MUSSOMELI- E’ originario di Mussomeli Soter Mulè, il 42enne ingegnere informatico arrestato sabato a Roma dopo la morte della studentessa leccese di 23 anni, vittima della tecnica erotica giapponese dello Shibari.Un gioco finito male quello che ha trasformato un anonimo garage di proprietà dell’Agenzia delle entrate in una sorta di camera della morte. A renderlo noto questa mattina il “Giornale di Sicilia”. Soter Mulè infatti, è figlio di un mussomelese. Vincenzo Mulè, insegnante di religione in pensione, partito dalla Sicilia e trasferitosi a Roma più di 40 anni fa. Le notizie sulla famiglia – come si legge nell’articolo pubblicato questa mattina- purtroppo sono frammentarie. Vincenzo, oramai settantenne, torna di rado a Mussomeli, mentre Soter da ragazzo ha trascorso brevi periodi estivi nel paese del padre. Qui vive ancora un’anziana sorella di papà Vincenzo, oltre che un drappello abbastanza folto di cugini e nipoti. Intanto sulla vita di Soter Mulè emergono elementi che svelano una forte passione per la fotografia e soprattutto per l’erotismo. Nell’ambiente veniva considerato un esperto di tecniche giapponesi come lo shibari o il kinbaku, “arti della legatura” volte a raggiungere il massimo piacere. Ma sabato qualcosa è andato storto, e per Soter Mulè si sono aperte le porte del carcere.
Gioco erotico finito male, è originario di Mussomeli l’ingegnere arrestato
Lun, 12/09/2011 - 10:52
Condividi su: