per le quattro giornate della Carovana della solidarietà, promossa da Ics Caltanissetta, Ics San Cataldo, Comitato famiglie Alzheimer, Comitato permanente per la difesa del cittadino, Gruppo acquisto solidale (CL), Movimenti civici di Sicilia, Cooperativa Etnos (Serradifalco), Associazione Sunodia, Associazione Real Dream e redazione de Il Sacco (San Cataldo), Associazione “G. La Pira”, ArciStrauss, Interact, Associazione Vita Onlus, Symposium (tutte di Mussomeli), Gruppo Giovani di Sutera, Confcommercio provinciale di Caltanissetta, Centro di ricerche economiche e sociali per il Meridione (Gibellina), Comitato referendario territoriale Valle del Belice. Partita da Sutera lo scorso 29 settembre, la Carovana ha chiuso le sue tappe ieri mattina a Caltanissetta dopo aver fatto sosta a Mussomeli, Serradifalco e San Cataldo, che hanno ospitato incontri-dibattito su vari temi, dal disagio giovanile al ciclo virtuoso dei rifiuti legato alla raccolta differenziata ed altro.
“La marcia è stata importante – ha detto Giovanni Ruvolo di Ics Caltanissetta – per me, per noi: ci siamo messi in gioco uscendo dalle nostre certezze e siamo tornati diversi, più completi, consapevoli che la ricchezza di un territorio non è solo economica ma anche sociale. Il ruolo di Ics è stato quello di aggregare idee, persone, per lavorare tutti insieme, senza leadership, come del resto è il nostro processo: noi qui stiamo costruendo un pensiero, un’idea diversa di comunità: è sotto gli occhi di tutti che individualismo e competizione sono modelli che si sono rivelati fallimentari e se vogliamo salvare qualcosa bisogna cambiare strada”.
“La città: una comunità solidale” è stato il tema dell’incontro-dibattito tenutosi a Caltanissetta, nel salone della parrocchia San Pietro, dal quale sono emerse precise ed importanti responsabilità dei cittadini nel guidare lo sviluppo virtuoso dei propri territori di appartenenza, primo tra tutti il dovere di imporre alla politica scelte adeguate e non sganciate dalle vocazioni locali, come è stato più vlte sottolineato nel corso dell’incontro.
Ospiti del dibattito nel capoluogo nisseno sono stati i sindaci di Castelbuono Mario Cicero e di Calascibetta Piero Capizzi, il dirigente scolastico dell’Istituto Mottura Salvatore Vizzini, il professore Massimo Cermelli, giornalista, economista, attualmente impegnato all’università di Bilbao in un progetto di ricerca sull’economia sociale, i rappresentanti del Coordinamento comitati di quartiere Carlo Campione, del Comitato familiari Alzheimer Salvatore Buccoleri, del Comitato per la difesa dei diritti del cittadini Giovanni Turco. Moderatore è stato per l’occasione Giovanni Ruvolo.
Il sindaco di Castelbuono Cicero, balzato agli onori della cronaca nazionale per una serie di iniziative in ambito di politiche ambientali (un efficace metodo di raccolta differenziata dei rifiuti porta a porta attuata tramite asinelli) ma non solo, ha ribadito che a nuocere alla Sicilia è soprattutto “l’assenza della politica, che non ha mai compreso quanto importante sia il ruolo di dialogo della Sicilia nel Mediterraneo”. “Dobbiamo imporre al governo nazionale – ha detto – di cambiare strategie perché la vera crisi ancora non è giunta: è nel 2012 che vedremo lacrime e sangue. A farci riflettere oggi deve essere però la volontà di volerci riorganizzare, che è un segnale positivo. Dobbiamo pretendere che la politica cambi e faccia qualcosa davvero per questa terra, che si tagli la burocrazia, che lo Stato si organizzi in modo diverso, e dall’altro lato dobbiamo essere più attenti, essere cittadini presenti e capaci di dare vita ad organizzazioni che possano vivere stabilmente e non create solo per fronteggiare la crisi, perché solo insieme possiamo affrontare tutti i problemi dei nostri territori”. Ha lanciato anche una provocazione Cicero nel suo intervento parlando dell’abbandono di Termini Imerese da parte della Fiat. “E’ un modello di sviluppo che non appartiene al territorio, che ha assorbito risorse e non ne ha lasciate. Bisogna ora pensare ad altri modelli”.
Su come cambiano le città quando si propongono modelli di partecipazione e sviluppo sostenibile è stato il tema proposto da Giovanni Ruvolo di Ics Caltanissetta, qui in veste di moderatore, all’altro primo cittadino, il sindaco di Calascibetta Piero Capizzi, che ha sperimentato per primo nel suo comune il bilancio partecipato con i cittadini. “I risultati – ha precisato Capizzi – li vedremo nell’arco di questi primi cinque anni di assoluta sperimentazione. Calascibetta ha 5000 abitanti, per fortuna non abbiamo per il momento il patto di stabilità, e una grande storia alle spalle ma negli ultimi 25 anni la politica locale si era avvitata su se stessa con lotte fratricide. Nel 2008 ho rotto con gli schemi della politica istituzionale che mi aveva preceduto mettendo insieme un contenitore di buona politica, dico io, che chiamai “Arcipelago”. Con quel gruppo abbiamo stravolto certi schemi, dalla prima giunta tutta al femminile che mi affiancò al consiglio comunale,e la stessa giunta, dove l’età media era di 30 anni. Il bilancio partecipato è stato il primo importante esperimento della mia azione amministrativa ed è curioso ricordare come i cittadini fossero diffidenti all’inizio. Oggi sono loro che decidono e in questi processi è stato coinvolto anche tutto il mondo associativo”.
Di economia sociale ha invece parlato Massimo Cermelli, economista sancataldese che fa la spola tra la Sicilia e la Spagna. “L’economia reale – ha sottolineato citando alcune cifre (73mila miliardi la somma di tutti i Pil mondiali contro una cifra impressionante risultante dal valore delle azioni, dei mercati finanziari ed altro, cioé denaro virtuale) – è un ottavo di quanto si muove nei mercati finanziari e in questo mondo virtuale l’aumento a dismisura del valore coincide con la perdita dei valori, intesi in senso etico, sociale, morale”. Cermelli ha però esortato a non demonizzare la finanza quanto piuttosto a farne buon uso; affrontato poi un altro nodo, quello della perdita di attrazione del modello urbano nel Mezzogiorno d’Italia, in assoluta controtendenza con i nuovi modelli di sviluppo che sono le megalopoli mondiali, dove è più naturale e spontaneo che nascano aggregazioni, che si lavori tutti per lo stesso obiettivo, che si affermi sviluppo. “Il fulcro – ha detto Cermelli – è la capacità di innovazione da cui deve scaturire una crescita sostenibile grazie alla responsabilità sociale, una economia sociale i cui bisogna riappropriarsi del valore reale di tutto, facendo attenzione all’equilibrio del sistema: una rete di imprese produce più valore. Bisogna dunque ripartire dal settore primario, che qui è quello agricolo, che va collegato al settore terziario, quello dell’innovazione per lo sfruttamento delle risorse: non dimentichiamo che il futuro si gioca sui biocombustibili”. Ribadito come il modello industriale non faccia parte della vocazione dell’Isola e che si è rivelato per questo fallimentare, auspicando piuttosto la creazione di distretti (“ci manca – ha detto Cermelli – la visione sistemica”) ma anche di reti di consumatori informati.
Ha portato la sua testimonianza di dirigente scolastico “manager” con grande attenzione per gli alunni e le loro famiglie Salvatore Vizzini, alla guida da anni dall’Iss Mottura ed oggi anche reggente del comprensivo Capuana. “A scuola – ha detto Vizzini – non si può insegnare la democrazia se non in maniera democratica e va coltivato nei ragazzi l’interesse collettivo al di là di quello individuale. Cosa che noi abbiamo fatto con l’esperimento del comodato d’uso dei libri di testo esteso oggi fino alle quinte classi, reso possibile dal fatto che è stato compreso dai ragazzi lo spirito del progetto e i libri che tornano a scuola in perfette condizioni a fine anno scolastico, pronti ad essere riutilizzati da altri studenti, sono una conferma della bontà di un percorso. Ma la scuola oggi deve anche reperire risorse “altre” per avere un valore aggiunto: così chi installa le macchinette distributrici, dopo avere vinto una regolare gara d’appalto, versa alla scuola un contributo che poi noi reinvestiamo per gli alunni, dalle borse di studio agli stage all’estero, interamente a carico nostro”.
Presenti tra il pubblico i due consiglieri comunali Felice Dierna e Lorenzo Tricoli.